(DIRE - Notiziario Minori) Nairobi (Kenya) - Gli studenti delle scuole primarie e secondarie Senatore Obama a Kogelo, l'ancestrale villaggio del Presidente Americano, hanno mandato la prima email usando l'energia solare al presidente Barack Obama esortandolo a fare pressione sulle energie rinnovabili durante il recente summit sul cambiamento climatico a Copenhagen, Danimarca. Gli emozionati studenti della scuola hanno mandato un forte messaggio: "Per favore Presidente Obama, fa qualcosa. Vogliamo solo chiederti di aiutare altri bambini in tutto il mondo ad avere accesso all'energia solare. La maestra Ann crede che ci sia una connessione fra il cambiamento climatico e la siccita' nel villaggio di Kogelo e ha detto che l'energia solare e' la soluzione contro il cambiamento climatico. Aiuta a proteggere il clima, questo e' il nostro futuro". Facendo riferimento ad alcuni pannelli solari posizionati sul vecchio tetto di ferro delle classi e a quelli di Mama Sarah Obama, nonna del Presidente americano, gli alunni hanno informato il Presidente che se non fosse stato per l'energia solare, non sarebbero mai riusciti a raggiungerlo via email. "Ti salutiamo dalla Scuola Primaria Senatore Obama Nyangoma di Kogelo, Kenia. Vogliamo solo farti sapere che ora abbiamo l'energia solare grazie al progetto SolarGeneration di Greenpeace. Ora possiamo leggere a qualsiasi ora della sera. I nostri insegnanti possono anche ricaricare i cellulari", diceva parte del messaggio. Altri alunni della scuola secondaria in una diversa email hanno richiesto semplicemente di usare "la sua importante carica per incoraggiare l'utilizzo delle energie rinnovabili come l'energia solare," hanno detto. "Vogliamo che altri studenti in comunita' simili alla nostra siano in grado di sfruttare l'insegnamento come facciamo noi qui a Kogelo". Gli studenti hanno sottolineato che l'energia rinnovabile aiutera' a risolvere il problema del cambiamento climatico che sta colpendo il Kenia ed altri paesi. "Alcune persone stanno morendo di fame perche' non ci sono abbastanza piogge come prima, i contadini soffrono la siccita' e la gente non ha abbastanza cibo per mangiare. Noi facciamo il nostro lavoro, per favore fai il tuo," hanno esortato. Gli studenti della scuola secondaria hanno aggiunto: "Nel 2006, come membro del Senato statunitense, hai visitato la nostra scuola - la scuola secondaria Senatore Obama di Kogelo, Kenia. Dalla tua partenza, ci sono stati alcuni meravigliosi sviluppi di cui vorremmo farti partecipe. La nostra scuola e' ora fornita di energia solare. L'energia solare ci permette di illuminare le classi, ricaricare i portatili per l'insegnamento ma anche mandare emails, in quanto la scuola ha una connessione internet. Siamo veramente grati alla nostra vicina Mama Sarah che e' anche tua nonna per il sostegno che da alla scuola e a tutto il villaggio, in particolare ai giovani". L'energia solare e' stata installata grazie al progetto SolarGeneration di Greenpeace nell'Agosto del 2009. Le due scuole - la scuola primaria e la scuola secondaria Senatore Obama Nyangoma - si trovano nel villaggio di Kogelo, vicinissimo alla casa della nonna di Obama. Sono stati chiamate col nome del Presidente degli Stati Uniti dopo la sua visita nel 2006, quando ancora era Senatore dell'Illinois. Anche Mama Sarah ha sottolineato la necessita' di energia solare dicendo che e' "pulita, affidabile e conveniente, diversamente della paraffina, ampiamente usata nella zona". Anche lei possiede un pannello solare sul tetto - ed ora ricarica il suo cellulare e quelli dei suoi giovani vicini. La capacita' di fare appello ai leader mondiali per proteggere l'ambiente da parte di questi bambini svantaggiati che non avevano mai visto un computer fino alla fine di quest'anno e' un promemoria per i leader mondiali che partecipano al summit dell'Onu sul Cambiamento Climatico del fatto che il mondo ha bisogno di piu' energia pulita e che questo e' il momento di fare un passo avanti rispetto alle promesse fatte sul cambiamento climatico. Dopo aver augurato ad Obama un buon viaggio a Copenhagen, gli studenti hanno concluso con "We hope you can". (Zachary Ochieng. Traduzione di Sara Marilungo). (Wel/ Dire)