(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 dic. - "Cosa significa concedere la cittadinanza in base a voti scolastici per chi e' nato in Italia da genitori stranieri? E' stato molto rumore per nulla, mero dibattito politico, discutere la nostra dura realta'? E' davvero cosi' inappropriato chiedere al proprio Paese il riconoscimento del principio dello jus soli per chi nasce e per chi e' arrivato da piccolo ed e' cresciuto in Italia?". Sono tutte domande che si pone la Rete G2 - Seconde generazioni, da anni impegnata per una riforma sulla cittadinanza piu' aperta nei confronti dei figli d'immigrati, che "non comprende gli inasprimenti contenuti nel testo di Isabella Bertolini" (Pdl), a fronte di un dibattito che "sollevava aperture e non certo chiusure nei confronti di 900.000 figli e figlie dell'immigrazione in Italia". La richiesta della Rete G2 e' che "Bertolini accetti di incontrarci per poterle spiegare le nostre richieste in materia di cittadinanza, relative ai figli d'immigrati, affinche' questo testo proposto in commissione Affari Costituzionali dalla relatrice non avanzi, senza aver compreso nel profondo, la situazione di coloro che non si sentono e non vogliono sentirsi stranieri in patria". Inoltre "ricordiamo che l'Italia ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia, nella quale si indica l'obbligo degli Stati parti a garantire che non venga discriminato alcun bambino che dipende dalla sua giurisdizione, senza distinzione di sorta- continua la nota- e a prescindere da ogni considerazione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o altra del minore o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica o sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacita', dalla loro nascita o da ogni altra circostanza". Anche alla luce di cio', "legare la cittadinanza al profitto scolastico dei bambini figli di stranieri- conclude la Rete G2- non sembra andare certo nella direzione di una consapevole e giusta inclusione". (Wel/ Dire)