(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 dic. - Il ddl sul 'processo breve' in discussione al Senato "presenta evidenti lacune sia in relazione alla posizione dell'imputato minorenne che con riferimento ai reati in danno di minori". E' la denuncia dell'Unione nazionale camere minorili, secondo quanto scrivono il presidente Fabrizia Bagnati e il vicepresidente Luca Muglia. I due avvocati osservano "come le modifiche alla legge 24 marzo 2001 n. 89 non tengano in alcuna considerazione la peculiarita' dei processi civili che coinvolgono i minori. E' di tutta evidenza- sottolineano- che procedure cosi' delicate che attengono alle capacita' genitoriali ed alla protezione del minore non possano avere tempi contingentati in appena due anni, posto che spesso risulta assolutamente necessario consentire possibili evoluzioni positive del contesto familiare, pena soluzioni drastiche o frettolose che nulla hanno a che vedere con l'interesse del minore e della sua famiglia". Per l'Unione nazionale camere minorili "se la ratio del provvedimento sembrerebbe quella di comprimere la spesa pubblica per l'equo indennizzo per irragionevole durata del processo, l'applicazione delle suddette norme alla materia minorile avra' probabilmente l'effetto esattamente contrario: un inutile dispendio di risorse". Quindi, l'auspicio dell'Uncm e' "che il legislatore ponga rimedio alle problematiche sollevate, prestando la dovuta attenzione alle legittime istanze di tutela del minore, imputato e/o vittima di reato, provenienti dall'avvocatura minorile" e "che le forze politiche valutino le forti ricadute del disegno di legge 1880 sul versante della tutela del minore e considerino la inderogabile necessita' di modificare le disposizioni in questione nelle parti richiamate". (Wel/ Dire)