(DIRE - Notiziario Minori) Milano, 9 dic. - La risposta della citta' e delle istituzioni alla presenza dei rom non puo' essere "l'azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalita' costruttive". Lo ha detto l'Arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, in occasione del tradizionale discorso alla citta' per la vigilia di Sant'Ambrogio, riferendosi allo sgombero delle famiglie rom che vivevano nel campo di via Rubattino. "Non possiamo assumerci la responsabilita' di distruggere ogni volta la tela del dialogo e dell'accoglienza nella legalita' che pazientemente alcuni vogliono tessere", ha concluso il cardinale dicendosi "molto colpito dalla la silenziosa mobilitazione e l'aiuto concreto portato loro da alcune parrocchie, da tante famiglie del quartiere preoccupate di salvaguardare la continuita' dell'inserimento a scuola dei bambini". Milano torni grande, con la sobrieta' e la solidarieta'. È questo, in sintesi, l'appello lanciato dal cardinale Tettamanzi. Espressioni come "Milano con il cuore in mano" e "solidarismo ambrosiano" lasciano intendere quale sia la tradizione del capoluogo lombardo; ma la Milano di oggi, si chiede il Cardinale, "e' ancora all'altezza della sua tradizione? Difficile rispondere con poche parole. La citta', ad esempio, e' solidale con i giovani se sa farsi carico delle loro domande e delle loro tensioni. Ma e' solidarieta' offrire ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro forme di impiego quasi sempre precarie, quasi a voler approfittare della loro condizione, sfruttando le loro necessita'". Ma la solidarieta' non puo' compiersi, pienamente, se non e' accompagnata dalla sobrieta', intesa non solo come valore personale, ma come "valore sociale e comunitario" che puo' rinverdire l'etichetta di Milano vista come "citta' del fare". Un "fare" che non deve riguardare solo la dimensione produttiva, ma "che vuole mirare a risultati concreti a beneficio di tutti; un risultato che si raggiungera' eliminando cio' che e' vuota apparenza e spreco di risorse. Infine, un richiamo al futuro della citta' e all'Expo 2015, alle grandi opere in cantiere. Progetti che esigono ingenti quantita' di denaro "e per le quali sono possibili interferenze e infiltrazioni di criminalita' organizzata. Divengono quindi ancora piu' urgenti da parte di tutti - e specialmente di chi ha maggiori responsabilita' - il rispetto di norme semplici, chiare ed efficaci, il confronto con la coscienza morale, la rettitudine nell'agire, la gestione corretta del denaro pubblico". (Wel/ Dire)