(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 dic. - In Europa i bambini che soffrono di disturbi del comportamento sono tra il 10 e il 20%. Mentre in Italia assumono psicofarmaci tra i 30.000 e i 60.000 bambini. Ma il disagio comportamentale e' una malattia? Secondo Vincenzo Mastronardi, presidente dell'Osservatorio sui comportamenti e la devianza dell'Universita' 'La Sapienza' di Roma, "certamente no". Mastronardi, intervenuto venerdi' a Roma alla conferenza "Psicofarmaci e minori: tra abuso e disinformazione", organizzata dalla parlamentare europea e delegata del sindaco di Roma per i diritti dei minori, Roberta Angelilli, ritiene che "spesso i bambini hanno semplicemente un carattere poco estroverso o al contrario molto vivace, oppure un approccio piu' chiuso. In alcuni casi- avverte lo psichiatra- i minori somatizzano lo stress e le ansie degli adulti". Niente farmaci, dunque, per calmare presunti disturbi comportamentali, meglio "offrire al minore un supporto pedagogico-educativo adeguato, sia da parte dei genitori e della famiglia, che del sistema scolastico", sottolinea Mastronardi. Tra i disturbi comportamentali che vengono classificati come malattie da curare, il disturbo da deficit di attenzione e iperattivita' (Adhd) e l'ansia o depressione sono ai primi posti. Ma in nessuno di questi casi esiste la certezza che l'Adhd sia una vera e propria malattia. In Italia, circa 70.000 bambini sono curati perche' affetti da Adhd, l'89% sono maschi tra i 10 e i 13 anni. E secondo l'Agenzia europea per i medicinali (Emea), solo nel 30% dei casi diagnosticati si tratta realmente di Adhd. Spesso, infatti, i sintomi vengono confusi con semplici atteggiamenti caratteriali. "E' importante fare una vera e propria bonifica dell'ambiente che circonda il bambino- sostiene Mastronardi- una sorta di 'scultura' della famiglia, che vada ad individuare le disfunzionalita' comportamentali della coppia o della famiglia. Perche' il bambino- dice- e' il disturbo conseguenziale della coppia". Lo psichiatra propone una vera e propria "patente per i genitori" per evitare "gli errori educazionali piu' frequenti e che sono causa- conclude- dei disturbi del bambino". (Wel/ Dire)