(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 dic. - "I pediatri di famiglia italiani stanno sopportando, quasi da soli, il peso della pandemia influenzale in corso, ed anche in questa occasione del tutto eccezionale, senza alcun aiuto sostanziale da parte delle Regioni, hanno saputo stare vicino alle famiglie italiane con la loro puntuale assistenza e la corretta informazione". Lo afferma la Confederazione italiana dei pediatri (CIPe), in risposta a quanto dichiarato da Maria Rita Munizzi, presidente nazionale del Movimento italiano genitori (Moige), che addita i pediatri di famiglia perche' "sono ancora troppi i pediatri- dice Munizzi- che rifiutano di effettuare visite a domicilio quando richieste dai genitori, preoccupati di salvaguardare la salute dei propri figli". La CIPe giudica "sorprendente che la presidente nazionale di un'associazione di genitori disconosca, proprio in questa occasione, il ruolo insostituibile della categoria dei pediatri di famiglia, peraltro riconosciuto da tutte le piu' recenti indagini indipendenti, e si arroghi un ruolo che non le compete nel giudicare la correttezza o meno di un atto medico, quale e' la scelta di visitare un bambino in ambulatorio o a domicilio". Nella nota CIPe specifica il ruolo della pediatria di famiglia che "prevede attivita' continue di diagnostica, counseling e terapia, oltre che amministrative, che per essere bene svolte hanno bisogno di essere esercitate con molto tempo a disposizione, e quindi senza la pressione di urgenze che non siano piu' che giustificate. Nell'ambito di questo modello assistenziale- continua il comunicato- la visita domiciliare e', per consenso internazionale, un'attivita' di scarsissimo valore ed utilita', sia perche', con rarissime eccezioni, non esistono affatto rischi nel trasferimento del bambino febbrile in ambulatorio mediante un adeguato mezzo di trasporto, sia perche' i vantaggi della visita ambulatoriale in caso di febbre - in termini di rapidita' di esecuzione, di possibile diagnostica e supporto di informazioni - sono innegabilmente preponderanti". In conclusione, la Confederazione italiana dei pediatri avverte: "Diffondere a mezzo stampa informazioni gravemente distorte circa il ruolo assistenziale del pediatra di famiglia mette in pericolo il rapporto di fiducia medico-genitore e con esso la struttura assistenziale costruita in anni di impegno e di esperienza". (Wel/ Dire)