(DIRE - Notiziario Minori) Milano, 2 dic. - "Quanto e' accaduto giorni fa a Milano, lo sgombero di un campo rom in via Rubattino, deciso dal Comune senza rispettare le principali garanzie previsto dal diritto internazionale (ossia la predisposizione di un'alternativa abitativa, e lo sradicamento dei bambini dal quartiere, nel quale erano inseriti da tempo, anche nella frequenza scolastica) ci interroga da vicino, come persone impegnate, rispetto ai temi della disabilita', a diffondere e difendere i diritti previsti dalla Convenzione Onu". Parola di Ledha, la Lega dei diritti delle persone con disabilita', che attraverso il presidente Fulvio Santagostini e il portavoce, Franco Bomprezzi, ha inviato una lettera aperta a Letizia Moratti, sindaco di Milano. "Il principio di non discriminazione, la pari dignita' delle persone, sono questioni essenziali, rispetto alle quali non possiamo far finta di non vedere e di non sentire, e dunque non reagire come cittadini- prosegue Ledha-. Una comunita' nella quale chi detiene l'autorita', non solo per quanto concerne il tema della sicurezza e dell'igiene, ma anche per quanto riguarda i servizi sociali e l'aiuto alle famiglie, decide consapevolmente di limitare e violare i diritti minimi delle persone che vivono nel territorio, e' una comunita' piu' povera in termini di qualita' della convivenza e del rispetto delle regole per tutti". "Non e' sufficiente- continua la lettera- sapere che il potere civico gode del consenso di una vasta parte dell'opinione pubblica, impaurita e comunque insofferente di fronte alla presenza di minoranze come quella dei nomadi, specialmente di etnia rom. Il consenso popolare e' stato, nella storia del nostro Paese e dell'Europa, la premessa dei totalitarismi e della persecuzione delle minoranze: rom, ebrei, omosessuali, disabili. Ignorare questa storia, e soprattutto non cogliere per tempo il nesso con il tempo presente non e' solo negligenza o pigrizia individuale e collettiva. E' venire meno alla coerenza con il nostro impegno, di singoli e di associazioni, in favore di una societa' inclusiva, attenta alle fragilita', vicina ai diritti dei piu' deboli. Come non indignarsi di fronte al destino incerto di bambini e di mamme del tutto incolpevoli?". "E' evidente la complessita' delle risposte da fornire a gruppi che faticano a vivere rispettando le regole della cittadinanza. Ma non si comprende in questo caso l'esibizione di forza, il non ascolto delle associazioni di solidarieta', e perfino della Chiesa e dei suoi esponenti piu' responsabili e competenti. Come Ledha, Lega dei diritti delle persone con disabilita', abbiamo il dovere di difendere i diritti di tutti, di uscire da una tutela 'corporativa' per condividere, con assoluta serenita', forme di pressione civica affinche' la qualita' della convivenza civile a Milano non sia indebolita da episodi che sono destinati a pesare come precedenti gravi anche per le politiche che piu' ci riguardano da vicino". (Wel/ Dire)