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Bufera sulla gestazione per altri, Mollicone (FdI): “È un reato più grave della pedofilia”. Le reazioni

Divampa la polemica politica sul tema maternità surrogata. L'esponente FdI rincara la dose dopo le parole di Roccella, Rampelli e Pillon

Pubblicato:20-03-2023 13:17
Ultimo aggiornamento:21-03-2023 12:11

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ROMA – Divampa la polemica politica sul tema gestazione per altri. Dal confronto televisivo tra la ministra Eugenia Roccella e la conduttrice Lucia Annunziata alle parole del deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, che nel corso della trasmissione Omnibus su La7 ha dichiarato: “Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità l’hanno fatta fuori dai confini nazionali”. Da domenica 19 marzo un fiume di note stampa, dichiarazioni e commenti da sinistra a destra dell’arco parlamentare.

A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura della Camera ed esponente di FdI, commentando la tesi di un altro esponente di destra particolarmente attento al tema diritti, Simone Pillon, che sulle pagine de La Stampa ha affermato: “La gpa è un reato da perseguire come la pedofilia”. Non abbastanza secondo Mollicone, che ha rincarato la dose: “La gestione per altri è un reato grave, più grave della pedofilia. Siamo di fronte a persone che vogliono scegliere un figlio come la tinta di casa”

In un successivo post su Facebook, Mollicone ha citato Gramsci: “Antonio Gramsci già nel 1918 affrontava il tema dell’utero in affitto stigmatizzando in un articolo la ‘vendita delle ovaie di fanciulle povere a ricche signore’. ‘La vita, tutta la vita, non solo l’attività meccanica degli arti, ma la stessa sorgente fisiologica dell’attività, si distacca dall’anima, e diventa merce da baratto; è il destino di Mida, dalle mani fatate, simbolo del capitalismo moderno’, così Antonio Gramsci in Merce, in ‘Sotto la Mole’, Avanti! del 6 giugno 1918”. 

ZAN: “DESTRA CRIMINALIZZA LE FAMIGLIE ARCOBALENO”

Anche in questo caso, le reazioni non si sono fatte attendere. Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico: “C’è la volontà della destra di criminalizzare le famiglie arcobaleno e la comunità lgbtqia+, una vera e propria campagna d’odio per inquinare il dibattito con fake news vergognose. Prima il Vicepresidente della Camera Rampelli che ha accusato le coppie omosessuali di “spacciare bambini” e la Ministra Roccella che ha parlato di “mercato”, ora il Presidente della Commissione Cultura di Montecitorio Mollicone che ha definito la maternità surrogata più grave della pedofilia, con un accostamento pericoloso e criminale. Frasi abominevoli da cui Giorgia Meloni deve prendere le distanze e che deve condannare. La gestazione per altri in Italia è vietata, la destra e il governo strumentalizzano questo tema per negare ogni straccio di riconoscimento a più di 150mila bambine e bambini che oggi sono discriminati e hanno meno diritti dei figli di Meloni e Salvini. Siamo di fronte a un linguaggio d’odio che parte dalle istituzioni e può avere effetti devastanti nella società”. 

LA REPLICA DI MOLLICONE: “GPA DIVENTI REATO UNIVERSALE, DA PERSEGUIRE IN TUTTO IL MONDO

Dopo poco è arrivata anche la replica di Mollicone, che ha puntualizzato: “La sinistra e la redazione unica dei media continuano a impiccare sulle parole un fatto incontrovertibile: in Italia la maternità surrogata è un reato e deve diventare un reato universale, da perseguire in tutto il Mondo, in quanto comprare una vita umana è comunque un reato etico e morale gravissimo. E’ una valutazione morale e non giuridica, come spiegato subito. Dal punto di vista giuridico sono reati ben diversi, e la pedofilia è gravissima. Sono reati giuridicamente non comparabili. Non dobbiamo paragonarli. Il mio pensiero è stato distorto. Era riferito a chi, specialmente nel Sud del Mondo, dove la maternità surrogata viene persino utilizzata per generare bambini utilizzati per il traffico di organi, in maniera criminale organizza interi capannoni di madri surrogate, per speculare sulla vendita della vita come merce, sottolineato anche tramite un illuminante articolo di Gramsci del 1918. Non certo agli uomini e alle donne che accettano, per una fraintesa necessità di genitorialità, qualsiasi compromesso pur di avere un figlio. Questo ragionamento l’ho spiegato subito in trasmissione. Per chi riporterà queste parole senza l’interezza del ragionamento valuterò querela”.

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