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PALERMO – Divieto di dimora a Cefalù (Palermo) per l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. La misura cautelare è stata disposta dal gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Procura. Miccichè è indagato per peculato, truffa aggravata ai danni dell’Ars e false attestazioni. Nell’ambito della stessa indagine, il gip ha disposto l’obbligo di dimora nei comuni di Palermo e Monreale per l’assistente parlamentare con funzioni di autista di Miccichè, Maurizio Messina. Con la stessa ordinanza, inoltre, il gip ha disposto il sequestro preventivo di circa 24mila euro, considerati “profitto dei reati di peculato, truffa aggravata ai danni dell’Ars e false attestazioni”. Queste ultime riguarderebbero la presenza in servizio del dipendente pubblico.
A bordo dell’auto di Miccichè avrebbero trovato posto anche familiari e collaboratori. Secondo l’ipotesi accusatoria, avvalorata dal gip, l’auto blu in dotazione a Miccichè sarebbe stata usata per finalità non istituzionali. Dal trasporto di piante e alimenti, fino al gatto dell’ex numero uno di Palazzo dei Normanni. Un comportamento che avrebbe portato il politico ad abusare dell’auto blu del Parlamento regionale per finte missioni.
Negli scorsi mesi la guardia di finanza era arrivata a Palazzo dei Normanni per alcune verifiche. Il lavoro delle fiamme gialle era stato indirizzato proprio a recuperare il regolamento sull’utilizzo delle auto blu. La presenza della guardia di finanza a Palazzo Reale era stata notata anche da una collaboratrice di Miccichè, che ne aveva fatto riferimento proprio in una conversazione telefonica intercettata dagli investigatori.
Miccichè si difende: “Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato e agito con la massima trasparenza e rigore – afferma -. Sono pronto a chiarire tutto davanti gli organi competenti”.
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