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In Nord Kivu è escalation, espulso l’ambasciatore del Ruanda

Cortei a Goma per chiedere la fine delle violenze o armi per aiutare l'esercito a respingere l'offensiva dei ribelli M23, di cui Kigali è ritenuta responsabile

Pubblicato:31-10-2022 17:19
Ultimo aggiornamento:31-10-2022 17:19

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ROMA – Sale la tensione a Goma, il capoluogo della provincia di Nord Kivu, nell’est della Repubblica democratica del Congo. Centinaia di persone sono scese in strada stamani per invocare la pace e chiedere alle autorità locali la distribuzione di armi per permettere ai cittadini di unirsi alle truppe regolari.

Qui, dalla scorsa settimana, sono in atto scontri tra l’esercito regolare (Fardc) e la milizia M23, composta in maggioranza da tutsi e che riceverebbe il sostegno finanziario e militare dal Ruanda. A muovere tali accuse è il governo del presidente Felix Tschisekedi, che sabato ha dichiarato l’ambasciatore ruandese Vincent Karega “persona non grata” e gli ha chiesto di lasciare entro 48 ore il Paese. Oggi, il diplomatico è partito, come mostrano le foto circolanti sulla stampa locale che ritraggono il diplomatico a bordo di un’imbarcazione attraverso il fiume Congo diretto a Brazzaville, dove ha preso un volo per Kigali. Il governo ruandese ha negato ogni legame con l’M23, al contrario ha accusato a sua volta l’esecutivo congolese di sostenere i ribelli hutu ruandesi. Hutu e tutsi sono le comunità etniche protagoniste del genocidio che ha scosso il Ruanda nel 1994.

L’M23 STA CONQUISTANDO TERRITORI

L’espulsione dell’ambasciatore è giunta dopo che negli ultimi giorni, dopo violenti scontri, l’M23 ha raddoppiato i territori posti sotto il suo diretto controllo, dopo la presa l’estate scorsa della città di Bunagana, non lontana dalla frontiera con l’Uganda. Il Ruanda è stato pertanto accusato di voler annettere il nord-est del Paese puntando a prendere Goma.


Ieri, dopo cortei della popolazione di Goma in cui sono state bruciate bandiere del Ruanda, la Missione di peacekeeping delle Nazioni Unite (Monusco) in una nota ha espresso “ferma condanna per le azioni ostili dell’M23 e le loro gravi conseguenze sulla popolazione civile”.

Dall’Unione Africana è arrivato inoltre un appello “a tutte le parti a stabilire un cessate il fuoco immediato, a rispettare il diritto internazionale, la sicurezza dei civili e la stabilità alle frontiere di tutti i paesi della regione”.
Il gruppo M23 è presente nel Nord Kivu dal 2012, quando conquistò Goma, il capoluogo commerciale che si affaccia sul lago Kivu, strategicamente importante poiché farebbe da cerniera economica tra il Congo con il Ruanda, l’Uganda e il Burundi.

In quell’occasione, l’esercito sostenuto dai Caschi blu dell’Onu hanno ricacciato i ribelli che, ad eccezione di sporadiche incursioni, sono rimasti inattivi fino agli ultimi mesi. In questa regione sono attivi decine di gruppi armati che si contendono il controllo delle risorse naturali ed economiche, con abusi e uccisioni tra la popolazione locale.

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