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Vent’anni fa il sisma di San Giuliano di Puglia uccise 27 bambini e una maestra

Il 31 ottobre del 2022 una violenta scossa di terremoto causò il crollo del tetto della scuola elementare Francesco Jovine

Pubblicato:31-10-2022 14:21
Ultimo aggiornamento:31-10-2022 14:21

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CAMPOBASSO – Il 31 ottobre di vent’anni fa una violenta scossa di terremoto causò il crollo del tetto della scuola elementare Francesco Jovine di San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso. Sotto le macerie il corpo senza vita di 27 bambini e di una maestra, Carmela Cinigli. Oggi la comunità di San Giuliano di Puglia si è riunita nel cimitero cittadino per ricordare le vittime della strage, una ferita incancellabile per i cittadini del Molise e dell’Italia intera.

 Il terremoto del 31 ottobre 2002, magnitudo 5.7, avvenuto alle 11:32 ora italiana, ricorda l’Ingv, venne avvertito in una vasta area dell’Italia centro-meridionale, provocando danni significativi in un’area ristretta compresa fra i Frentani, il Sannio e la Capitanata, nelle province di Campobasso e Foggia. La scossa era stata preceduta da cinque terremoti nella notte di magnitudo compresa tra 2.5 e 3.5. Poco più di 24 ore dopo la scossa più forte, alle 16:09 del 1 novembre un altro terremoto di magnitudo 5.7 colpì l’area, accrescendo i danni provocati dalla prima. L’intera sequenza ebbe più di 1.900 eventi di magnitudo compresa tra 2.0 e 4.2, distribuiti prevalentemente in un’area estesa 15 chilometri. Successive analisi hanno consentito di rilocalizzare gli ipocentri delle scosse principali e di centinaia di repliche di piccola magnitudo.

VALDITARA: “LA SCUOLA MAI PIÙ LUOGO DI TRAGEDIE”

“So che non esiste parola mia, o di nessun altro, che possa riscattare quello che è accaduto vent’anni fa. Perché vent’anni fa, nella vostra terra straordinaria, si è capovolto completamente il senso delle cose – ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara -. Il luogo per eccellenza deputato alla piena realizzazione della persona umana è diventato il luogo della sua negazione. Su questo valgono solo il silenzio e l’ascolto a capo chino di quei ventisette rintocchi di campana che risuonano oggi. A noi, anzitutto a chi ha l’onere di governare le comunità e la Nazione, resta la consapevolezza che l’assurdo non deve mai più accadere. Che la scuola è e deve sempre essere luogo di crescita, di scoperta e affermazione di sé, mai di pericolo e di tragedia”.


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