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Cooperazione, Concord: “Aiuti europei in calo, -4% nel 2017”

ROMA - Il finanziamento destinato dall'Unione Europea e dagli Stati membri all'aiuto pubblico allo sviluppo è tornato a diminuire l'anno

Pubblicato:31-10-2018 18:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:44
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ROMA – Il finanziamento destinato dall’Unione Europea e dagli Stati membri all’aiuto pubblico allo sviluppo è tornato a diminuire l’anno scorso, per la prima volta dal 2013. Lo ha segnalato uno studio realizzato da Concord Europe, una rete che raccoglie 2600 ong dei 28 Paesi dell’Unione.

Il rapporto, intitolato ‘Aid Watch’, pubblicato questo mese, mostra come tra il 2016 e il 2017 l’aiuto pubblico allo sviluppo da parte della Ue sia diminuito sensibilmente.
“Nel 2017, secondo l’elaborazione basata su dati Ocse, si registra infatti una riduzione del 4% del volume degli aiuti, passando in percentuale dallo 0,51% 2016 allo 0,49% del 2017 (28 paesi più la Commissione)” spiega sul sito di ‘Concord Italia’ il suo portavoce Francesco Petrelli. “Seguendo questo ritmo la proiezione contenuta nel rapporto ci dice che l’obiettivo dello 0,70% (al centro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, ndr) composto di aiuto allo sviluppo autentico sarà raggiunto non nel 2030 ma nel 2057”.

La rete Concord sottolinea che non tutti gli aiuti sono “autentici”, ovvero mirati a contrastare le cause della povertà e dell’esclusione.


Dei 72 miliardi e 650mila euro impegnati nel 2017, infatti, il 19%, pari a 14 miliardi, risulta corrispondere alla categoria dell'”aiuto gonfiato”.

Gli Stati definiscono spesso come “aiuto”, ad esempio, la riduzione del debito o degli interessi sui crediti concessi in aiuto. Anche i costi dell’asilo nei Paesi donatori e quelli sostenuti per gli studenti dei Paesi in via di sviluppo in Europa possono rientrare nella categoria degli “aiuti gonfiati” così come gli aiuti vincolati o “legati”, ovvero concessi ai Paesi poveri a condizione che vengano usati per fare acquisti nei Paesi donatori.

Nel 2017 si rileva un 15% di componente di “aiuto legato” e un 30% di aiuto “parzialmente legato”. Lo scorso anno, l’Unione Europea ha continuato a rappresentare il primo donatore mondiale di aiuti pubblici allo sviluppo.

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