NEWS:

Processo Aemilia, condannato a 2 anni di carcere l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta

Dura sentenza nel processo per 'ndrangheta in Emilia: il padre dell'ex campione del mondo condannato a 19 anni

Pubblicato:31-10-2018 16:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:44

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

REGGIO EMILIA – “Siete ridicoli, vergogna, tutto il mondo deve sapere che cosa avete fatto”. Sono le parole di Vincenzo Iaquinta, ex campione di calcio coinvolto con il padre Giuseppe nel maxi processo Aemilia contro la ‘ndrangheta, poco dopo la lettura della sentenza di condanna per entrambi pronunciata oggi a Reggio Emilia.

LEGGI ANCHE: Processo Aemilia, la ‘ndragheta in Emilia adesso fa i conti con 125 condanne

Per Iaquinta “senior”, imprenditore ritenuto intraneo all’organizzazione mafiosa e a sua disposizione, è stata confermata la condanna a 19 anni di carcere. Il figlio Vincenzo, che secondo il pm Beatrice Ronchi lasciava volontariamente le proprie armi al padre come strumento di difesa, deve invece scontare due anni di carcere (la Procura ne voleva sei).


Non è chiaro se abbia però sentito il verdetto che lo riguarda, perché subito dopo aver ascoltato quello sul padre ha iniziato ad inveire contro i giudici, per poi essere scortato fuori dall’aula dalle forze dell’ordine.

Una scena, quella delle proteste degli imputati condannati, che si è ripetuta al momento della lettura della sentenza di Salvatore e Luigi Silipo. E’ stata la moglie di quest’ultimo a dare in escandescenze (“Bravi, bravi, bis, continuate così”) e poi scoppiare in lacrime, mentre Salvatore Silipo si è liberato con un “vaffa” ai presenti.

Fra le condanne del rito ordinario spiccano anche quelle -confermate in 19 anni- dei fratelli sinti Alfredo e Francesco Amato, che secondo il pentito Antonio Valerio vorrebbero imporsi al vertice della cosca, indebolita dal processo. Per loro scatterà anche la libertà vigilata per 3 e un anno dopo il carcere.

Alfonso Mendicino, famoso per un video in cui insultava i reggiani, rimedia 7,6 anni, mentre la Procura ne aveva chiesti 11. Da notare infine che nei prossimi giorni dovrebbe infine scattare ora -come chiesto dal pm Beatrice Ronchi in caso di condanna- anche la custodia cautelare in carcere per gli imputati rimasti a piede libero. Non ci sono stati infatti, come qualcuno ipotizzava, arresti “contestuali” delgi imputati presenti in aula.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it