La canzone in cui è protagonista l’assassino di Sharon Verzeni. La droga, la violenza, la musica: chi è Moussa Sangare

Il 31enne italiano originario del Mali sognava di diventare artista: il provino andato male con X Factor e il ritorno nel comune della bergamasca

Pubblicato:31-08-2024 11:18
Ultimo aggiornamento:01-09-2024 19:45

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ROMA – “Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa”. Sono le parole di Moussa Sangare, l’uomo che ha confessato di aver accoltellato a morte Sharon Verzeni la notte tra il 29 e 30 luglio. Quattro i corpi inferti alla donna, l’arma del delitto è stata ritrovata dai carabinieri seppellita sulla riva del fiume Adda. Il 31enne è stato ripreso in un frame delle telecamere di videosorveglianza di una banca, ma per l’individuazione sono state decisive le testimonianze di due cittadini marocchini. Italiano di origini maliane, Moussa Sangare sognava di diventare famoso attraverso la musica. Nel 2016, insieme al rapper Izi, si è esibito in un brano dal titolo ‘Scusa’, che su Youtube ha raggiunto oltre 14 milioni di visualizzazioni.

Una passione che l’aveva portato a fare esperienze in Inghilterra e Stati Uniti e a incrociare talenti del calibro di Ghali, Shade, Charlie Charles, Tedua. Con tanto di foto insieme.

Speranze infrante, compreso il provino per X Factor. Tutti tentativi andati a vuoto. Quindi il ritorno a casa, a Suisio, il comune di 4mila abitanti dov’è nato e cresciuto. Il titolare della pizzeria in cui aveva lavorato prima di partire per l’estero lo ha definito “sempre solare e sorridente”, riporta il Corsera. Ma forse qualcosa è cambiato dopo i fallimenti professionali. Dal rientro in Italia si sono ripetute le liti in casa e la violenza contro madre e sorella, tanto che le due donne hanno sporto denuncia per maltrattamenti. Alla fine dello scorso anno, Mousse ha puntato un coltello contro la sorella. “Ha avuto problemi di droga, ma non vive qui da più di anno”, ha detto la familiare. “Lo vedevo consumare droga qua nella via, in piazza, ovunque. E qualche mese fa, avrebbe anche minacciato di dare fuoco alla casa”, riferisce un residente del palazzo in cui viveva. Storia di emarginazione e frustrazione, fino alla notte in cui diventa killer.

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