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In Cina torna il lockdown a causa del Covid. L’allarme chiusure coinvolge anche l’economia

Le città industriali coinvolte dalle nuove misure anti coronavirus sono Chengdu, Dalian, Guangzhou, Shenzhen e Shijiazhuang

Pubblicato:01-09-2022 10:35
Ultimo aggiornamento:01-09-2022 10:35

Xi Jinping
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ROMA – Cos’hanno in comune Chengdu, Dalian, Guangzhou, Shenzhen e Shijiazhuang? Sono tutte città industriali della Cina e sono tutte chiamate a fare nuovamente i conti con il Covid-19 e con le relative chiusure. Per i loro abitanti, il governo di Pechino ha infatti stabilito nuove forme di lockdown. La scelta di rinchiudere nuovamente milioni di persone nasce proprio con l’obiettivo di contenere gli ultimi focolai del coronavirus, in un’ottica di “tolleranza zero” portata avanti dal presidente cinese, Xi Jinping.

COINVOLTI ANCHE SCUOLA E TRASPORTI

Fino a sabato, a Guangzhou, capoluogo del Guangdong, nei pressi di Hong Kong, saranno chiuse alcune aree di un distretto, dopo che sono stati rilevati cinque contagi trasmessi localmente. Le brutte notizie riguardano anche il mondo della scuola: sempre a Guangzhou è stato infatti deciso di posticipare la riprese delle lezioni negli asili nido, negli istituti primari, alle medie e alle superiori, mentre sono state sospese le lezioni già iniziate. Il Covid sta creando problemi anche al settore dei trasporti: autobus e metropolitana hanno infatti ridotto drasticamente le proprie corse. Il lockdown durerà qualche giorno in più nella città di Dalian, nel Liaoning: circa la metà dei suoi 6 milioni di residenti si fermerà per cinque giorni. Non vanno certamente meglio le cose a Shenzhen, nel Guangdong: sono infatti circa 9 milioni i residenti di almeno quattro distretti interessati dalle nuove rigide misure di contenimento del virus.

41 I FOCOLAI, RESPONSABILI DEL 32% DEL PIL DEL PAESE

Alla chiusura da lockdown si accompagna intanto un ulteriore allarme. La politica del presidente cinese sul Covid avrebbe infatti determinato un brusco stop all’economia del gigante asiatico. Al momento, rende noto Capital Economics, si registrano focolai in 41 città della Cina, responsabili del 32% del Pil del Paese: si tratta del numero più alto mai registrato dallo scorso mese di aprile. “Per ora l’impatto appare modesto – ha spiegato al Guardian l’economista di una società di consulenza, Julian Evans-Pritchard – ma la minaccia di dannosi lockdown sta crescendo. E anche se fossero evitati, ci aspettiamo che la crescita resti debole”.


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