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Ricerca, l’Ateneo di Bologna cerca elisir di lunga vita nella talpa nuda

La talpa è il roditore più longevo al mondo, capace di resistere a sostanze tossiche e anche al cancro

Pubblicato:31-08-2017 15:19
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:38

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di Andrea Sangermano, giornalista professionista

Credits @GerdBirkenmeier

BOLOGNA – E’ il roditore più longevo al mondo, capace di resistere a malattie e sostanze tossiche e di vivere anche dieci volte di più rispetto agli altri animali della sua specie. Si tratta della talpa nuda e potrebbe essere la via per trovare l’elisir di lunga vita. E’ quello che sta indagando un gruppo di ricercatori del dipartimento di Farmacia e biotecnologie dell’Alma Mater di Bologna, insieme ai colleghi dell’Università di Lipsia e della Bahir Dar University in Etiopia.

Da tempo il piccolo roditore nativo del Corno d’Africa ha acceso l’interesse degli scienziati. Il team di Bologna, per la prima volta al mondo, ha studiato in particolare la composizione del microbiota intestinale della talpa, ovvero il numeroso insieme di microorganismi che abitano nell’intestino dell’animale. E hanno scoperto che alcuni specifici batteri si trovano in percentuali simili anche nel microbiota intestinale umano di alcuni ultracentenari. Un indizio da approfondire, insomma. Ma non è l’unico. Diverse specie di batteri trovate nella talpa, in passato erano presenti anche nel microbiota delle popolazioni umane occidentali e si pensa siano andate perdute con l’avvento dell’industrializzazione. Non solo. Gli scienziati sospettano che proprio la scomparsa di questi batteri possa essere legata all’aumento di diverse malattie autoimmuni.


La talpa nuda può arrivare fino a 30 anni, con un’aspettativa di vita fino a dieci volte superiore di altri roditori. Nel corso della sua vita, inoltre, mostra pochissimi segni dovuti all’invecchiamento ed è un animale straordinariamente resistente a composti tossici, metalli pesanti e agenti chemioterapici. E resiste persino al cancro. Il gruppo di ricerca guidato dall’Alma Mater di Bologna ha analizzato i batteri intestinali di 35 talpe nude della Rift valley, una regione dell’Etiopia orientale, confrontandone il Dna con quello di altri animali e dell’uomo. Si è scoperto che il microbiota del piccolo roditore è composto in modo diverso rispetto a quello di tutti gli altri, a causa sia dalle caratteristiche dell’animale sia dalle condizioni di vita estreme a cui è abituato. La talpa nuda infatti abita in intricati labirinti di tunnel nel sottosuolo di zone aride e semi-aride del Corno d’Africa. Vive in grandi colonie con una complessa organizzazione sociale e guidate da una sola regina fertile, come le api. Si è scoperto dunque che una grande quantità e varietà di batteri intestinali trovati nella talpa sopravvive grazie a solfati, solfiti o altre molecole di zolfo, alcune delle quali mai osservate prima in alcun microbiota. Una caratteristica che può essere legata appunto al sottosuolo della Rift Valley dove vive l’animale, ricco di composti sulfurei.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Scientific Reports. “Lo studio del microbiota intestinale della talpa nuda come modello di longevità e salute– spiega Elena Biagi, ricercatrice dell’Alma Mater- è di eccezionale interesse poiché rappresenta un’opportunità unica per esplorare il ruolo della simbiosi tra ospite e batteri intestinali nei processi di invecchiamento fisiologico, favorendo la longevità”. Per la talpa in particolare, è stato ipotizzato che anche il sottosuolo in cui vive possa fornire elementi chiave per il suo microbiota. Un fenomeno “mai osservato prima”, che potrebbe far scoprire “un nuovo equilibrio ecologico” negli animali e confermare l’importanza dei batteri intestinali nell’evoluzione dei mammiferi.

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