Migranti africani sfruttati nei campi del Cagliaritano, arrestato “caporale”

Nei guai il titolare di un’azienda agricola di Monastir, i braccianti erano richiedenti asilo ospiti del centro di accoglienza

Pubblicato:31-07-2024 11:57
Ultimo aggiornamento:31-07-2024 11:58
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CAGLIARI – Migranti africani sfruttati nei campi di Monastir, alle porte di Cagliari, per pochi euro all’ora, in nero, e con turni di lavoro fino a 10 ore al giorno. Nei guai un imprenditore cagliaritano di 39 anni titolare di un’azienda agricola, arrestato dalla Polizia per il reato di sfruttamento di lavoro. L’uomo avrebbe impiegato, in condizioni di sfruttamento, cittadini originari della zona subsahariana, alcuni dei quali ospiti richiedenti asilo alloggiati nel Centro di accoglienza straordinaria di Monastir.
L’indagine era partita da una segnalazione arrivata nei giorni scorsi agli ispettori del lavoro della sede provinciale di Cagliari. È da qui che i poliziotti avrebbero avuto i primi riscontri, che riguardavano alcune presunte anomalie su assunzioni che venivano effettuate dal titolare di un’azienda agricola, senza segnalare le dovute retribuzioni e di conseguenza senza versare i previsti contributi previdenziali. Alcuni di questi braccianti, stranieri richiedenti asilo, non avrebbero avuto nemmeno i requisiti base per poter essere impiegati, considerando anche che, per il loro status e la loro provenienza, versavano in uno stato di costante bisogno e vulnerabilità.
Collaborando con l’ispettorato del lavoro, gli uomini della Mobile avevano quindi avviato una serie di controlli più approfonditi, assumendo informazioni anche dagli stranieri impiegati che man mano venivano identificati. Dalle testimonianze dei ragazzi sarebbero emerse le condizioni di sfruttamento, a partire da un impiego giornaliero di 8-10 ore con una breve pausa per il pranzo che il lavoratore portava autonomamente, come anche l’acqua per bere. Quindi assenza di materiale di protezione individuale e e di locali adeguati per le pause, e infine retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi a livello nazionale- 5 euro all’ora in nero– e comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato.
Inevitabile a quel punto il blitz degli investigatori della Mobile, che, insieme al personale dell’ispettorato del lavoro, nei giorni scorsi sono entrati nei terreni di proprietà dell’indagato, rilevando la presenza di cinque braccianti intenti a lavorare in un campo di ortaggi. Presente sul posto anche il proprietario dei campi, arrestato immediatamente.

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