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Consiglio Grande e Generale, martedì 30 luglio

In apertura dei lavori, l'Aula approva all'unanimità l'inserimento all'ordine del giorno al comma 19 del progetto di legge del Congresso di Stato che recepisce il quesito referendario relativo alla legge elettorale e che ha avuto pochi giorni fa il placet del Collegio garante

Pubblicato:31-07-2019 10:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:35
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In apertura dei lavori, l’Aula approva all’unanimità l’inserimento all’ordine del giorno al comma 19 del progetto di legge del Congresso di Stato che recepisce il quesito referendario relativo alla legge elettorale e che ha avuto pochi giorni fa il placet del Collegio garante. Si apre così il dibattito unico su tre progetti di legge che intervengono sulla normativa elettorale, su sui si concentra l’intera seduta consiliare odierna: uno presentato da maggioranza in prima lettura, uno dall’opposizione, che recepisce il quesito referendario, in seconda lettura, e l’ultimo appunto a firma della Segreteria di Stato per gli Affari interni, che ha lo stesso scopo di quello precedente.

Nel corso del dibattito, emerge come tutti i gruppi consiliari siano impegnati in parallelo in un tavolo istituzionale che ha l’obiettivo di intervenire sulla materia elettorale in termini più generali a quello del recepimento del quesito referendario, attraverso correttivi che possono riguardare altri punti ritenuti problematici sia dalla maggioranza che dall’opposizione, tra cui la preferenza unica, il voto estero, la soglia di sbarramento che si vorrebbe alzare per contrastare la frammentarietà della politica. La richiesta avanzata dalla maggioranza è di giungere al tavolo a un accordo per la modifica della legge che inserisca correttivi su questi temi, oltre che l’esito del referendum. Se l’intesa si raggiunge entro domani, sarà richiesta la procedura d’urgenza per il pdl del governo che contempli emendamenti in questa direzione. Diversamente il lavoro al tavolo potrà proseguire per ricercare una intesa successiva che porti a un pdl condiviso nella sessione di settembre. Dall’opposizione l’appello è piuttosto quello di accelerare sul Pdl che recepisce il quesito referendario, ritenuto prioritario, che sia il proprio testo, già in seconda lettura, o quello del governo, attraverso procedura d’urgenza. Si concorda comunque sulla necessità di procedere a una riflessione anche rispetto ad altri interventi sollecitati da Adesso.sm, ma l’accordo al tavolo istituzionale non pare così scontato in tempi brevi. Lo stesso tavolo si riunirà questa sera, per trovare la quadra sul da farsi. La seduta si interrompe a conclusione del dibattito.
I lavori riprenderanno domani mattina e, sulla base dell’esito del tavolo istituzionale di questa sera, si deciderà quale modifica della legge elettorale verrà esaminata e accolta e quale invece rinviata.

Di seguito un estratto della prima parte degli interventi odierni.


Comma19 Dibattito sul recepimento del quesito referendario in materia elettorale b) Progetto di legge “Adeguamento della Legge Qualificata 11 maggio 2007 n.1” (presentato dai Gruppi Consiliari di Maggioranza) (I lettura) c) Progetto di legge “Modifiche alla Legge Elettorale” (presentato dai Gruppi Consiliari di RETE, MDSI, PDCS, PS e PSD) (II lettura)

Guerrino Zanotti, Segretario di Stato per gli Affari interni dà lettura della relazione del Pdl

“Il presente progetto di legge qualificata è diretto ad apportare modifiche narmative finalizzate a recepire la materia oggetto di referendum – secondo i principi ed i criteri direttivi approvati dal corpo elettorale – definendo gli aspetti di carattere procedurale in esito al Referendum propositivo indetto con Decreto Reggenziale 26 marzo 2019 n.52 sulla seguente proposta. ‘Volete voi che nella Legge Qualificata 11 Maggio 2007 n.l (Disposizioni per la valorizzazlone della volontà dei cittadini e per la parità in materia di elezioni e campagne elettorali) siano introdotte le seguenti modifiche: che, nel caso in cui nessuna coalizione o lista abbia aggiunto al primo turno il risultato da cui la legge qualificata fa dipendere la proclamazione del vincitore delle elezioni, la Reggenza conferIsca alla coalizione D lista che abbia raggiunto la maggioranza relativa dei voti un mandato di 15 giorni al fine di formare una maggioranza attraverso l’accordo con altra lista o coalizione che abbia ottenuto seggi nel Consiglio Grande e Generale; che, nel caso il primo tentativo abbIa esito negativo, la Reggenza conferisca un secondo mandato, con le stesse finalità e le stesse modalità del precedente, alfa coalizione o lista che sia arrivata seconda nella consultazione elettorale; che qualora anche il secondo tentativo abbia esito negativo, si debba tornare al voto con il ballottaggio fra le due coalizioni o liste maggiormente votate, come prevede l’attuale normativa e con le conseguenze da essa contemplate ?’.
Ai sensi dell’articolo 23, comma 1, delle Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 “Del referendum e dell’iniziativa legislativa popolare” e sue successive modifiche, con Decreto Reggenziale 4 giugno 2019 n.92 “Risultati del Referendum Proposltivo celebrato il 2 giugno 2019 e apertura del termine di cui all’articolo 23 della Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 e successive modifiche”, concluse le operazioni di voto e di scrutinio, visti gli atti dell’Ufficio Elettorale Centrale riunitosi il 3 giugno 2019 e trasmessi dalla Segreteria di Stato per gli Affari Interni all’Ufficio Segreteria Istituzionale in data 3 giugno 2019 (Prot.n. 65830/2019), è stato pubblicato l’esito del referendum propositivo, la cui proposta è stata accolta, avendo, la risposta affermativa, ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi, in base al disposto dell’articolo 22, commi 2 e 3, della Legge Qualificata 29 maggio 2013 n.1 e s.s.m.. La Segreteria di Stato per gli Affari Interni ha redatto il progetto di legge qualificata, volto a disciplinare la materia oggetto del referendum, recependo i contenuti del medesimo in applicazione dell’esito della volontà dei cittadini, il cui testo è stato adottato nella seduta del Congresso di Stato in data odierna e trasmesso alla Reggenza per la trasmissione al Collegio Garante affinché si esprima sulla compatibilità della proposta di legge con il quesito approvato, ai sensi del medesimo articolo 23 della Legge Qualificata n.1/2013.

Nello specifico le modifiche che si intendono apportare riguardano l’articolo 19 della Legge Qualificata n.1/2013, prevedono, nel caso in cui nessuna lista o coalizione di lista abbia raggiunto al primo turno un risultato tale da consentirle di essere proclamata vincitrice, una fase intermedia tra il primo turno e l’eventuale ballottaggio, che permetta di verificare se può essere raggiunta una maggioranza attraverso l’accordo con altra lista o coalizione di lista sulla base dei seggi ottenuti al primo turno, fatto salvo che liste o coalizioni di lista mantengano la forma aggregativa con cui si sono presentate – senza possibilità di rotture interne – e senza usufruire di alcun premio di stabilità. L’articolo 1 è diretto a riformulare l’articolo 19, della Legge Qualificata n. 1/2013. Ai sensi del comma 11 dell’articolo 19, nel caso in cui nessuna lista o coalizione di liste consegua il numero minimo di voti validi e neppure i 30 (trenta) quozienti in base alle operazioni di assegnazione dei seggi a seguito del primo turno, la Reggenza conferisce un primo mandato di 15 giorni alla lista o coalizione di lista che abbia raggiunto la maggioranza relativa dei voti, al fine di formare una maggioranza attraverso l’accordo con altra lista o coalizione di lista che abbia ottenuto seggi nel Consiglio Grande e Generale. Il comma 12 dell’articolo 19 prevede che, nel caso di esito negativo a seguito del primo mandato, la Reggenza possa conferire un secondo mandato, con le stesse finalità e le stesse modalità del precedente, alla lista o coalizione di lista che sia arrivata seconda al primo turno della consultazione elettorale. Con il comma 14 – nel caso in cui a seguito dei due superiori mandati o qualora nessuna lista o coalizione di lista consegua il numero minimo di voti validi e neppure i 30 (trenta) quozienti – prevede che la Reggenza indica la votazione di ballottaggio fra le due liste o coalizioni di liste che al primo turno abbiano conseguito le cifre elettorali più alte.
Il presente progetto di legge qualificata che sarà trasmesso da parte della Reggenza al Collegio Garante, affinché si esprima sulla compatibilità della proposta di legge con il quesito approvato, sarà oggetto di eventuale revisione di uniformità rispetto alle comunicazioni ricevute dal Collegio Garante. Il Congresso di Stato, procederà nei termini previsti dalla norma in vigore, a regolarizzare il progetto e a depositarlo all’Ufficio di Presidenza del Consiglio Grande e Generale al fine di inserirlo all’ordine del giorno della prima seduta utile. Per il contenuto e le finalità che il progetto di legge qualificata in oggetto si prefigge, si confida in un suo favorevole accoglimento da parte del Consiglio Grande e Generale”.

La relazione è stata predisposta prima della trasmissione del Pdl alla Reggenza, che l’ha poi posta al vaglio a sua volta del Collegio garante. Il Collegio garante che ha dato parere positivo in quanto conforme al quesito referendario e oggi è il testo su cui Consiglio si misurerà per cercare di trovare un accordo anche sulla possibilità di fare ulteriori interventi oltre questo. Intenzione è dare risposta alla volontà dei cittadini espressa dal referendum, compito cui abbiamo adempiuto, tuttavia credo sia necessario fare dei ragionamenti e il tavolo con tutti i gruppi a quello doveva mirare, a condividere l’accordo su eventuali ulterori interventi in materia elettorale. Non ci sono leggi elettorali più o meno belle, più o meno buone, credo che l’obiettivo cui si deve mirare è la possibilità di trovare accordo più ampio possible, se non unanime, sulle regole del confronto politico. Questa è la base su cui deve poggiare lo svolgimento della vita democratica. La legge elettorale non determina esse stessa gli equilibri politici, deve dare la possibilità alla cittadinanza di esprimere appieno la propria volontà e dovrebbe cercare di essere strumento utile affinché ci sia di nuovo un avvicinamento della cittadinanza alla vita del Paese. Credo infatti che anche la legge elettorale possa valorizzare la partecipazione dell’eletorato attivo, oltre a questo deve garantire stabilità di governo e una maggioranza coesa in grado di dare risposte su cui siamo chiamati. Non lo nascondo, la legge elettorale che oggi andiamo a modificare, credo fosse uno strumento in grado di valorizzare il voto dei cittadini. Chiaro che le situazioni mutano nel tempo, gli equilibri e le rappresentanze dei politici sono più o meno frammentate e coese, determinano risultati che in altri tempi non si sono verificati, tuttavia la possibiltà per la cittadinanza di esprimersi in modo chiaro su coalizioni e programmi elettorali definitivi prima del voto, credo sia elemento di garanzia per la partecipazione della cittadinanza. Non so quale sarà l’esito del tavolo istituzionale che sarà impegnato fino alla fine del dibattito e che ci vede impegnati. Credo tutte le opinoni saranno tenute in considerazione per giungere ad un voto unanime di tutti i gruppi. Dobbiamo fare uno sforzo di sintesi e collaborazione per dare un ulteriore esempio della coesione, quanto meno nella scrittura della vita democratica del Paese.

Alessandro Bevitori, Ssd

Intervengo per dare un quadro generale, visto che il tavolo istituzionale sta lavorando e anche ieri sera c’è stata una riunione in un clima positivo, dove tutte le forze politiche hanno manifestato le proprie idee e obiettivi. E’ un risultato che va sottolineato ancor di più quando si parla delle regole del gioco come nel caso della legge elettorale. Nel mezzo c’è stato un referendum che deve essere rispettato. Gli obiettivi che si è posto Ssd: nel rispetto dell’esito referendario, si vuole dare più importanza possibile e consapevolezza agli elettori. Il quesito referendario è stato chiaro, non ci potranno essere ballottaggi, ma sarebbe utile per i cittadini sapere cosa farà la forza politica a cui viene data propria fiducia. Io sarei molto contento, come elettore, di dare un sostegno a una forza politica, sapendo cosa farà successivamente. All’interno del tavolo c’è stata unanimità di tutte le forze per raggiungere un accordo su una ‘pre-dichiarazione’ di quello che sarà il percorso nell’apparentamento di una lista-coalizione-forza che riceverà il mandato dalla Reggenza per la costruzione di un nuovo governo. E’ già un’ottima base di partenza per avviare un ragionamento. Chiedo infine a tutte le forze di tener conto di tutti quei principi e misure che possono andare a la contrastare frammentazione.
Alessandro Cardelli, Pdcs

Bisogna dare atto al Sds Zanotti che è stato pienamente adempiente alla legge, il pdl che recepisce il quesito è stato portato in Aula a poco meno di due mesi di distanza dalla celebrazione del referendum. Con il referendum i cittadini hanno delegittimato l’attuale legge elettorale, la rappresentatività sarà al centro nuova legge. Il tavolo istituzionale è chiamato a lavorare sul quesito e su eventuali ulteriori modifiche alla legge elettorale. Noi oggi abbiamo preso l’impegno di portare prima possibile la volontà dei cittadini, tra oggi e domani dovremmo riuscire portare al voto il progetto, con o senza modifiche, esito della sintesi tra i gruppi. Se si trova accordo ben venga, diversamente, si porti comunque la legge, salvo la volontà di stravolgere il quesito. Ok quindi alla procedura d’urgenza.

Roberto Giorgetti, Rf

Il quesito del referendum porta a modifiche sostanziali della legge elettorale attuale. In questo comma è stato inserito il pdl del governo e del Sds Zanotti, approvato dal Collegio garante. Il quesito, in sostanza, dice che se al primo turno nessuna coalizione o lista raggiunge il 50%+ 1 dei consensi, si cambia procedura. Rispetto a quanto previsto dalla legge attuale, non è più automatico il ballottaggio tra le prime due liste, ma la Reggenza dà mandato alla lista con maggiore consensi per assemblare una coalizione. E se non va a buon fine, il mandato va alla seconda lista, e se a sua volta non va a buon fine, si procede al ballottaggio. Nessuna questione sul fatto che il quesito sia recepito nel nostro corpo legislativo, ma c’è un però: attorno alla legge si aprono una serie di interrogativi, vi sono problematiche infatti nell’insieme, su cui si è ritenuto di aprire una riflessione. Gli elementi sono diversi. Una volta la lista, quando si candidava, presentava candidati e programma, con le modifiche di fatto questo meccanismo viene interrotto. Le forze politiche non presentano più un programma di governo, o per lo meno lo presentano con un punto interrogativo, perché chiamate poi a mediare una soluzione di governo. A noi di Adesso.sm ciò pare un problema: non è indifferente che gli elettori sappiano o meno cosa il governo abbia intenzione di fare. Il quesito non ha toccato minimamente la questione antiribaltone, il meccanismo rimane. E così applicheremo la blindatura del governo e l’inscindibiltà di un accordo di governo su un accordo tra partiti convenuto in un secondo momento. E anche questo per Rf rappresenta un problema. Superando il meccanismo del premio di maggioranza legato al ballottaggio, è bene comunque recuperare il ruolo che i sammarinesi devono avere in qualità di elettori. E’ uno degli elementi centrali della riflessione attuale. Oggi è avviato il tavolo, ora ci si può esprimere subito con procedura d’urgenza o rinviare la seconda lettura del Pdl a settembre, l’importante è comunque che si faccia un buon lavoro con il recepimento dei contributi di tutti che possano valorizzare la volontà dei cittadini.

Sandra Giardi, Rete

Rete già nel 2015 aveva rilevato la stortura sulla rappresentatività nella legge elettorale, da subito ha fatto battaglie cercando di portare il cambiamento prima, evitando dovesse essere proprio la cittadinanza a doversi muovere. La mia posizione rispetto alla modifica della legge elettorale è sempre stata quella del sì per consentire la rappresentatività, la legge elettorale attuale non l’ha permesso. E’ vero, la legge elettorale non è perfetta e ciò ha incrinato ancora di più la volontà di mettere mano a certe situazioni. La politica non è stata matura, serviva massima condivisione, inoltre la mancaza di ‘peso-Paese’ di questo governo ha creato crepe nei rapporti interni-esterni al Palazzo. Il ballottaggio porta solo alla scelta ‘dopo’, perché la scelta consapevole i cittadini la fanno subito, al primo turno. Ci auguriamo venga recepito il requisito referendario, eventuali novità interne alla legge non devono andare a toccare l’idea originaria di modifica della legge.

Dalibor Riccardi, Gruppo misto

Sull’intesa delle forze dopo il primo turno, ci sono state altre proposte arrivate al tavolo istituzionale, tra cui quella che la maggioranza deve raggiugere un certo numero di consiglieri. Abbiamo visto che maggioranze che hanno numeri risicati corrono sempre il rischio di non riuscire a fare riforme fondamentali. Si sta lavorado anche sull’eventalle sbarramento. Malgrado io facciaparte del gruppo misto, condivido la volontà di alzare lo sbarramento perché la frammentazione non ha portato alla coesione. Visto che si va verso modifiche normative, mi pare giusto riflettere su questi punti. Ancora, sulla preferenza unica: con la sua introduzione, si è evidenziato il rischio di non ‘rigenerare’ l’arco politico. Non esisterà la legge elettorale perfetta, ma dobbiamo tutti metterci in moto per migliorare la legge precedente.

Teodoro Lonfernini, Pdcs

Abbiamo una legge elettorale che in modo evidente non riesce più a rispondere alle esigenze a carattere istituzionale. Avviato il tavolo istituzionale in cui si era preso l’impegno di intervenire per cambiarla, cerchiamo di svolgere un lavoro migliore perchè la modifica parziale sia correttivo di quello che non funziona e non funzionerà più, anche attraverso l’accoglimento del quesito referendario. Ma se noi introducessimo solo ciò che il quesito poneva e non otteniamo la mediazione dopo un accordo politico, difficilmente si avrà una legge elettorale al passo con i tempi. Ci sono in corso due riunioni parallele, una ufficiale all’interno di queste mura, l’altra nelle stanze del palazzo per trovare un accordo che vada bene a tuti. Ma deve essere una esigenza per le forze politiche o del Paese? Credo che la risposta sia la seconda.

Mariella Mularoni, Pdcs

Non abbiamo voluto stravolgere, ma perfezionare l’attuale legge elettorale: il ballottaggio è solo l’estrema ratio, in caso non si giunga ad un accordo tra forze politiche. Abbiamo visto come infatti abbia apportato un effetto distorsivo sulla rappresentatività, consentendo l’ingresso in Aula di candidati che hanno racimolato una manciata di voti.

Il Paese è fermo e in difficoltà, c’è necessità del governo di acquisire consapevolezza che non è più credibile, inviterei qualche Segretario a farsi da parte, non possiamo più accettare di essere rappresentati da chi non gode più di stima né dentro, né fuori i nostri confini.

Marco Nicolini, Rete
Nella mia testa mi pare che sia iniziata una due giorni in cui ci si prepara per barare su questa benedetta legge elettorale, si farà a gara per chi più riuscirà a stravolgere la volontà

popolare, una gara nella quale vedo Ssd il maggior partito di maggioranza leggermente avvantaggiata sulle altre forze politiche. C’è stato un referendum, la cittadinanza si è espressa, eppure, dal giorno stesso dell’uscita dei risultati, circolano voci su come generare arzigogoli e macchinazioni per aggirare l’espressione del popolo. Se si rispettasse l’esito referendario non ci

dovremmo perdere nemmeno un minuto, la legge dovrebbe prevedere l’elezione e l’attribuzione dei seggi, l’accordo della prima forza con quella da lei scelta per formare il governo e partirebbe la legislatura. Però c’è stata una volontà popolare anche chiara pure nel 2016, quella di giungere alla

preferenza unica, la gente si è espressa pure lì osteggiata subito da tutti i politici. Addirittura si è giunti a sostenere che la scarsa rappresa rappresentatività ne fosse diretta conseguenza, una

stupidaggine.

Elena Tonnini, Rete

Il Pdl del governo è del tutto simile a quello presentato dalle opposizioni e si limita a recepire il quesito referendario. E’ qui per essere discusso definitivamente in Aula e necessita della procedura d’urgenza. La stessa maggioranza ha presentato un pdl che tratta ulteriori argomenti, non il quesito, ma contiene sempre modifiche che vorrebbe inserire nella legge elettorale. Per questo la maggioranza ha deciso di creare il tavolo istituzionale, per trattare questi argomenti insieme. Oggi non sappiamo l’esito dei lavori del tavolo che incidono anche sull’approvazione della procedura d’urgenza.

Quello che colpisce sul recepimento del referendum è che nessuna analisi politica è stata fatta da Adesso.sm, ad esempio sul fatto che tre Segretari di Stato hanno preso parte alla campagna referendaria, schierandosi per il ‘no’, venendo poi smentiti dall’esito. Adesso.sm ha deciso quindi di dare corso al referendum e cambiare la legge per evitare che la minoranza del paese possa diventare maggioranza per mero calcolo numerico, dopo il ballottagio e il premio di maggioranza che hanno portato a distorsioni anche nel rapporto tra le forze di maggioranza.

Con la nuova legge, qualora la prima forza non superi definitivamente il primo turno, è ovvio che nella fase interlocutoria si lavorerà sul programma della forza che ha ricevuto il mandato, non vedo nessuno stravolgimento. Priorità deve essere il recepimento del quesito referendario, non c’è più tempo per la bagarre politica.

Fabrizio Francioni, Rf

L’attuale legge elettorale è certamente una buona legge elettorale, perfettibile con alcune correzioni per eliminare determinate criticità.

Purtroppo in un contesto politico e sociale non facile si è giunti a dover dibattere su una legge elettorale che nasce in un clima non adatto. E’ evidente come in questo momento ci sia una crisi di dialogo generale nelle e tra istituzioni, nella politica e nel paese, con e tra parti sociali, Come è possibile quindi pensare di intavolare un dialogo sereno e costruttivo su un argomento che riguarda la vita politica e sociale del Paese? Mi auguro di essere smentito e che al tavolo istituzionale ci sia il risultato sperato da tutti, il migliore per il bene paese, ma ci credo molto poco. Sarà frutto di una mediazione di parti molto distanti e conseguenza sarà l’ulteriore distanza tra cittadini e politica. Va benissimo il tavolo istituzionale, ogni segnale che va in questo senso è certamente positivo, ma non sarà la nuova legge elettorale a salvare il Paese da gabbie e reti che lo bloccano in ogni fronte.

Oscar Mina, Pdcs

Riconosco a Sds Zanotti che nel giro di due mesi sono stati depositati, dal governo e da noi, due pdl che recepiscono il quesito referendum. Chiaro che il confronto ad un tavolo come quello avviato con tutti i gruppi apre tutta una serie di riflessioni in materia elettorlae, ma apre anche tutt’altro scenario politico che implica valutazioni generali sui temi che andremo a mediare, ma non riguarda la materia referendaria in sé. Sicuramente obiettivo primario è il recepimento totale del quesito, come espresso nei due pdl similari di governo e opposizione.

Adele Tonnini, Rete

Anche noi da tempo abbiamo sostenuto la necessità di cambiare la legge elettorale attuale che ha mostrato evidenti problemi. Nelle elezioni 2008-2012 c’era stato un vincitore con il 50%+1 delle preferenze, a quelle del 2016 invece nessuno ha conseguito la maggioranza al 1° turno e si è ricorso al ballottaggio, situazione mai accaduta e per cui si sono erosi nel numero i seggi di minoranza. Oggi si deve riconoscere sproporzionalità tra governabilità e rappresentatività, che porta a governi con maggioranze risicate.

Stefano Canti, Pdcs

E’ stato aperto un tavolo istituzionale che vede coinvolta tutta la politica per cercare di convididere l modifiche alla legge elettorale. Concordo con Zanotti, per le regole sul sistema elettorale non c’è legge di maggioranza e opposizione, occorre riscriverle all’unanimità e sulle modifiche deve essere trovato accordo. Il tavolo punta a questo obiettivo, e sulle proposte di modifica dobbiamo cercare accordo politico. Ma occorre in Aula dare seguito al quesito referendario approvato dalla cittadinanza e dar corso all’esito referendario, in cui la cittadinanza ha detto ‘no’ al balottaggio. E va dato seguito alla sua volontà.

Angelo Della Valle, Ssd

Bisogna rispettare il quesito referendario, non mi tiro indietro e bisogna trovare anche accordo complessivo di tutta la legge e di tutto il paese. Adesso avete ottenuto il risultato sulla modifica della legge e continuate a caldeggiare continuamente che il governo non c’è più perché ha perso il referendum. Io credo a questo progetto, ma dovete crederci anche voi.

Jader Tosi, C10

Non mi sovviene come tra due forze politiche, di cui la prima arriva ad avere maggior consenso, possa scegliere un’altra forza politica per comporre una maggioranza senza aver definito prima un’affinità sul programma elettorale. Come è possibile si prenda tout court un programma elettorale altrui e se ne faccia proprio? Credo che il tavolo istituzionale sulla legge elettorale sia un passaggio importante se si trova la disponibilità per un testo condiviso il più possibile, ma è necessaria la massima attenzione in ogni caso, èerché non si finisca di nuovo a parlare di ballottini.

Fabrizio Perotto, Rf

Il quesito referendario è andato a modificare nella sostanza e non solo nella forma la legge elettorale. Il cambiamento che deve essere recepito. Al contempo, è opportuno cercare di rivedere anche altri aspetti della legge elettorale che possono essere perfettibili. Vorrei partire da un aspetto legato al numero delle preferenze. L’esperienza della preferenza unica inserita dopo il referendum 2016 ha dimostrato alcuni limiti. Non per la questione della rappresentatività, ma perché non si stimola la partecipazione alla vita politica, si limita la possibilità dell’elettore di esprimere il proprio consenso verso più persone di una lista. Altro elemento da segnalare è la norma antiribaltone: non può essere mantenuta in un accordo tra le parti, è applicabile su un voto del cittadino, ma non ha senso che l’accordo tra le parti sia vincolato ad un accordo antiribaltone. Va rivista in quest’ottica. Altro elemento su cui ragionare è il premio di stabilità: veniva calcolato sulla maggioraza vincente se non avesse ottenuto 25 consiglieri, bisogna capire come ricalibrarlo.

Alessandro Mancini, Ps

Ascoltando alcuni interventi di maggioranza, sembra che per qualcuno il 2 di giugno il referendum non abbia avuto il risultato che ha avuto. Bisognerà pur mettere un punto fermo da cui partire. E il punto fermo è che il 2 giugno il 60% dei cittani sammarinesi ha chiesto di cambiare la legge elettorale e di vedere se dopo primo turno ci possono essere convergenze per saltare il ballottaggio. Partiamo di lì, il quesito è chiaro, la norma che lo recepisce è scritta in maniera chiara e il Collegio dei garanti lo conferma. Anche le forze di opposizione hanno predisposto il pdl in questo senso, 2 leggi sono identiche e si parte di lì. Vogliamo poi innescare delle ‘migliorie’ per avere elementi in più per l’elettore al primo turno? Ci sta e mi auguro si possa affrontare, tutto il resto non ha alcun senso. Altri aspetti importanti devono essere oggetto di una riflessione e lo sono nel tavolo istituzionale (preferenze, sbarramento, voto estero).

Gian Carlo Capicchioni, Psd
Speravo si trovasse la quadra sulla legge elettorale per poi dichiarare definitivamente conclusa l’esperienza di governo. Se così non è, ci si confronterà comunque, ma allora i tempi non sono più urgenti, l’urgenza è che il paese non può aspettare. Se andiamo a settembre non ci sono più i tempi tecnici per andare a votare entro l’anno e mi chiedo come si riesca poi ad votare il bilancio. Fate un atto di coraggio e di responsabilità verso l’Aula e verso il Paese.

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