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Cambogia. Elezioni, Rampi (Pd): Alle elezioni ha vinto il partito unico

L'8% delle schede del voto di domenica sono state annullate: è una percentuale altissima

Pubblicato:31-07-2018 13:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:26

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ROMA – “In Cambogia l’8 per cento delle schede del voto di domenica sono state annullate. E’ una percentuale altissima, rappresenta il secondo partito: non potendo boicottare le urne, molti cittadini hanno scelto questo modo per protestare contro lo scioglimento del principale partito di opposizione“. Lo dice all’agenzia ‘Dire’ il senatore del Partito democratico, Roberto Rampi, che ha partecipato a una delegazione di osservatori composta da Matteo Angioli, della presidenza del Partito radicale nonviolento, transnazionale e transpartito, e dal deputato giapponese Yukihisa Fujita.

Il partito di governo (Partito popolare cambogiano, Cpp) ieri ha proclamato la vittoria con oltre il 77% dei consensi, e un’affluenza alle urne dell’82%. Ma per Rampi la democrazia nel Paese asiatico è in pericolo: “Le elezioni hanno prodotto l’affermazione del partito unico. Questo, come tante altre cose della Cambogia di oggi, ricordano gli anni che hanno accompagnato l’avvento del fascismo in Italia. Noi non vogliamo insegnare nulla, ma vorremmo prevenire il ripetersi di certe situazioni”.

Una delle foto postata da Rampi su Twitter

Rientrato a Roma, il senatore conferma di aver già intrapreso delle iniziative: “Stamani ho aggiornato il capogruppo Pd in Commissione Esteri su quanto abbiamo osservato. Ho anche scritto all’Alto rappresentante par la politica estera europea, Federica Mogherini, mentre ieri a Phnom Penh abbiamo incontrato l’Ambasciatore europeo in Cambogia. Vorrei avviare un’iniziativa italiana, da portare avanti con l’Unione europea“. Perché i rapporti con quel paese passano anche attraverso “gli importanti aiuti, europei e italiani, che concediamo”, a cui “io sono molto favorevole, perché servono a sostenere l’economia, in un contesto attraversato da profonde diseguaglianze. Ma alle risorse finanziarie devono corrispondere miglioramenti sociali e nei diritti, su cui la Cambogia è molto indietro. Serve un cambio di atteggiamento da parte del governo, come la liberazione dei prigionieri politici”.


Matteo Angioli alla ‘Dire’ denuncia poi la campagna elettorale che ha preceduto il voto, fortemente “sbilanciata” verso il Cpp: “Dei 19 partiti in lizza, oltre al Cpp, abbiamo visto per le strade i manifesti appartenenti solo a quattro o cinque formazioni”.

Dopo lo scioglimento del principale movimento d’opposizione a fine 2017 (il Partito di salvezza nazionale cambogiano, Cnrp), sarebbero rimaste solo le voci più deboli in alternativa al Cpp: “alcuni partiti non hanno raggiunto i requisiti per presentarsi in tutte le province- prosegue Angioli- mentre altre formazioni sarebbero emanazione diretta del Cpp, e quindi considerate ‘partiti fantoccio'”.

Il rappresentante dei radicali conferma inoltre intimidazioni e minacce di misure legali per dissuadere le persone a boicottare il voto, dopo che gli oppositori in esilio hanno lanciato la campagna ‘clean finger’, ‘dito pulito’ (dalla necessita’ di lasciare l’impronta digitale per confermare la propria identità al seggio): “I funzionari pubblici ad esempio sono stati minacciati di perdere due giorni di stipendio“. Previste inoltre confische di beni e divieti di viaggio negli Stati Uniti. Da qui probabilmente l’alto numero di schede nulle.

Un’eventuale iniziativa italiana sostenuta dall’Europa potrebbe puntare alle sanzioni economiche, “ma non quelle in senso classico”, come spiega ancora Roberto Rampi. “Vogliamo ricorrere a una formula che consente di sanzionare coloro che hanno commesso violazioni gravi dei diritti umani, attraverso il congelamento dei beni economici e quindi impedendo, ad esempio, investimenti all’estero”.

Infine, il senatore Pd annuncia un’interrogazione parlamentare per far luce sulla “strana vicenda della delegazione italiana di esponenti di estrema destra che, insieme ad altri gruppi stranieri, si è recata in Cambogia. Queste persone si sono prestate a collaborare col governo e con alcuni media locali, per dichiarare che le elezioni ricevevano il riconoscimento internazionale”.

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Una delle foto postata da Rampi su Twitter
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