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NAPOLI – “Dopo l’estate saranno aboliti gli ingressi gratis ai musei le prime domeniche del mese”. Lo annuncia il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, parlando alla Biblioteca nazionale di Napoli. “Andavano bene come lancio pubblicitario – avverte – ma, se continuiamo così, a mio avviso andiamo in una direzione che non piace a nessuno”.
Bonisoli spiega che al dicastero della Cultura “stiamo ragionando per introdurre dei cambiamenti”, in particolare “lasceremo maggiore libertà ai direttori dei musei – dice -: se la domenica gratuita è una libera scelta, allora non ci vedo nulla di male. Ma se c’è un obbligo non funziona”.
Il ministro fa l’esempio di Pompei “magari a novembre va bene. Ma il resto dell’anno? Pensiamo alle migliaia di turisti che arrivano e pensano ‘mi fanno entrare gratis’. Non avete idea dei commenti che arrivano: così – aggiunge Bonisoli – non apprezziamo i beni culturali ma li svalutiamo“. Il ministro tranquillizza comunque che “per quest’estate non cambierà nulla”.
“Chiedo al ministro Bonisoli di ripensarci: ci sono cose giuste indipendentemente dal colore politico di chi le ha fatte”. L’ex ministro della Cultura Dario Franceschini risponde al titolare della cultura Alberto Bonisoli che ha annunciato lo stop all’iniziativa delle domeniche gratis al museo.
“Sono anche aumentati gli incassi a pagamento“, dice Franceschini. Dal varo della misura, nel luglio 2014, fino al luglio di quest’anno, sono stati 13 milioni e mezzo i visitatori. Più o meno 350 mila persone per domenica. Nel 2017 e’ stata superata per la prima volta la soglia dei 50 milioni di visitatori, con incassi che sono aumentati del 50 per cento nel periodo di amministrazione Franceschini.
“Le prime domeniche sono diventate una festa di popolo con le famiglie in fila per andare a vedere il museo- spiega l’esponente del Pd- è stata una grande operazione culturale e pedagogica, che ha anche fatto aumentare i visitatori a pagamento. Rinunciare a tutto questo solo per marcare una discontinuità politica è un errore molto grave. Per questo chiedo al ministro Bonisoli di ripensarci: quando una cosa funziona non ha colore politico”.
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