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In Comune a Bologna in arrivo bagni no gender

Il Consiglio comunale di Bolgona ha approvato un pacchetto di misure che puntano all'inclusione: tra queste c'è l'eliminazione di insegne di genere su bagni pubblici e cabine elettorali

Pubblicato:31-05-2023 14:16
Ultimo aggiornamento:31-05-2023 14:16
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BOLOGNA – Bagni no gender in arrivo al Comune di Bologna. Il Consiglio comunale ha infatti approvato, due giorni fa, un ordine del giorno presentato da Porpora Marcasciano di Coalizione civica con un pacchetto di misure nel segno dell’inclusione, dalle carriere alias alla eliminazione, appunto, delle distinzioni di genere sulle porte dei wc o in altre situazioni simili, “comprese le cabine elettorali, spesso divise tra maschi e femmine”.

BAGNI NO GENDER CI SONO GIÀ IN TUTTA EUROPA

Al voto sull’ordine del giorno si è arrivati attraverso un iter condotto in commissione, ma che si fonda anche sull’esperienza personale di Mascasciano, attivista transgender. Negli ultimi tempi “ho fotografato un centinaio di foto di aeroporti, stazioni e nei locali pubblici in giro per il mondo“, rivela Marcasciano. “Non capisco quale possa essere il problema, è un allargamento di diritti in favore di chi ha problemi anche seri nell’accesso a queste strutture”.

CARRIERE ALIAS PER I DIPENDENTI COMUNALI

Nell’odg anche l’introduzione di carriere alias anche per i dipendenti di Palazzo D’Accursio, cioè la possibilità di scegliere un nome (e quindi un genere) di elezione senza che sia ultimato un percorso di transizione. Queste “vanno nella direzione del rispetto dei diritti umani e dei diritti sociali per quella che è sempre stata considerata una minoranza. Ma una minoranza non è più. Sono persone che non per capriccio si trovano a non vedere riconosciuta la loro identità di genere”, dice Marcasciano illustrando il provvedimento.


IL CENTRODESTRA VOTA CONTRO: “NO A REGISTRI ALIAS NELLE SCUOLE”

No secco del centrodestra, che ha votato contro all’ordine del giorno. “Siamo assolutamente contrari, ci sono possibili contrasti con la normativa civile e anche col codice penale”, dice Matteo Di Benedetto della Lega. “Ma soprattutto siamo preoccupati per ciò che ha detto la vicesindaca Emily Clancy sulle carriere alias nelle scuole. Anzi con un nostro odg chiediamo al Comune di impegnarsi perchè i registri alias non vengano introdotti nelle scuole di Bologna, perchè vorrebbe dire cristallizzare situazioni di difficoltà psicologica momentanee per sfruttarle in termini di propaganda”. Vota contro anche Fdi. “Queste tematiche devono essere tenute lontane dai bambini, c’è il rischio di indottrinamento. Su questo non indietreggeremo mai. Giù le mani dai bambini”, avverte Stefano Cavedagna.

Ma il centrosinistra non ci sta. “Non stiamo certo parlando di minori, è abbastanza sbagliato parlare di minori”, taglia corto la dem Rita Monticelli. “Nessuna costrizione, noi i bambini non li vogliamo toccare”, conferma il capogruppo dem Michele Campaniello. “Piuttosto vogliamo farci carico della frustrazione degli adolescenti. È un percorso di civiltà che vogliamo portare avanti”. Secondo Marcasciano il riferimento ai bambini “ricorre un po’ troppo spesso. Le alias riguardano maggiorenni o, su richiesta delle famiglie, la fascia 16-18 anni”.

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