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Embargo sul petrolio russo, il sindaco di Priolo: “A rischio novemila posti di lavoro”

Gianni: "Draghi intervenga o sarà tragedia occupazionale"

Pubblicato:31-05-2022 19:08
Ultimo aggiornamento:31-05-2022 20:22

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PALERMO – “La Isab Lukoil di Priolo, insieme con le altre realtà del polo petrolchimico, partecipa al gettito fiscale per 15 miliardi di euro all’anno: il governo nazionale ha quindi il dovere di intervenire, se non con il Pnrr, che non consente investimenti negli stabilimenti di raffinazione del petrolio, con altri strumenti. Bisogna evitare la tragedia industriale, sociale, economica e occupazionale”. Lo afferma il sindaco di Priolo Gargallo, Pippo Gianni, raggiunto telefonicamente dall’agenzia Dire, in merito alle conseguenze per lo stabilimento Isab del Siracusano controllato dalla russa Lukoil dopo l’embargo deciso nella notte dall’Unione europea sul petrolio di Mosca.

“Ho chiesto un incontro al premier Draghi per due volte – aggiunge Gianni – per rappresentare le nostre preoccupazioni. Noi sosteniamo lo Stato con un bel po’ di risorse e il governo ha il dovere di intervenire – ha ribadito il sindaco della cittadina siracusana -. Se cade la Lukoil cade tutto il sistema economico e occupazionale di quest’area e si rischia il baratro per circa novemila persone”. Gianni, che in mattinata ha incontrato i sindacati per poi confrontarsi con la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, ha annunciato una manifestazione per il 10 giugno: “Ci sarà tutta la provincia di Siracusa e non solo, visto che quest’area dà lavoro anche alle altre province siciliane e che rappresenta il 40% della raffinazione di petrolio sul territorio italiano”.

TODDE: “FORTE PREOCCUPAZIONE PER ISAB-LUKOIL

Concluso al Mise in videoconferenza l’incontro sull’Area industriale di Siracusa e sul suo momento di crisi, in cui si è discussa anche la questione che sta riguardando una delle principali aziende del polo, la Isab-Lukoil (titolare di due raffinerie e due impianti di cogenerazione nell’area) alle prese con gli effetti delle sanzioni alla Russia.


All’incontro, convocato dalla viceministra al Mise, Alessandra Todde, hanno partecipato la Regione Siciliana, l’Unione Petrolifera, l’Unem, i sindaci del territorio, Confindustria e le organizzazioni sindacali. “Pur non essendo ancora completata l’istruttoria al Mise per l’area di crisi complessa di Siracusa, ho deciso di organizzare comunque quest’incontro, diverse settimane fa, dopo le numerose richieste arrivate al ministero dalla Regione Siciliana, dal territorio, dalle associazioni di categoria e dal sindacato – afferma Todde -.

L’obiettivo è quello di porre le basi per la trasformazione in chiave industriale e la decarbonizzazione dell’area, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali come il Mite e il Mims, in modo da valutare i progetti di investimento presentati dalle aziende che insistono sull’area. Inoltre, c’è la volontà di identificare (oltre allo strumento dell’Area di crisi complessa) ulteriori possibilità di finanziamento come il Cis (contratti nazionali di sviluppo) o altri accordi di programma specifici. Durante il confronto, è emersa la forte preoccupazione di tutte le parti per la vicenda Isab-Lukoil soprattutto alla luce delle decisioni del Consiglio Europeo di ieri notte. Sarà mia cura condividere tali criticità con il ministro Giorgetti e con il presidente Draghi”. 

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