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Open Fiber: “Banda ultra larga in tutta Italia, rivoluzione in atto”

Falessi: "Già raggiunte 3 milioni di unità immobiliari, rete 'a prova di futuro'"

Pubblicato:31-05-2018 12:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:57

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ROMA – Portare la fibra ottica a banda ultra larga su tutto il territorio nazionale, direttamente a casa dei clienti, per dare una nuova velocità digitale all’Italia, aprire l’accesso ai servizi digitali più evoluti e alle opportunità offerte da un mondo sempre più interconnesso. È l’ambizioso progetto di Open Fiber, l’azienda partecipata da Enel e gruppo Cdp (Cassa depositi e prestiti), nato dalla convinzione secondo cui un Paese che non innova sulla digitalizzazione rischia di sparire dalle classifiche. “La nostra è un’opera titanica, una delle grandi opere infrastrutturali che l’Italia ha conosciuto in alcune fasi- racconta Andrea Falessi, direttore delle Relazioni esterne e comunicazione di Open Fiber, intervistato dal direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone– se si va indietro con la memoria si può pensare all’elettrificazione rurale degli anni Sessanta e in particolare alla costruzione dell’autostrada del Sole. Noi riteniamo che la nostra opera abbia molte affinità con questo tipo di infrastrutture, perché riguarda l’intera superficie del territorio nazionale e la totalità pressoché della popolazione”.

 

Il progetto è già stato avviato in tante città, a che punto siamo?

“Effettivamente abbiamo istruito un percorso per un project financing molto articolato e complesso, che peraltro risulterà essere uno tra i più importanti in Europa- spiega Falessi- Ora siamo alle battute finali e di fatto nel primo trimestre del 2017 abbiamo avviato le attività operative, arrivando oggi ad un numero molto vicino ai 3 milioni di unità immobiliari – case, uffici della pubblica amministrazione, gli uffici e gli ospedali – che raggiungiamo con una rete costruita integralmente in fibra ottica, dalla centrale fin dentro alla casa o all’azienda”, la modalità FTTH Fiber to the home, contrapposta a quella FTTC Fiber to the cabinet in uso sinora. La differenza: è tutto fibra e non fibra fino alla strada e rame verso casa, che rallenta assai la velocità. “È un percorso importante che alla fine ci porterà intorno a poco meno di 20 milioni totali di unità immobiliari cablate in Italia”, aggiunge.


In Italia tra poco tutti potranno viaggiare a banda ultra larga, cioè ad una velocità che non è quella attuale. “La nostra infrastruttura- prosegue Andrea Falessi, direttore delle relazioni esterne di Open Fiber- supporta già oggi una velocità in download di 1 GigaBit/secondo, che è di molto superiore a quelle che vengono consentite da infrastrutture diverse. Solo una rete totalmente costruita in fibra ottica può garantire questo tipo di velocità, perché ha caratteristiche tecniche molto importanti, tra cui una bassissima latenza e un’altissima affidabilità in termini di resistenza dell’infrastruttura. Si tratta di velocità considerate molto elevate, secondo alcuni addirittura troppo, ma in realtà i processi di digitalizzazione in corso sono tali che probabilmente con il passare degli anni si avrà bisogno di tali capacità. Questa rete noi la definiamo ‘a prova di futuro’ perché già oggi traguarda i 10 GB e già oggi abbiamo tratte sulle dorsali Roma-Firenze su cui abbiamo iniziato a sperimentare i 200GB. Pensiamo quindi di poter arrivare nel giro di pochi anni a garantire una velocità di 40 GB”.

 

La banda ultra larga raggiungerà 270 città italiane e 7mila Comuni. Ma come cambierà, in concreto, la vita dei cittadini nel quotidiano?

“La banda ultra larga è sostanzialmente un abilitatore di una serie di servizi evoluti che poi qualcuno, anzi chiunque, può costruire su questa capacità- spiega Falessi- Senza questo elemento di novità, o meglio di salto tecnologico, molte delle applicazioni e dei servizi che già oggi connotano alcuni tipi di attività nell’industria 4.0 non sarebbero possibili. Open Fiber è un grossista che ha come caratteristica quella di non arrivare all’utente finale, ma di lasciare la fibra nelle mani di chi poi gestisce il rapporto con il cliente finale. In questo modo l’azienda garantisce la possibilità a tutti i fornitori di servizi al dettaglio di poter costruire tante cose su questa rete”.

Open Fiber, in marcia per raggiungere 19 milioni di unità immobiliari in pochi anni, intanto si avvale dell’alleanza con grandi operatori del settore: da Vodafone a Wind, da Tiscali a Sky e tanti altri. “È così- dice Andrea Falessi, direttore delle relazioni esterne di Open Fiber- La caratteristica del grossista, che peraltro sta trovando un consenso sempre più ampio nel contesto sia italiano sia europeo, è connotata proprio dalla necessità di trovare partnership che sono fondamentalmente paritarie: noi garantiamo infatti parità di accesso, alle stesse condizioni, a tutti, che siano operatori di telefonia o broadcaster. Abbiamo tantissimi partner commerciali e con loro abbiamo contatti e contratti che ci consentono di fornire tale accesso a condizioni non discriminatorie. E questo è un elemento di grande novità e importanza per il mercato italiano e crediamo anche europeo”.

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