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A Bologna il Comune mette becco nella festa ‘resistente’ del Pratello, rabbia organizzatori

A Bologna la scelta del Comune di chiudere e transennare piazza San Francesco in occasione della tradizionale festa 'resitente' del 25 al Pratello fa arrabbiare gli organizzatori: "Non abbiamo mai voluto un cappello politico, è da sempre una manifestazione auto-organizzata"

Pubblicato:31-03-2023 18:50
Ultimo aggiornamento:31-03-2023 18:51

pratello bologna 25 aprile
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BOLOGNA – Dopo tanti anni, decenni, cambia la storica festa del 25 aprile in via del Pratello a Bologna. “È già tutto deciso” e arriverà in piazza San Francesco “un evento di ‘alto profilo culturale’, con lo scopo di avere una gestione della piazza che eviti il degrado degli altri anni, le pisciate, l’abusivismo. Tutta la piazza verrà chiusa, strada circostante il sagrato compresa, transennata, gli ingressi contingentati”. E quindi “2.000 persone poi non si entra più, con il controllo di volontari, steward, contapersone. Per tutto il giorno, fino alle 23, ci saranno eventi non meglio precisati a ‘basso impatto acustico’. In virtù di questo ci viene chiesto di terminare le nostre attività alle 15. In virtù di questo ci viene chiesto di spostare o evitare la pedana che tutti gli anni montiamo di fronte a Fantoni”. Denuncia tutto in un post in queste ore “Pratello R’esiste”, il collettivo che da sempre o quasi, appunto, organizza e promuove con un certo orgoglio ogni anno la festa ‘resistente’, quasi un avamposto d’altri tempi con un allegato di polemiche su sporcizia e rumore non da oggi, per la verità.

“POTEVA CONFRONTARSI CON CHI ORGANIZZA QUESTA FESTA DA 15 ANNI”

Nel suo lungo post, il gruppo del Pratello precisa anche a un certo punto che “la festa la faremo”, anche se “di motivi per non farla ce ne sarebbero”, e che “gli orari non cambieranno e ci è stato garantito che non vi sarà alcun intervento politico o istituzionale”. Tutto è nato poche settimane, quando l’amministrazione del sindaco Matteo Lepore “ci comunica che quest’anno, per il 25 aprile, ha deciso di organizzare un evento in piazza San Francesco. Ce lo comunica dando la cosa per fatta, perché collaborare è Bologna, partecipare è Bologna, i laboratori di idee proliferano, il sindaco va nei quartieri ma nessuno prende in considerazione l’ipotesi- è il sarcasmo di Pratello R’esiste- di confrontarsi con chi da 15 anni organizza una delle feste più partecipate e importanti della città”. E sì che, in tutto questo, l’amministrazione Lepore ha provato a rassicurare i diretti interessati.

“L’AMMINISTRAZIONE FAGOCITA SPAZI ED ESPERIENZE”

“Il Comune- prosegue il collettivo- ci rassicura. È un esperimento, è un tentativo per ‘non militarizzare la piazza come in passato’ e trovare una soluzione diversa per evitare i problemi di degrado (quanto piace questa parola, ricorda così da vicino Sergio Cofferati…), non sia mai che pensiate che vogliamo essere in concorrenza con voi, o sopraffarvi, o prendervi la festa. Poi, per carità, non ci saranno passerelle politiche, ma l’istituzione è un’altra cosa- continua l’ironia del post-, non possiamo escludere un saluto dell’istituzione. Una gran merda”. Invece, la festa del 25 aprile conosciuta fino all’anno scorso al Pratello, pandemia a parte, è “una festa che trova il suo senso nell’autogestione, nel procedere con ostinazione senza cappelli politici, pagando di tasca propria ogni singolo centesimo, errore, sforzo, e sono tanti credeteci. Tutto l’opposto- si rammaricano gli storici organizzatori- di quello che verrà organizzato di fianco a noi. Niente di cui stupirsi, da parte di un’amministrazione che- è l’accusa al sindaco Pd e ai suoi- da tempo in città fagocita spazi ed esperienze imponendo una restituzione borghese, laccata e vuota di tutto”. Ed è l’idea organizzativa, alla base dell’evento di quest’anno, che proprio non va giù ai ‘resistenti’ del Pratello: “Mentre facciamo di tutto per aumentare gli spazi per le persone loro ci chiudono la piazza, tutta, e con essa vie di deflusso imprescindibili. È stato fatto presente a più riprese- ricostruisce ancora Pratello R’esiste- davanti a esponenti e tecnici di Comune, Questura, Polizia Locale e Digos. Basterebbe consentire il passaggio sulla strada che circonda la piazza e limitare lo spazio dell’evento al sagrato, ma niente. Ci sembra solo una questione di normale buon senso, che chiunque conosca la festa può capire, niente di niente. Sarà che in questi anni abbiamo visto feste diverse, o forse stiamo diventando vecchi e ci preoccupiamo delle cazzate”. In ogni caso, ribadiscono e concludono gli organizzatori: “Noi la festa la faremo, ma non arretreremo di un millimetro. Non accetteremo di farci mettere un cappello in testa, di essere normalizzati dalle politiche comunali per diventare l’ennesima bellissima esperienza trasformata in un’inutile brutta copia di se stessa”.


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