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Coraggio Letta e Conte, candidate una donna alla guida del prossimo governo

L'editoriale del direttore Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:31-03-2021 16:24
Ultimo aggiornamento:31-03-2021 16:25

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ROMA – Se non ora, quando? La pandemia da un lato, la crisi sociale ed economica dall’altro, spingono tutti, dal Governo ai partiti, dalle forze sociali fino al singolo cittadino, a ripensare il futuro dell’Italia. Che non sarà e non potrà più essere quello di prima, perché quel modello si è visto dove ci porta a sbattere. Davanti a noi tutti c’è una grande sfida, che non può essere affrontata ricorrendo ai soliti giochetti tattici per guadagnare lo zero virgola in più, ma presa di petto con idee e iniziative politiche veramente innovative.

Di qui lanciamo una sfida al nuovo segretario del Pd, Enrico Letta, che subito dopo la sua elezione ha puntato sul rinnovamento interno chiedendo e ottenendo il cambio dei Capigruppo in Parlamento, ‘maschi e bianchi’, con due donne, bianche anche loro. Lo prendiamo in parola, e siamo pronti a dare spazio e voce ad ogni iniziativa che spinga al cambio rispetto al passato. Ma per i Dem, se è vero che vogliono rimettersi in sintonia con il Paese, tornare a fare politica in ogni angolo del territorio, è tempo di scelte coraggiose e di sostanza.

Va bene riportare alla luce e insistere sullo ius soli, anche se poi visti i numeri in Parlamento quella battaglia è solo annuncio inconcludente. Ma adesso, invece, è il momento di aprire le porte del partito alle decine e decine di migliaia di cittadini italiani figli di cittadini stranieri scappati dai loro paesi anni fa e venuti a vivere qui con noi. In Italia sono presenti 2000 associazioni collegate alle diaspore, con tantissime ragazze e ragazzi già impegnati che, ne siamo certi, davanti ad una vera battaglia di rinnovamento politico per avere una loro presenza e ruoli da dirigenti potrebbero ‘colorare’ e rendere meno bianco il partito.


D’altra parte già l’Italia di oggi è colorata, e non si riesce a capire (naturalmente scherzo) come mai anche a partire dalla categoria dei giornalisti nelle nostre redazioni, nelle nostre televisioni e radio, finora non si sia riusciti a mischiare il tutto bianco con altri colori. Per non parlare della Camera e del Senato, che fanno leggi per tutti, ma dove finora siede solo un parlamentare nero. Uno, eletto dalla Lega perché, ed è un suo diritto, la pensa come i leghisti.

Chiaro che questa battaglia di civiltà, culturale e politica, nell’immediato non porta tanti voti. Ma per una forza politica che dice di guardare al futuro, di voler riformare e spingere avanti la società, è una di quelle cose che vanno fatte perché è giusto farle. C’è il tempo della semina e quello del raccolto. Coraggio Letta, dai una mano di colore e di vita al Pd, che sempre più appare vecchio e impaurito del nuovo. Ricordando l’importante lezione di antichi maestri della politica: tra il passato glorioso e il nuovo che appare brutto, bisogna scegliere il nuovo. Perché il passato non lo puoi più modificare, il nuovo sì, anche se ora appare o è proprio brutto.

Altra battaglia di rinnovamento spetta a Giuseppe Conte, indicato da Beppe Grillo come nuovo Capo politico del M5S, che domani sera affronterà ‘faccia a faccia’ tutti i parlamentari ‘grillini’. Si rischia lo ‘sfogatoio’, perché ci sono tante attese e poche certezze. A partire dallo scoglio del secondo mandato, che condanna una metà e fa sperare l’altra. Anche Conte dovrà dotarsi di una buona dose di coraggio, perché le tante correnti e fazioni interne che si vanno formando lotteranno fino alla fine per conquistare il loro pezzetto di potere, cercando di tenersi le mani libere per allearsi con chiunque pur di rimanere in sella.

Per questo bisognerà subito fare chiarezza e scegliere il campo politico di riferimento. Sarà il cetrosinistra? Allora bisognerà trovare il modo di rapportarsi, di costruire iniziative politiche insieme, senza entrare in conflitto e in una competizione alla fine distruttiva. Anche qui una sfida per cominciare: visto che i leader delle principali forze del centrosinistra alla fine, salvo imprevisti, saranno due maschi perché non candidare insieme una donna alla guida del prossimo Governo?

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