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Nuova terapia orale contro la leucemia mieloide acuta

È stata approvata la rimborsabilità di Gilteritinib di Astellas Pharma per la terapia di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria con una mutazione Flt3

Pubblicato:31-03-2021 12:54
Ultimo aggiornamento:01-04-2021 12:17

aifa agenzia italiana del farmacxo
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ROMA – Astellas Pharma Inc. (tse: 4503, presidente e ceo: Kenji Yasukawa, Ph.D., ‘Astellas’) ha annunciato che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità e il prezzo per la terapia orale Gilteritinibin unica dose giornaliera come monoterapia per la cura di pazienti adulti con leucemia mieloide acuta (Lma) recidivante (ovvero che si è ripresentata) o refrattaria (resistente al trattamento) con una mutazione Flt3 (flt3mut+) rilevata da un test pienamente convalidato.

Gilteritinib rappresenta uno dei pochi progressi ottenuti negli ultimi 40 anni per la cura della Lma in Italia e ha il potenziale per migliorare gli outcome di cura della Lma con due tipi di mutazione del gene Flt3: duplicazione interna in tandem (internal tandem duplication, Itd) e dominio tirosin-chinasico (tyrosine kinase domain, Tkd).

L’approvazione si basa sui risultati del trial di fase 3 Admiral, che ha studiato gilteritinib vs. chemioterapia di salvataggio in pazienti con Lma Flt3mut+ recidivante o refrattaria. I pazienti trattati con Gilteritinib hanno dimostrato una sopravvivenza globale (overall survival, os) superiore rispetto a quelli che hanno ricevuto la chemioterapia di salvataggio. La os mediana dei pazienti che hanno ricevuto Gilteritinib è stata di 9,3 mesi rispetto ai 5,6 mesi dei pazienti trattati con la chemioterapia di salvataggio (Hazard Ratio = 0,64 (Ic 95% 0,49, 0,83), P<0.001). Le percentuali della sopravvivenza a un anno sono state del 37.1% per i pazienti che hanno ricevuto Gilteritinib e del 16.7% per quelli che hanno ricevuto la chemioterapia di salvataggio.


“La leucemia mieloide acuta è un tumore del sangue dovuto alla proliferazione incontrollata di cellule midollari, dette blasti, che invadono il sangue e altri organi. È una malattia molto grave, uno dei tumori più difficili da trattare e ci sono stati pochi progressi negli ultimi decenni– dichiara Felicetto Ferrara, direttore uoc di ematologia azienda ospedaliera di rilievo nazionale Cardarelli di Napoli- Gilteritinib è un importante punto di svolta nella cura dei pazienti Lma con mutazione Flt3 recidivante o refrattaria che hanno un maggiore rischio di recidiva e una sopravvivenza globale minore rispetto a quelli che non presentano questa mutazione”.

“Gilteritinib agisce su entrambe le mutazioni del gene Flt3, spegnendo il recettore che altrimenti resta ‘acceso’ ed è causa della continua proliferazione delle cellule leucemiche– spiega Giovanni Martinelli, direttore scientifico dell’Istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) Irccs- Il farmaco presenta alcuni importanti vantaggi: ha un buon profilo di tollerabilità e sicurezza e viene somministrato per via orale, tre compresse da 40mg ciascuna, una sola volta al giorno. Gilteritinib può essere assunto nei pazienti con Lma Ftl3 refrattari o recidivati come terapia di salvataggio, con lo scopo di ottenere la remissione ed effettuare un trapianto allogenico ove indicato”. “Circa un terzo delle persone con leucemia mieloide acuta presentano la mutazione Flt3 e la loro malattia è quindi più soggetta a ripresentarsi, ovvero a recidivare, dopo il trattamento- commenta Giuseppe Maduri, amministratore delegato di Astellas Pharma Italia- Grazie all’approvazione di gilteritinib per questo specifico gruppo di pazienti, possiamo offrire ai professionisti del settore sanitario una opzione di cura mirata che ha il potenziale per migliorare la sopravvivenza”.

Lo status Flt3mut+ dei pazienti può modificarsi nel corso del trattamento della Lma, soprattutto dopo una recidiva. A causa degli outcomes poco confortanti associati alla mutazione Flt3-itd, la mutazione driver più diffusa e associata a un maggiore carico leucemico, la conferma dello status della mutazione Flt3 dei pazienti al momento della recidiva può essere di aiuto nell’adozione di un approccio di trattamento appropriato e potenzialmente mirato.

L’agenzia Dire ne ha parlato con il professor Giovanni Martinelli, direttore scientifico dell’istituto scientifico romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (Irst) – Irccs.

– Professor Martinelli, perché da oggi si può parlare di una buona notizia per quanti sono affetti da lma e che tipo di farmaco è il gilteritinib?

“Si può parlare di una buona notizia, perché finalmente abbiamo a disposizione una medicina importante per i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta Flt3 positivo. Una medicina che colpisce solo ed esclusivamente le cellule leucemiche risparmiando quelle normali, nel 99,9% dei casi. Il gilteritinib è una molecola che abbiamo sviluppato in 7-8 anni di ricerca scientifica controllata e che adesso giunge finalmente all’autorizzazione ministeriale e al rimborso. Un farmaco che sarà dunque disponibile per tutti i malati, da Bolzano a Caltanissetta. Gilteritinib è una medicina innovativa, meravigliosamente tollerata, indicata per le persone giovani ma soprattutto per gli anziani affetti da leucemia. Fragili, diabetici, ipertesi e cardiopatici, tutti ne potranno trarre vantaggio”.

– Tra i moltissimi benefici di questo farmaco possiamo includere anche quello psicologico?

“Sì, il fatto che la medicina sia orale ci ha finalmente consentito di uscire dal dogma che la cura delle leucemie possa avvenire solo ed esclusivamente in ospedale e tramite terapia endovenosa. Noi abbandoniamo il dogma che la chemioterapia guarisca la leucemia per abbracciare il dogma in cui una pastiglia per bocca possa portare a remissione completa, cioè la scomparsa apparente della leucemia e la possibilità di sopravvivenza molto prolungata, in qualche caso addirittura guarigione completa, nella maggior parte dei casi a domicilio o prevalentemente attraverso cure che possono essere somministrate dopo un piccolo periodo di osservazione, anche lontano da un grande centro ematologico italiano”.

– L’utilizzo del farmaco presenta controindicazioni?

“Le dico la verità: fino ad oggi non ne ho riscontrate. Forse dovrebbe essere escluso dall’uso di questa medicina chi ha una grande insufficienza epatica o una cirrosi epatica, dato che il farmaco viene espulso proprio per via epatica. Al momento, però, posso dire che il gilteritinib è ben tollerato. Essendo un farmaco salvavita ritengo che tutti i malati dovrebbero poterne usufruire nel più breve tempo possibile”.

– Un farmaco salvavita a misura di paziente. Siamo di fronte ad una vera e propria ‘target therapy’?

“Sì, è una terapia personalizzata, ‘tailored’ come dicono gli inglesi, sartoriale. È una medicina che si va a proporre come ‘medicina intelligente’ che, come ho detto in precedenza, colpisce la cellula leucemica e risparmia quella sana: è la finestra terapeutica, la cosiddetta ‘therapeutic window’, che presenta molto beneficio e poca tossicità. Dunque, numerosi malati ne possono trarre vantaggio, anche quelli che hanno comorbidità, come gli anziani senza limiti di età e, soprattutto, le persone fragili e meno potenzialmente curabili con la chemioterapia tradizionale”.

– Parliamo di guarigione della Lma: è possibile arrivare a pronunciare questa parola?

“Certamente. Molti dei nostri pazienti diventano molecolarmente negativi, non presentano più alcuna traccia. Non è però un risultato immediato. Ci vuole una progressiva esposizione alla medicina per un periodo relativamente lungo. Ricordo che la leucemia è un cancro presente in tutte le parti del corpo: dal fegato alla milza, fino al cervello e alle ossa. Eradicare una leucemia richiede un po’ più di tempo rispetto a molti altri tumori metastatici. Quindi non possiamo pretendere guarigioni ed eradicazioni della neoplasia in pochi mesi. È invece una cura che richiede più tempo, circa due anni di terapia prolungata. Voglio però sottolineare che questo non mina affatto la possibilità che i malati guariscano”.

La leucemia mieloide acuta è una delle forme di leucemia più comuni negli adulti, ma rimane una malattia rara: rappresenta infatti l’1% di tutti i tumori. Può insorgere a qualsiasi età, ma il 40% dei nuovi casi è diagnosticato negli over 75. Il tasso di sopravvivenza relativa a 5 anni negli adulti con Lma è soltanto del 19% in Europa. Se non si interviene tempestivamente la Lma ha una prognosi sfavorevole in breve tempo.

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