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Coronavirus, L. Buttiglione (LB Macro): “Pil giù del 15%, servono 200 miliardi”

Luigi Buttiglione, Ceo e fondatore di LB Macro, già dirigente di Bankitalia e Bce: "Bene Draghi, ma servono idee nuove"

Pubblicato:31-03-2020 13:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:03

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ROMA – “Quest’anno credo si debba pensare a una caduta del Pil tra il 10 e, piu’ probabilmente, il 15 per cento, per metterci una toppa saranno necessari circa 200 miliardi e solo per quest’anno; altrettanti il prossimo anno, se no il paese non riuscira’ a ripartire”. Lo dice Luigi Buttiglione, Ceo e fondatore di LB Macro, in passato dirigente di Bankitalia e Bce, intervistato dal direttore della Dire via Skype.

Siamo di fronte alla piu’ grossa crisi economica dell’ultimo secolo, dobbiamo tornare al 1929 per un episodio cosi’ profondo, purtroppo la caduta del pil in tutte le grandi economie e’ talmente pronunciata che si possono solo mettere delle toppe e sperare, la cosa piu’ importante e’ far arrivare denaro a famiglie e imprese, l’esigenza umanitaria e’ primaria”, prosegue.


“Non c’e’ modo di fermare la caduta del pil, colpisce tutti ma non allo stesso modo, non tutti hanno la stessa capacita’ di risposta. Il nostro paese e’ uno dei piu fragili” e i tempi di ripresa non sono brevi. Peraltro, sottolinea, “la risposta immediata delle nostre autorita’ e’ stata molto piccola, all’inizio e’ stato sottovalutato” il pericolo, “abbiamo visto un’escalation di pacchetti“, si e’ passati da 3 a 50 miliardi.

“C’e’ stato un continuo inseguimento, ma in queste situazioni bisogna andare davanti”, l’azione del governo “ha portato piu moduli che denaro agli italiani e questo non e’ positivo”.

Buttiglione mette in evidenza il “malfunzionamento dell’area euro, quello che sta venendo al pettine non e’ tanto che la Germania e’ cattiva, ma che purtroppo l’unione monetaria e’ monca, dagli inizi non e’ stata concepita una unione fiscale e bancaria, e’ difficile che poi improvvisamente si possano mettere in comune gli eurobond quando una politica fiscale comune non c’e’. Non e’ bello accusare la Germania di scarsa cooperazione, lo si puo’ fare per altri profili ma per questo credo non sia giusto”.

“DRAGHI BENVENUTO, MA ORA IDEE NUOVE”

L’Unione europea reggera’ alla crisi innescata dal Coronavirus? “L’Ue e’ un po’ il canarino nella miniera, per dirla con una espressione inglese” che sta a significare come sia il primo soggetto che puo’ soffrire. “Non solo per una fragilita’ economica, ma per una fragilita’ istituzionale“. Risponde Luigi Buttiglione, Ceo e fondatore di LB Macro, nell’intervista dal direttore della Dire via Skype.

“L’area euro per un difetto di nascita non e’ stata concepita per reggere a questo tipo di urto“, quindi “un punto interrogativo” sulla sua esistenza e’ “legittimo”.

Draghi a Palazzo Chigi cambierebbe le sorti dell’Italia? “La sua statura e’ un’altra rispetto a quella dell’attuale governo, siamo arrivati in mezzo a un fiume in piena con il governo meno rappresentativo degli ultimi decenni e con poche personalita’, Draghi sarebbe il benvenuto”.

Pero’, l’Italia “oltre a muoversi in continuita’ con il passato credo debba fare uno scatto laterale e provare idee nuove, non so se Draghi possa essere la persona giusta per farlo, e’ stato l’esponente di punta dell’Europa fino adesso” mentre ora “bisogna ripensare il concetto di Ue”, aggiunge Buttiglione.

“ATTACCHI ALL’ITALIA? SOLO DA LAGARDE”

La partenza di Lagarde alla Bce “non poteva essere piu disastrosa– continua Buttiglione- anche se la seconda mossa e’ stata migliore, dubito che riuscira’ a riprendere la credibilita persa”.

“In questo momento non vedo grandi speculazioni contro l’Italia, sul mercato dei Btp l’ombrello della Bce garantisce protezione, l’unico vero nemico del mercato italiano e’ stata la Lagarde” con le sue dichiarazioni sullo spread. “Non vedo un particolare accanimento, quell’episodio e’ stato tremendo sia sul mercato Btp e sul Ftse Mib”.

Infine Buttiglione plaude all’azione di Fabio Panetta nel board Bce: “La svolta e’ merito suo ed e’ qualcosa di cui essere orgogliosi“. Aver garantito l’acquisto fino a 750 miliardi di titoli e’ stata “una mossa buona per tutti, non solo per l’Italia”.

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