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Inaugurato l’ospedale Fiera Milano, Bertolaso: “Promessa mantenuta”

La realizzazione è stata interamente finanziata da 1.200 donatori che hanno raggiunto 21 milioni di euro

Pubblicato:31-03-2020 11:26
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:03
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MILANO – “Avevamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta”. E’ il messaggio recapitato dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso, ricoverato perchè positivo al Covid alle autorità riunite oggi in Fiera per l’inaugurazione del nuovo reparto di terapia intensiva del Policlinico di Milano.

Bertolaso precisa di non aver realizzato “un ospedale da campo o un lazzaretto” ma “un ospedale specialistico”, perché “quando il mio paese chiama io rispondo”. Una realizzazione interamente finanziata da 1.200 donatori che, come sottolinea il presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali, hanno attualmente raggiunto la quota di 21 milioni di euro con il loro contributo. Questo progetto, partito con l’idea di ospitare un ospedale da campo, diventerà in realtà un ospedale vero e proprio di alta specializzazione, e non è detto che una volta finita l’emergenza verrà smantellato, come evidenzia Fontana: “Sarà il simbolo della battaglia vinta e il simbolo della ripresa della nostra regione”.

Se l’asserita intenzione di Palazzo Chigi di mantenerlo al servizio di tutto il paese e di replicare il modello al centro e al sud “saranno scelte che prenderemo insieme”, assicura Fontana. Intanto Pazzali spiega perché i posti da 400 sono diventati 200: “Inizialmente l’idea era quella di realizzare un ospedale da campo, poi con il supporto della direzione generale Sanità abbiamo raffinato il progetto cambiandolo in corsa 5 o 6 volte”, dice. Ora, ci saranno 200 posti “ma anche 400 metri di servizi (due sale tac, laboratori di radiologia etc.) che hanno occupato spazio”. Nonostante questo, per il presidente di Fondazione Fiera 200 posti di terapia intensiva renderanno questo spazio “il più grande in Italia, e forse in Europa”.


L’hub inizialmente, come sottolineato dal numero uno di Fondazione, accoglierà i pazienti che hanno necessità immediata di ricovero, mentre in corso d’opera potranno essere eventualmente trasferiti pazienti da altri presidi, con il coordinamento dell’unità di crisi. Per l’arruolamento si darà preferenza a medici italiani, anche se non è escluso in futuro un eventuale aiuto straniero. Una grossa mano la darà il Policlinico, dato che questo spazio diventerà un vero e proprio reparto dell’ospedale “più amato dai milanesi”, come sottolinea Fontana.

“Come sapete siamo in fase di realizzazione del nuovo Policlinico” sottolinea il dg Ezio Belleri, spiegando che l’ospedale ha “una struttura composta in padiglioni”, quindi “da questo punto di vista abbiamo creato una connessione per utilizzare qui tutte le procedure informatiche condivise”.

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