La stretta romana sugli evasori dell’immondizia: 145.000 avvisi (pagati 43.000)

Pubblicato:31-01-2025 14:58
Ultimo aggiornamento:31-01-2025 14:58

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ROMA – Il recupero dell’evasione della Tari “ha comportato l’emissione di 145.019 avvisi di accertamento tra utenze domestiche e non domestiche nei confronti dei soggetti che non risultavano iscritti, sulla base delle banche dati, ai fini della tassa rifiuti. Di questi, al netto di quelli la cui notifica non è andata a buon fine in prima battuta, ne risultano pagati a oggi 43.622, pertanto 43.622 soggetti destinatari di avvisi di accertamento per recupero dell’evasione Tari degli anni pregressi sono stati integralmente pagati. Poi abbiamo 8.913 istanze di rateizzo”. Lo ha detto in commissione congiunta Bilancio-Ambiente Nicola Mattera, vicedirettore del dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale.

Inoltre ci sono state “circa 28mila istanze di autotutela pervenute in questi due mesi, perché le prime notifiche di questi avvisi di accertamento sono tra fine ottobre e inizio novembre- ha aggiunto- Quindi tra istanze di autotutela, solleciti, integrazioni documentali o reiterazioni delle istante ci sono stati 38.287 contatti con i cittadini. L’evasione delle istanze sta comportando una riduzione dei tempi, in media siamo alla metà del termine dei 90 giorni previsto dalla legge e non abbiamo mai superato i 60 giorni”.

Sugli esiti della lavorazione delle istanze di autotutela “il 31% di quelle lavorate hanno comportato il rigetto, il 25% sono state accolte parzialmente, comportando la rettifica dell’atto impositivo emesso- ha proseguito Mattera- Sul restante 44%, il 28% è stato oggetto di annullamento totale ma con la riemissione dell’atto verso un altro soggetto e il 16% di annullamento totale. Complessivamente non si supera mai un 5% tra accoglimento totale e parziale in relazione agli atti emessi”.


Secondo quanto risulta all’agenzia Dire, rispetto a questi 145mila avvisi, 2.600 soggetti hanno presentato ricorso alla commissione tributaria. Mentre nella restante fetta (oltre 60mila persone) di coloro che non hanno deciso di pagare né di rateizzare né di presentare istanze di autotutela figurano soggetti ai quali non è stato ancora notificato l’accertamento oppure non hanno fatto nulla dopo la notifica: in quest’ultimo caso si procederà con la riscossione coatta.

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