Tragedia del Natisone: chiuse le indagini per omicidio colposo plurimo

Gli indagati sono tre vigili del fuoco e un infermiere della centrale operativa: la morte dei tre ragazzi, per l'accusa, è stata causata da "imperizia, negligenza e imprudenza"

Pubblicato:31-01-2025 15:37
Ultimo aggiornamento:01-02-2025 12:07
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dispersi natisone udine
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ROMA – Patrizia, Bianca e Cristian sono morti per l'”imperizia, negligenza e imprudenza” di chi doveva avviare e coordinare la macchina dei soccorsi. La Procura di Udine ha chiuso le indagini preliminari per la morte di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, avvenuta drammaticamente lo scorso 31 maggio a Premariacco, inghiottiti dalle acque del fiume Natisone in piena. I destinatari della notizia di chiusura della fase inquirente sono tre vigili del fuoco e un infermiere di servizio alla centrale operativa Sores quel tragico pomeriggio.

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Dei tre giovani resta ancora impressa nella mente l’immagine del loro ultimo abbraccio, in un tentativo disperato di resistere alla forza sempre più impetuosa del fiume Natisone, in piena quel terribile pomeriggio. Avevano resistito 40 minuti su un isolotto di ghiaia aspettando i soccorsi, fatto più telefonate per chiedere aiuto, provando a spiegare- anche in lacrime- quanto grave fosse la situazione in cui si trovavano. Ebbene, per l’accusa la loro morte è stata la conseguenza di una serie di comportamenti contraddistinti da imperizia, negligenza e imprudenza.

I 4 indagati e i loro legali hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o per chiedere di rilasciare dichiarazioni spontanee o essere sottoposti a interrogatori e soprattutto per esaminare il corposo fascicolo d’accusa, i suoi numerosi faldoni e una ventina di Cd.

LE INDAGINI SULLE RICHIESTE DI AIUTO

Nei mesi di indagine gli inquirenti hanno ascoltato testimoni, analizzato i tabulati e le registrazioni di sei chiamate: le tre effettuate da Patrizia Cormos, in cui implorava aiuto, anche con l’intervento di un elicottero, mentre intorno a lei l’acqua stava salendo senza freno. Le altre tre telefonate sono state fatte invece da tre passanti che si sono subito resi conto della situazione, tra cui un carabiniere. Le indagini si sono concentrate in particolare su coloro che hanno gestito il protocollo di emergenza e lo smistamento delle telefonate di richiesta soccorso arrivate dal telefono di Patrizia Cormos. Mentre non è stato toccato dall’inchiesta nessuno dei vigili del fuoco intervenuti sul luogo della tragedia, quando ormai la situazione era disperata.

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