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Ipsos: “La sanità è prioritaria per un italiano su due, viene prima di lavoro ed energia”

Il sondaggio è stato presentato oggi a Roma durante l'evento Msd Italia

Pubblicato:31-01-2023 19:03
Ultimo aggiornamento:31-01-2023 19:11

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ROMA – Il 55% degli italiani considera la sanità prioritaria per l’agenda del nuovo governo, davanti a lavoro ed energia. Un italiano su tre, inoltre, ritiene che l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce la salute come diritto fondamentale dell’individuo, non sia oggi pienamente rispettato.
Sono i principali risultati che emergono dal sondaggio d’opinione ‘Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo SSN’, condotto da IPSOS nel dicembre 2022 su un campione di mille persone tra i 18 e i 75 anni.

Il sondaggio è stato presentato oggi a Roma nel corso della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema ‘Investing for Life: la salute conta’, organizzato da MSD Italia per esplorare gli argomenti chiave delle politiche sanitarie in Italia. Il riconoscimento del valore strategico della sanità e, più in generale, della salute sembra quindi essersi parzialmente ‘rarefatto’ nell’agenda politica del Paese; così come la copertura mediatica dedicata ai temi sanitari, passata dall’80% dei primi mesi del 2020 (dati AGCOM) a una quota assolutamente residuale ai nostri giorni.


“Lo sguardo dell’opinione pubblica sulle prospettive per il Servizio Sanitario Nazionale si rivela composita e densa di attese- ha commentato il presidente di IPSOS, Nando Pagnoncelli– superata l’emergenza pandemica, si consolida il tema sanitario come prioritario nelle azioni di governo, il rinforzo dell’offerta di sanità pubblica a sostegno dei cittadini in un momento di difficoltà economica per le famiglie. Prevenzione, centralità del paziente e trasformazione digitale continuano ad essere tematiche di rilievo. Cruciale il ruolo della medicina territoriale con il medico di medicina generale e la farmacia al centro. L’alleggerita pressione emergenziale sull’opinione pubblica fa flettere leggermente il credito di fiducia nei confronti delle coperture vaccinali, ma non incide significativamente sull’immagine dell’industria farmaceutica nel complesso. Si indebolisce un poco il riconoscimento del contributo di ricerca e sviluppo così come quello del ruolo del farmaceutico nel rilancio economico del Paese, naturale conseguenza di una minore presenza mediatica del settore”.


Tornando al sondaggio, gli italiani rispetto al 2021 hanno rivisto le loro priorità e oggi affermano che la sanità sia l’area su cui il governo dovrebbe investire più urgentemente. Nella scala delle priorità, seguono il lavoro e, rispetto al 2021, appaiono anche i costi dell’energia.

Sono cambiate anche le priorità su cui gli italiani ritengono che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe concentrarsi: se nel 2021 una delle tre priorità era l’assistenza domiciliare (preferibile a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid), ad oggi è di maggior rilievo l’assistenza ospedaliera. Rimangono invece in cima alla classifica delle priorità la prevenzione e il pronto soccorso.
Per quasi un italiano su 3 (29%), come anticipato, l’articolo 32 della Costituzione non viene rispettato e le principali criticità che gli italiani riscontrano nell’ambito del sistema sanitario sono i tempi di attesa per accedere agli esami diagnostici necessari, per ricevere una prima visita e una visita di follow-up. In aumento anche le difficoltà ad accedere ai farmaci innovativi.

GLI SCREENING PRIORITARI PER GLI ITALIANI

Non ci sono particolari variazioni per quanto riguarda gli screening ritenuti prioritari dagli italiani: l’area dell’oncologia, sempre secondo i risultati emersi dal sondaggio IPSOS, rimane la più urgente, soprattutto al nord ovest e tra le donne. Circa 2 italiani su 5, ancora, ritengono che l’Italia spenda in sanità pubblica meno rispetto al resto d’Europa, nonostante per il 76% essa debba essere una priorità strategica per il Paese, soprattutto per le donne e per gli over 35.

COSA PENSANO GLI ITALIANI DEL SSN

Solo il 16% della popolazione riconosce una valutazione molto positiva al sistema sanitario nazionale, e solo il 24% al sistema sanitario della regione di appartenenza. Dati in calo rispetto al 2021. Metà della popolazione, soprattutto al nord, concorda sulla necessità di potenziare il sistema sanitario pubblico e il 29% si aspetta che il nuovo governo intervenga proprio a favore della sanità pubblica rispetto a quella privata. Vi è tuttavia una buona parte della popolazione (29%) che teme non vi sarà cambiamento alcuno.

Due italiani su cinque, soprattutto al nord, ritengono che per migliorare l’efficienza dell’assistenza sanitaria sia necessario aumentare il ruolo delle regioni: il 16% si aspetta che il nuovo governo intervenga in questa direzione.

Circa metà della popolazione, poi, concorda sul fatto che i pazienti debbano essere attivamente coinvolti nei processi decisionali di cura, ma solo il 18% sostiene fermamente che venga data la giusta attenzione ai bisogni specifici del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale. Quest’ultimo dato è in calo rispetto al 2021.

SANITÀ E DIGITALE: COSA SI ASPETTANO GLI ITALIANI

Sul fronte tra formazione digitale nella sanità, circa due italiani su cinque ritengono fermamente che l’intelligenza artificiale possa essere d’aiuto all’assistenza sanitaria. Questo pensiero è diffuso soprattutto tra gli uomini e al nord ovest. Due italiani su cinque sono fortemente favorevoli a un uso più ampio della telemedicina, soprattutto gli uomini e i laureati. Il 70% della popolazione, in aumento rispetto al 2021, accoglie positivamente la diffusione dei servizi digitali nella medicina. Soprattutto gli uomini e i laureati. Le sensazioni che stimolano queste trasformazioni sono per lo più di rassicurazione ed entusiasmo.

FARMACEUTICA E INVESTIMENTI STATALI

In merito al tema pandemia e settore farmaceutico, fa sapere ancora il sondaggio IPSOS, due italiani su cinque riconoscono l’importanza fondamentale dello sforzo di ricerca e sviluppo nella lotta al Covid-19. Dato che è tuttavia in calo rispetto al 2021. Il 70% degli italiani circa aveva una considerazione positiva dell’industria farmaceutica prima del Covid-19. Dopo l’emergenza sanitaria questa opinione è rimasta tale tra il 63% della popolazione. E ben l’80% della popolazione ritiene che lo Stato debba investire nell’assistenza farmaceutica pubblica. A pensarlo sono soprattutto gli over 45 e i residenti al nord ovest.

“Un solo virus- ha commentato a tal proposito Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia- è stato in grado di mettere in ginocchio le economie mondiali; se oggi viviamo una fase di nuova normalità è anche grazie allo straordinario impegno della ricerca e sviluppo delle aziende farmaceutiche, unitamente a virtuose partnership pubblico-privato che occorrerebbe mantenere e consolidare per una governance della salute sempre più resiliente, inclusiva e sostenibile. Un impegno che richiede un ecosistema istituzionale, regolatorio ed economico che finalmente guardi con favore all’innovazione, come fattore generatore di valore- ha concluso- come un investimento per il Paese anziché una mera spesa corrente”.

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