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VIDEO | Pd, Matteo Ricci: “Conta la sostanza, non il nome”. Giarrusso? “Scivolone evitabile”

Per il dem sindaco di Pesaro Matteo Ricci il Pd deve ridiventare la forza del riscatto sociale. Il congresso? "Non è un congresso normale,è di ricostruzione"

Pubblicato:31-01-2023 18:44
Ultimo aggiornamento:31-01-2023 18:44

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ROMA – Sul possibile cambio del nome del Partito democratico “non credo che il problema sia quello del nome, anche se noi dobbiamo essere un partito sempre più incentrato sul lavoro. Dobbiamo rappresentare chi soffre, i più deboli, il lavoro e chi produce, chi rischia per trovare lavoro e al tempo stesso chi si batte per salvare il Pianeta. Queste sono le categorie che dobbiamo rappresentare, poi il nome può rimanere lo stesso o cambiare, ma la sostanza è quella che conta e che conterà”. Lo dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente Ali-Autonomie locali italiane, intervistato dal direttore dell’Agenzia di stampa Dire Nico Perrone.

“SCIVOLONE EVITABILE, MA STIAMO SU MERITO QUESTIONI”

Sull’ingresso di Dino Giarrusso nel Pd, Matteo Ricci, secondo “c’è stato uno scivolone che si doveva evitare. Anche perchè sono stati due giorni di discussione molto bella con tante competenze e mediaticamente questo caso ha offuscato la grande qualità degli interventi e la grande energia che c’è stata. A iniziare da quella degli amministratori locali che sono intervenuti sabato e dall’intervento conclusivo di Stefano Bonaccini”.

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Ricci aggiunge: “Adesso dobbiamo entrare ancora di più nel merito delle questioni. Penso che dobbiamo essere la forza del riscatto sociale e dobbiamo ripartire da lì. Ci sono due dati che più di altri mi hanno colpito in questi mesi: uno è quello della povertà ereditata, il 70% degli italiani eredita la povertà dalla propria famiglia, e quella dei salari che sono cresciuti di oltre il 20% nel resto d’Europa mentre da noi sono calati. Questo è il cuore del problema. Per questo dobbiamo ridiventare la forza del riscatto sociale e la proposta, ad esempio, di una legge popolare sul salario minimo è importante perchè quando c’è un Governo che strizza l’occhio agli evasori e ai furbi noi dobbiamo stare dalla parte del lavoro sottopagato, sfruttato e precario. Questo è uno dei temi che abbiamo affrontato a Milano ed è uno dei motivi per cui ho deciso di sostenere Bonaccini, anche perchè delle 10 idee che nei mesi scorsi avevo sviluppato in giro per l’Italia questa è una di quelle che Stefano ha fatto sua e sta diventando uno degli elementi centrali della sua campagna”.

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“PRIMARIE COMPETIZIONE COOPERATIVA, 26 FEBBRAIO SI RIPARTE”

Queste primarie devono essere “una competizione cooperativa, qui non c’è nulla da prendere c’è solo da ricostruire e ognuno deve dare il suo contributo. Sono gli elettori che sceglieranno, noi dobbiamo far passare questo messaggio: il 26 febbraio si riparte. Più persone andranno a votare alle primarie più forte sarà la ripartenza e di conseguenza efficace nel fare opposizione al Governo e rimettere in campo un’identità di una forza progressista moderna e poi il 26 si sceglie chi deve guidare”. Lo dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente Ali-Autonomie locali italiane, intervistato dal direttore dell’Agenzia di stampa Dire Nico Perrone.

Ricci aggiunge: “Ovviamente c’è una competizione, penso però che siamo in una fase drammatica per noi, dobbiamo capire che questo non è un congresso normale, ma di ricostruzione. Penso che la scelta debba andare sulla figura più autorevole e solida, più dinamica come quella di Stefano Bonaccini che ha dimostrato, anche in questi mesi, di avere un largo consenso nel Paese e di portare con sè una forte energia da parte di tanti amministratori locali, di tanti sindaci. Ha fatto diventare anche alcune proposte, su cui ho lavorato anche io insieme a tanti altri negli ultimi mesi, dei suoi cavalli di battaglia. Il tema del salario minimo deve diventare la bandiera di un partito che vuole ritornare ad essere la forza del riscatto sociale per combattere le diseguaglianze e stare dalla parte del lavoro sottopagato e del lavoro precario”.

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