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Patto Galletti-Brugnaro: a Marghera arriva un commissario

L'arrivo di un commissario permetterà di spendere velocemente i soldi e semplificare la governance, eliminando la normale burocrazia

Pubblicato:31-01-2017 12:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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VENEZIA – Assieme ai 72 milioni di euro previsti dal Patto per Venezia per il completamento dei marginamenti dell’area di Porto Marghera, nella città lagunare arriverà un commissario governativo che avrà l’obiettivo di spendere subito e bene i soldi, in modo da completare l’opera nel minor tempo possibile, senza lasciarsi fermare dalla burocrazia. Lo prevede il protocollo d’intesa firmato oggi a Ca’ Farsetti dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e dal ministro all’Ambiente Gianluca Galletti. “I soldi ci sono“, assicura Galletti, specificando che i 72 milioni già stanziati dal Cipe arrivano dal Fsc (Fondo sviluppo e coesione), ma “una volta trovate le risorse siamo al 50% del lavoro, ora c’è la governance di spesa ed è la parte più difficile”. Di solito, infatti, a spendere i soldi ci si mette troppo tempo e, spesso, non vengono nemmeno spesi bene, con il risultato che le opere vengono realizzate in ritardo e finiscono per costare più del necessario.

Luigi Brugnaro

Proprio per evitare che ciò accada anche in questa occasione “con questo protocollo adottiamo una misura speciale, che ci permette, attraverso la nomina di un commissario governativo, di spendere velocemente i soldi e semplificare la governance”, eliminando la normale burocrazia. Il commissario, in ogni caso, non priverà l’amministrazione comunale della sua autonomia, assicura Galletti. Al contrario, i due soggetti collaboreranno, come hanno già fatto durante la definizione del Patto per Venezia, perché “l’ambiente non è un vincolo ma un’opportunità economica”.  Con il termine dei marginamenti “restituiamo territorio alla città”, continua il ministro, evidenziando i due aspetti positivi dell’operazione. Da un lato “evitiamo un pericolo ambientale per la collettività“, mentre dall’altro “permettiamo di ridurre il consumo di suolo”, rendendo disponibili aree già edificate in passato, che peraltro sono strategiche. “Porto Marghera dev’essere fruibile“, conclude Galletti, e la sua bonifica sarà “un grande volano economico“.

I 72 milioni disponibili, però, basteranno solo a completare i marginamenti, evitando così che i reflui delle aree inquinate finiscano in laguna. Si tratta quindi di un passaggio preliminare alle bonifiche, ma che non le comprende. E qui interviene un secondo punto del protocollo firmato oggi, che asseconda un’idea del sindaco Brugnaro. Ovvero, fare in modo che a pagare le bonifiche siano i privati interessati ad investire nel territorio, per creare “posti di lavoro”. La strategia, in sostanza, è semplice. Chi vorrà investire nelle aree di Porto Marghera dovrà presentare un progetto di bonifica spiegando che struttura vuole costruire. Ad essere approvato, in seguito ad un esame che comprende la verifica della disponibilità economica degli investitori, sarà così il progetto nel suo complesso, e l’investitore saprà che, una volta completata la bonifica, potrà iniziare subito a costruire quello che ha in mente. Tempi, quindi, certi. Il pubblico “non deve fare l’imprenditore”, spiega Brugnaro, ma deve creare le condizioni perché gli imprenditori si sentano tranquilli ed investano. Solo così sarà possibile riportare le fabbriche, e quindi il lavoro, a Marghera. La “grande rivoluzione è che semplifichiamo il modo di attuare”, perché “qui non mancano i soldi, mancano le condizioni burocratiche per poter esprimersi”, conclude il sindaco, “Porto Marghera sarà la nostra risorsa”, e “chiunque vuole investire a Venezia è benvenuto“.


di Fabrizio Tommasini, giornalista

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