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ROMA – Tensioni e scontri durante lo sgombero del centro sociale “Forte Portuense” a Roma, occupato da anni da giovani attivisti. L’operazione, condotta dalle forze dell’ordine, ha visto momenti di violenza con un bilancio di circa dieci feriti, tra manifestanti e agenti.
In una nota, la Questura ha fatto sapere che “all’interno era stata riscontrata la presenza di alcuni soggetti giĂ noti per la contiguitĂ ad ambienti connessi alla organizzazione di rave party”.
Nella struttura, le autoritĂ hanno rinvenuto attrezzature come casse acustiche e altro materiale tipicamente utilizzato per eventi musicali non autorizzati.
Durante l’intervento, circa 60 persone si sono radunate all’esterno dell’edificio per protestare contro lo sgombero.
Secondo la Questura, alcuni manifestanti hanno bloccato il traffico lungo via Portuense, rendendo necessario l’intervento degli agenti per ripristinare la circolazione.
La situazione è degenerata quando i manifestanti hanno cercato di avanzare verso le forze dell’ordine, lanciando bottiglie e altri oggetti contundenti. Gli agenti hanno risposto anche con l’utilizzo di manganelli, come documentano alcuni video che circolano in rete e diffusi dalla pagina Instagram asssemblea.portuense.
Al termine degli scontri, si contano circa dieci feriti tra poliziotti e manifestanti. Due persone sono state fermate e condotte presso gli uffici di polizia per ulteriori accertamenti. La Questura ha sottolineato che l’operazione è stata necessaria per garantire la sicurezza pubblica e prevenire eventi illegali che avrebbero potuto mettere a rischio l’incolumitĂ dei partecipanti e dei residenti della zona.
L’episodio ha suscitato diverse reazioni all’interno della comunitĂ locale. In una nota, il presidente del Municipio Roma VIII, Amedeo Ciaccheri ha definito “davvero preoccupanti gli esiti dello sgombero al Forte Portuense di questa mattina. Una dimostrazione di forza inutile e dannosa. Andranno verificate le responsabilitĂ di anche comportamenti violenti delle forze dell’ordine registrati dagli organi di stampa. Non possiamo trasformare la nostra cittĂ in un campo di battaglia con atteggiamenti che emulano comportamenti repressivi non dignitosi per un Paese democratico”.
Alcuni residenti hanno espresso preoccupazione per la presenza di eventi non autorizzati nella zona, mentre gruppi di attivisti hanno denunciato l’uso della forza da parte delle autoritĂ e la repressione degli spazi sociali autogestiti. Le indagini proseguono per chiarire le dinamiche degli scontri e accertare eventuali responsabilitĂ da entrambe le parti coinvolte.
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