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Anno nuovo, guai vecchi. E comunque auguri a tutti

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:30-12-2022 18:09
Ultimo aggiornamento:01-01-2023 10:56

editoriale_2023
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ROMA – Poche ore e ci lasceremo alle spalle il 2022. È stato ancora un anno difficile ma alla fine il Paese ha retto, non solo, in alcuni settori, penso all’export, ha pure recuperato alla grande. Gli occhi sono puntati di nuovo sulla Cina dove il Covid sta contagiando a più non posso. Bene ha fatto il nostro ministro della Salute a mettere da subito in atto le prime misure di contenimento a partire dai tamponi da fare a chi da quel Paese arriva. Ma farlo da soli non basta perché dalla Cina in Italia ci si può arrivare facendo scalo in altri aeroporti, anche europei, e se lì non ci sono le nostre stesse misure il problema resta.

Per quanto riguarda la politica nazionale, dopo la caduta del governo Draghi e le elezioni dello scorso 25 settembre, l’esecutivo di Giorgia Meloni, un governo di destra-centro, ha raggiunto il suo primo importante obiettivo, non scontato, portando a casa la sua legge di Bilancio prima della scadenza dell’anno evitando così l’esercizio provvisorio. La Manovra approvata in fretta e furia per la gran parte è indirizzata a contenere l’aumento delle spese dovute al rincaro dell’energia. Quello che rimaneva, come ha spiegato la presidente del Consiglio, è stato assegnato con scelte politiche, come dimostra la decisione di arrivare tra qualche mese a ‘tagliare’ il reddito di cittadinanza. Perché, ha spiegato Meloni, chi può lavorare e gli si offre la possibilità non può pensare di rifiutare e restarsene a casa pagato comunque con le tasse di tutti noi.

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Per molti osservatori, tuttavia, anche per colpa dei tempi stretti, la Manovra di Meloni non segna una ‘rottura’ rispetto al precedente governo restando in quella scia. Non solo, già dalla prossima primavera, con le misure annunciate, ci sarà bisogno di trovare altre ingenti risorse e non sarà facile. Ma il governo Meloni al momento può contare anche su un altro punto di forza: la mancanza di una forte opposizione in Parlamento, dove le tre forze politiche sono non solo divise ma passano gran parte del tempo a litigare tra di loro.

Prima o poi bisognerà ragionare, perché alle viste ci sono importanti scadenze elettorali, a partire dalle Regionali in Lombardia e nel Lazio per arrivare alle Europee del 2024. Meloni ha già detto che le Regionali saranno un importante test politico per il suo Governo, sapendo di aver già la vittoria in tasca. Perché in Lombardia e Lazio, appunto, le forze che si schierano contro i candidati del centrodestra unito marciano divise.

A breve, il prossimo 19 febbraio, gli iscritti al Pd saranno chiamati a indicare i due candidati che si dovranno contendere la leadership del partito. In corsa ce ne sono quattro: Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, da poco eletta deputata del Pd, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. Stando ai primi sondaggi, e valutando il peso degli iscritti alle ‘aree’ dentro al partito, alla sfida finale arriveranno Bonaccini e Schlein, il primo forte della sua esperienza politica di amministratore, l’altra forte perché giovane, di fatto estranea alla vita di partito e quindi di rottura totale col passato.

C’è poi la tragedia della guerra in Ucraina, che continua con distruzioni e stragi. La fine appare ancora lontana, le parti hanno deciso di confrontarsi sul campo di battaglia e finora a poco e niente sono serviti gli appelli a deporre le armi, a sedersi attorno ad un tavolo per negoziare. Non bisogna comunque mai dimenticare che la colpa maggiore ricade sulle spalle di Putin, quello che ormai è a tutti gli effetti il tiranno russo che non solo vuole distruggere un Paese libero ma che sta anche trasformando il suo in un terra di zombie privi di cervello totalmente al servizio della cricca di potere.

Un clan che sta accumulando straordinarie risorse personali depredando e saccheggiando ricchezze nazionali. Ma la speranza è l’ultima a morire e per questo ci batteremo sempre, anche come giornalisti della Dire, perché alla fine si trovi la via del negoziato per una pace giusta, che significa non decisa da altri sulla testa del popolo ucraino che sta lottando per la sua libertà.

A tutti i lettori dell’agenzia Dire, a chi ci segue con passione, a chi ci critica, a quelli che spingono a migliorare, un augurio di buon anno, perché i prossimi mesi siano sereni e pieni di belle sorprese. 

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