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I Carabinieri sequestrano un quadro di Rubens esposto al Ducale di Genova

L'indagine riguarderebbe un curioso caso di "plusvalenze" con quattro persone indagate per esportazione illecita di opere d'arte

Pubblicato:30-12-2022 15:10
Ultimo aggiornamento:08-01-2023 13:03

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GENOVA – I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale hanno sequestrato il quadro “Cristo risorto appare alla Madre (con una figura da una composizione sottostante)” di Pietro Paolo Rubens, esposto al Palazzo Ducale di Genova nella mostra dedicata al pittore fiammingo. L’indagine riguarderebbe un curioso caso di “plusvalenze” con quattro persone indagate per esportazione illecita di opere d’arte. Il quadro sarebbe stato venduto in un primo momento, da una famiglia genovese a un mercante straniero, al prezzo di 300.000 euro, come genericamente appartenente alla scuola fiamminga, poi successivamente autenticato e rivenduto a dieci volte il prezzo iniziale. Ma la prima vendita sarebbe avvenuta quando il mercato sarebbe stato già consapevole dell’autenticazione. Tornato “a casa” per l’esposizione al Ducale, il dipinto, datato tra il 1612 e il 1616, raffigura il Cristo risorto in piedi davanti a due donne inginocchiate. L’opera è ancora in mostra, ma non più in esposizione.

OPERA AUTENTICA, IL DUCALE SI CONFIGURA COME PARTE LESA

Non è la prima volta che una mostra di Palazzo Ducale finisce nella lente della Procura: cinque anni fa, infatti, scoppiò il caso dei quattro presunti falsi di Modigliani esposti come autentici. La notizia del sequestro ha colto di sorpresa le istituzioni: il sindaco Marco Bucci e il governatore Giovanni Toti, entrambi assessori alla Cultura dei propri enti, hanno appreso la notizia nel corso di una conferenza stampa sul concerto di Capodanno di Mediaset a Genova. In attesa di una nota ufficiale, la Fondazione Cultura di Palazzo Ducale tiene a precisare che l’opera è assolutamente autentica e il caso è inerente a una questione di proprietà, con il Ducale peraltro che si configura come parte lesa.

Secondo quanto si apprende, i vertici di Palazzo Ducale da tempo erano a conoscenza delle indagini e stavano già collaborando fattivamente con Procura e Carabinieri.


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