ROMA – E’ trascorsa la prima notte in Siria, dopo il cessate-il-fuoco scattato alla mezzanotte di ieri per iniziativa di Turchia e Russia, e accolto anche dal regime siriano e dalle forze ribelli. Fuori dall’accordo sono rimasti invece i miliziani del gruppo Stato islamico e le forze curde dell’Ypg.
Tuttavia, come rende noto l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), combattimenti isolati si sono comunque tenuti tra truppe del regime e armate ribelli nel nord di Hama e a 15 chilometri a nord-est di Damasco – e in altre zone del Paese.
Secondo quanto ha detto Rami Abdel Rahman, direttore del Sohr, alla stampa internazionale, questi attacchi “violano del cessate-il-fuoco”. Ha quindi spiegato che “piccoli gruppi ribelli e armate fedeli a Damasco stanno cercando di mandare a monte la tregua perché questa minaccia la loro presenza”. Tra i gruppi ribelli c’è Fateh al-Sham, branca del gruppo Al-Nusra, che a sua volta è nato da Al-Qaeda per operare in Siria, e da cui alcuni mesi fa ha preso le distanze. Tuttavia tra ribelli e esercito è in corso uno scambio di accuse su chi abbia aperto il fuoco per primo. L’area alle porte di Damasco è peraltro quella in cui risiedono le principali centrali idriche della capitale. A causa degli scontri, è dal 22 dicembre che parte degli abitanti di Damasco sono senza acqua corrente.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it