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Il Covid non frena i trapianti nelle Marche

Gli interventi sono passati dagli 82 del 2019 aI 91 del 2022. La coordinatrice del Centro regionale De Pace: "Un fatto inaspettato"

Pubblicato:30-11-2022 12:32
Ultimo aggiornamento:30-11-2022 12:32
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ANCONA – L’emergenza sanitaria Covid-19 non frena i trapianti nelle Marche. Secondo i dati forniti dalla coordinatrice del Centro regionale trapianti Francesca De Pace, infatti, negli ultimi anni si è registrato un graduale incremento di trapianti di fegato e rene in regione: erano 82 nel 2019, sono saliti a 84 l’anno successivo fino ad arrivare ai 90 del 2021 e agli attuali 91. “L’aumento in periodo di emergenza sanitaria è un fatto inaspettato che non è accaduto in tutte le regioni- spiega alla Dire la dottoressa De Pace- Credo sia anche merito del grande lavoro della rete regionale trapianti. Non è stato facile ma stiamo lavorando tanto e bene. Servirebbero più risorse e personale ma so che ci sono dei limiti normativi da rispettare”.

MARCHE DETENEVANO PRIMATO PER DONATRICE PIU’ ANZIANA D’ITALIA

Nello specifico nel 2022 sono stati effettuati 50 trapianti di rene (+1 sul 2021), 40 di fegato (+1) ed un trapianto combinato fegato-rene. Nel 2019 i trapianti di rene erano 41. “Per quanto riguarda i trapianti di rene siamo passati dal 15esimo al 23esimo posto in Italia e anche sul fegato stiamo andando molto bene- continua De Pace- E dobbiamo considerare che siamo un Centro molto giovane considerando che i primi interventi sono stati effettuati nel 2005. Un bacino di utenti piccolo, perché le Marche contano poco più di un milione e mezzo di abitanti, che però si sta allargando. Tanto che trapiantiamo pazienti provenienti anche da fuori regione“. E fino a qualche settimana fa alle Marche spettava anche un particolare primato. “A fine ottobre è deceduta una donna fabrianese di 97 anni e 6 mesi che grazie alla donazione del fegato era diventata la donatrice più anziana d’Italia– continua De Pace- Un primato che qualche giorno dopo è stato superato da una ultracentenaria a Pisa. Ma al di là di questo quello che importa è la capacità tecnica e organizzativa della nostra rete”.


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