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Il Collettivo di fabbrica Gkn: “Azienda riapre i licenziamenti, istituzioni hanno perso tempo”

Su Facebook, il post del Collettivo di fabbrica dello stabilimento di Campi Bisenzio è stringatissimo

Pubblicato:30-11-2021 16:37
Ultimo aggiornamento:01-12-2021 09:18
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manifestazione gkn g20 roma
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FIRENZE – “Arrivata raccomandata. Gkn si prepara a riaprire la procedura di licenziamento. Decretate ora. Ancora una volta presi in giro”. Su Facebook, il post del Collettivo di fabbrica dello stabilimento di Campi Bisenzio è stringatissimo. Ma c’è tutto: la scelta dell’azienda di riavviare la seconda procedura di licenziamento (bocciata a settembre dal tribunale di Firenze) e la rabbia dei lavoratori.

Nella raccomandata arrivata agli operai, l’azienda controllata dal fondo inglese Merlose (che si firma “in liquidazione”) mette nero su bianco lo stato dell’arte: “Continueremo diligentemente la discussione con il sindacato e le istituzioni per trovare un’intesa che possa effettivamente portare avanti il progetto di reindustrializzazione della fabbrica, anche se siamo costretti a iniziare la procedura legale alla fine di questo mese”, che peraltro finisce oggi.

NARDELLA: LICENZIAMENTI INCONCILIABILI, GOVERNO TENGA PUNTO

“La reindustrializzazione condivisa col governo e anche da Gkn non è affatto conciliabile con l’avvio della procedura di licenziamento, perché rischierebbe di pregiudicare tutto il lavoro appena iniziato. La lettera appare più che altro un annuncio. Mi auguro che non si dia seguito formalmente a questa decisione”. Lo afferma, a margine di un’iniziativa alla biblioteca delle Oblate, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, commentando la lettera inviata dalla proprietà di Gkn che riapre la procedura di licenziamento collettivo per i dipendenti della fabbrica di Campi Bisenzio.


Nardella riferisce di aver parlato, nelle ultime ore, con l’advisor, concordando sulla necessità di dare priorità alla ricerca in un contesto di tranquillità di nuovi investitori. Serenità che tuttavia salterebbe con una procedura rinnovata. “Le due cose- avverte il sindaco- non stanno insieme”. Al tempo stesso, aggiunge, “confido che il governo mantenga la barra, ho avuto modo di parlare anche col ministro Orlando e col sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che sta vivendo una situazione simile con l’ex Saeco caffè nella sua città metropolitana. Tutti vediamo la necessità di avere un provvedimento normativo d’urgenza per gestire questo problema delle delocalizzazioni ingiustificate. È l’altra priorità che abbiamo”. Per Nardella senza una strategia nazionale di politica industriale sull’automotive e una nuova legge contro le delocalizzazioni unilaterali “rischiamo di affrontare con grande difficoltà tutte le crisi che si stanno aprendo”.

LAVORATORI GKN: LICENZIAMENTI NON PARTANO, ADVISOR MOSTRI PIANO

Prima la nuova comunicazione che dà il via alla nuova procedura di licenziamento collettivo. Poi un corteo per le vie del centro di Firenze, con tappa a Palazzo Vecchio dove una delegazione dei lavoratori di Gkn ha visto il sindaco Dario Nardella e il collega di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi. “La procedura di licenziamento non deve ripartire, l’abbiamo ribadito” anche alle istituzioni, sottolinea Dario Salvetti, membro della Rsu e del Collettivo di fabbrica dello stabilimento di Campi, al termine dell’incontro.

Così i lavoratori guardano già a domani quando Invitalia dovrebbe vedersi con l’advisor nominato dalla società. “Attendiamo questo incontro. Vogliamo essere presenti, con le istituzioni”, perché “ci devono dire qual è il piano di reindustrializzazione”, continua Salvetti. “Anche perché se” con l’advisor “hanno trovato questi quattro compratori, li avranno selezionati sulla base di un mandato di vendita. E cosa vendono, cosa hanno detto ai compratori? Sulla base di queste domande li hanno selezionati e questo ce lo devono dire subito”.

Ora, torna alla carica Salvetti, “chiediamo di vedere il prima possibile il piano di reindustrializzazione e di valutarlo. Solo dopo si costruisce il ponte per arrivare a un’eventuale soluzione alternativa a Gkn”. L’azienda controllata dal fondo inglese Merlose “invece, vuole fare il contrario: prima vuole che firmiamo i licenziamenti e un accordo di cessazione di attività. Vogliono scappare dicendoci che dopo arriveranno i compratori, ma così non si fa nemmeno il rogito per uno scantinato”.

Nel Paese, continua nella sua riflessione, “non so se siano rimasti professionisti seri, ma chiunque ha un minimo di serietà dovrebbe sapere che parole come reindustrializzazione e transizione green sono state usate per chiudere molte aziende“.

In questo senso “è nell’interesse di chi è serio mettere delle garanzie sul tavolo per dire ‘questa volta non andrà così'”. Quindi “chiediamo che si elabori un piano di continuità occupazionale e che si firmi un accordo di continuità sui diritti dei lavoratori per evitare che questo passaggio serva solo a fare macelleria sociale. Dopodiché si discuteranno gli strumenti, anche un eventuale ammortizzatore per la riorganizzazione perché c’è da far ripartire un’azienda e non è una cosa che fai in un giorno”.

‘LICENZIAMENTI NULLA DI NUOVO, ISTITUZIONI HANNO PERSO TEMPO’

“Stamattina abbiamo ricevuto una lettera che non dice nulla di nuovo. Dice che Gkn si prepara da domani a riaprire la procedura di licenziamento. Il tempo che avevamo guadagnato vincendo in tribunale l’artico 28 non è stato utilizzato dalle istituzioni del Paese per fare una legge anti-delocalizzazioni e per permettere a un fondo finanziario di non riaprire una procedura di licenziamento, mettendo una trattativa e il futuro di un intero territorio sotto ricatto”. Lo sottolinea Dario Salvetti, membro della Rsu e del Collettivo di fabbrica, al termine dell’incontro con il sindaco di Firenze, Dario Nardella, e con quello di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi.

Alle istituzioni, aggiunge, “l’abbiamo fatto presente e abbiamo richiesto ancora una volta una decretazione d’urgenza sul nostro caso, spiegando come deve avvenire la discussione su un’eventuale reindustrializzazione. Perché questo Paese è pieno di raggiri come Embraco, Whirlpool e come tante altre aziende dove dovevano arrivare nuovi compratori che poi non sono mai arrivati”.

‘RESTIAMO IN FABBRICA’, PRONTI AD ‘AZIONI RADICALI MA INTELLIGENTI’

E ora? “Rimaniamo in presidio. Ci rimarremo e continueremo a elaborare il nostro piano per il polo della mobilità sostenibile che passi anche da una nazionalizzazione di Gkn e di tutte quelle aziende del settore automotive in difficoltà”. Nel giorno in cui Gkn ha formalizzato l’apertura di una nuova procedura di licenziamento collettiva, tra i lavoratori la parola d’ordine resta la stessa: resistere. E “insorgere”, come campeggia in ogni appuntamento firmato dagli operai e dal Collettivo di fabbrica.

Ma se il motto partigiano della resistenza fiorentina per le tute blu di Campi Bisenzio rappresenta una sorta di adunata di classe, un ombrello per tutte le vertenze del Paese da legare in uno sciopero generale nazionale, quel resistere potrebbe sfociare, nel breve e nel medio periodo, anche “in azioni radicali”, come raccontano alla Dire.

Il ‘teorema’ “se Gkn riaprirà la procedura di licenziamento, promettiamo rabbia”, gli operai l’hanno messo nero bianco qualche settimana. Così mentre quella procedura sta ripartendo, c’è chi spiega: “Pensiamo anche ad azioni radicali, però intelligenti. Di bloccare il camionista sull’A1 non ci interessa”, sottolineano per sgomberare il campo da equivoci. Non solo, i metalmeccanici potrebbero dar vita a un nuovo 18 settembre, quando 20.000 persone sono scese nelle strade di Firenze, in corteo, per il futuro della fabbrica. L’idea c’è, ma non subito: potrebbe, infatti, essere riproposta entro i 75 giorni di tempo previsti dalla procedura. Quello che è certo è che i lavoratori sono attesi alla prova dell’inverno. In presidio da luglio, resteranno in fabbrica anche a Natale e Capodanno. Con le famiglie.

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