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Usa, la folle corsa di Trump per finire la barriera anti-migranti

L'ex presidente ha sette settimane per terminare il muro sul confine con il Messico; Joe Biden ha infatti promesso di interrompere il progetto ma non di distruggere le parti già costruite

Pubblicato:30-11-2020 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:40

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ROMA – All’amministrazione Trump restano sette settimane di governo, giorno più giorno meno, e così i lavori per completare la barriera di separazione tra gli Stati Uniti e il Messico hanno ripreso a “ritmo vertiginoso”. Il progetto è stato il cuore della politica migratoria di Donald Trump, che si è caratterizzata per scelte decisamente restrittive verso l’ingresso di nuovi stranieri nel Paese, che si tratti di persone che scelgono le vie legali o irregolari.

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BIDEN NON SMANTELLERÀ I TRATTI GIÀ COSTRUITI

I media locali ricordano che il presidente eletto Joe Biden ha promesso che, una volta entrato alla Casa Bianca, interromperà il progetto, ma il suo team ha già fatto sapere che i nuovi tratti della barriera già in piedi non verranno smantellati, come invece chiedono diversi gruppi in difesa dei diritti dei migranti. A parlare di “folle corsa” del presidente uscente è stato anche Raul Grijalva, un deputato dell’Arizona, che al Congresso ha denunciato l’impatto che il muro sta avendo sull’ambiente e l’economia delle comunità locali: “La costruzione della barriera sta creando condizioni avverse alle persone e alle altre forme di vita” ha detto.


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Grijalva si è aggiunto così alla lunga lista di persone e organismi della società civile che da mesi invocano l’abbattimento della barriera, in quanto lesiva degli ecosistemi e del contesto socio-economico degli stati frontalieri. In attesa del 20 gennaio, cresce così il dibattito su quali azioni il prossimo presidente dovrà mettere in campo per far fronte al problema: per Grijalva “la grande domanda” per l’amministrazione Biden consiste nel come compenserà i danni arrecati alle risorse naturali della regione, a cui si aggiungono anche i danni “ai siti culturali dei nativi americani”.

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