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Se lo sport si ferma il contatto con i bambini non si interrompe

Anche in questa nuova fase Sport Senza Frontiere si impegna a garantire alle famiglie fragili attività sportiva e supporto socio-economico

Pubblicato:30-11-2020 11:08
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:40
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ROMA – “All’indomani dell’ultimo dpcm ci siamo messi immediatamente al lavoro per studiare nuove vie per non perdere il contatto con i nostri ragazzi e fargli proseguire, anche se in forme diverse e più limitate, l’attività sportiva”. Queste le parole di Alessandro Tappa, presidente di Sport Senza Frontiere, la onlus che da più di nove anni opera nelle aree periferiche a maggior rischio delle grandi metropoli italiane.

Se in tempi “normali” i ragazzi venivano inseriti in programmi sportivi regolarmente svolti più volte a settimana, quindi prelevati presso il proprio domicilio e seguiti dal punto di vista psico-sanitario attraverso visite mediche periodiche, oggi quel che si cerca di fare è attivare percorsi alternativi per non lasciarli soli e mantenerli in contatto con gli operatori e gli educatori, evitando così l’acutizzarsi dei fenomeni di isolamento sociale.

“Abbiamo spostato i bambini che frequentavano piscine o altri sport non praticabili, su attività consentite all’aperto – continua Tappa – Le società sportive della nostra rete solidale stanno cambiando la tipologia di allenamento e abbiamo attivato piccoli gruppi di addestramento individuale. Al momento sono oltre 60 quelli che hanno ripreso a fare sport. Ovviamente a Milano e Bergamo le difficoltà sono maggiori, ed è lì che abbiamo ulteriormente rafforzato l’intervento dei nostri psicologi per contenere ansie e paure e far sentire la nostra costante vicinanza”.
Le famiglie tra Roma, Napoli, Milano, Torino, Bergamo e Trento di cui SSF si occupa – e i relativi 400 bambini – provengono dai settori più fragili della popolazione e molte di loro in questo momento, di nuove chiusure, sperimentano ulteriori difficoltà di accesso al sistema scolastico e ai presidi sociali, anche per problemi di tipo socio-economico.


Sono riprese, quindi, le attività da remoto, o di distribuzione, che per tutto il periodo del primo lockdown hanno visto Sport Senza Frontiere in prima linea.
“Da qualche settimana – ha aggiuntoTappa – garantiamo attività di aiuto compiti e ripetizioni per i beneficiari con tutor di progetto e volontari, sostegno psicologico alla genitorialità e counseling psicologico ai ragazzi. Abbiamo attivato Laboratori webinar di educazione alimentare, con il supporto del Dipartimento di Biomedicina di Roma-Tor Vergata, e Laboratori webinar di educazione digitale. Ma stiamo facendo di tutto per aprire Laboratori creativi, da realizzare all’aperto, negli spazi messi a disposizione dalle Associazioni Sportive della nostra rete solidale, finalizzati all’attivazione delle emozioni e alla loro consapevolezza”.
Continua, inoltre, la consegna di beni di prima necessità (alimenti, presidi sanitari) e di materiale didattico alle famiglie SSF più disagiate. In particolare, grazie al progetto WINDTRE “La cartella sospesa”, è stato consegnato tutto il materiale didattico necessario a 130 bambini della scuola primaria e 116 bambini della scuola media. A Roma è stata attivata l’Educativa domiciliare: i tutor si recano presso le mura domestiche dei beneficiari e, in una situazione intima di ascolto, viene suggellato il Patto educativo con le famiglie. 

Maggiori info al sito sportsenzafrontiere.it.

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