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Un luogo d’arte in un’ex fabbrica? A Reggio Emilia sono pronti 13 capannoni. E anche un deposito di treni

REGGIO EMILIA - Una nuova vita per il quartiere "Santa Croce" di Reggio Emilia e le sue aree

Pubblicato:30-11-2015 16:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:39

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REGGIO EMILIA – Una nuova vita per il quartiere “Santa Croce” di Reggio Emilia e le sue aree industriali oggi abbandonate. Nel quadrante che collega il centro della città alle ex Reggiane, in cui già convivono il Tecnopolo e il centro internazionale per l’infanzia Malaguzzi, parte una maxi-operazione di riqualificazione urbanistica del Comune per contrastare il degrado e l’insicurezza da tempo segnalate in alcune strade. La formula scelta è quella del riuso dei luoghi, con l’amministrazione che ha mediato tra i proprietari degli immobili e le associazioni cittadine che li prenderanno in gestione, insediandovi temporanemanete attività culturali e sociali. Il tutto si è concretizzato in un bando comunale, che si è chiuso ad ottobre, che ha reso disponibili 13 immobili sedi di ex fabbriche e ha portato ad oltre 50 manifestazioni di interesse da parte delle realtà associative.

Nei prossimi anni quindi, previo accordo con i proprietari, capannoni, laboratori industriali e persino depositi di treni tuttora dismessi, potranno rinascere come sede di mostre temporanee, eventi culturali, spettacoli teatrali e attività sportive. Una trasformazione radicale dunque, prevista a costo zero per le casse comunali, che si affianca al progetto del “Parco dell’Innovazione” che coinvolge i capannoni 17 e 18 delle Reggiane (adiacenti al 19 che ospita il Tecnopolo) e su cui si concentrano circa 40 milioni di investimenti pubblici (da Stato, Regione e Comune) e privati (da Iren rinnovabili).

“Si tratta di un’operazione che ci accompagnerà per i prossimi anni e farà diventare un piccolo cluster culturale di livello europeo”, commenta il sindaco Luca Vecchi. “Si tratta- aggiunge- di un salto di qualità per questa parte della città con cui non prende forma solo un’operazione ma una vera e propria idea di città”. Cioè “un modo di intervenire per produrre competitività e sviluppo economico all’insegna delle infrastrutture, dell’innovazione e della conoscenza, ma anche mettendo al centro il protagonismo di cittadini e associazioni”, conclude il sindaco.


di Mattia Caiulo, giornalista

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