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‘The Wall’ dei Pink Floyd compie 36 anni. Il capolavoro di Roger Waters fu pubblicato nel 1979

ROMA - Uno sputo ad un fan troppo agitato,

Pubblicato:30-11-2015 14:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:39

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Pink-Floyd-theWallROMA – Uno sputo ad un fan troppo agitato, un demo non molto apprezzato, anzi “deprimente, noioso in varie parti”, ma con una idea di base che “piaceva”. Un ‘dietro le quinte’ forse inaspettato per un capolavoro come The Wall – 11esimo album in studio dei Pink Floyd – che oggi compie 36 anni.

Roger Waters, che ha fondato i Pink Floyd con Syd Barrett, Nick Mason e Richard Wright, ha portato in tour l’album con concerti ‘colossal’, abiti di scena, effetti scenici da brividi e muri costruiti sui palchi di tutto il mondo. Proprio quel tour “pazzesco” – 219 concerti tra il 2010 e il 2013 – e’ raccontato in un film documentario che e’ stato distribuito in contemporanea mondiale alla fine dello scorso settembre. Waters, al momento di realizzare l’album, aveva iniziato a lavorare su due progetti, distinti per certi versi, accomunati per altri: Bricks In The Wall – era il titolo di lavorazione, appunto, di The Wall – e ‘The Pros And Cons Of Hitch Hiking’. Entrambi autobiografici.

Nel primo al centro c’e’ la famiglia, la guerra, la follia, il rapporto tra pubblico e star, mentre nel secondo si parla di un uomo diviso tra la vita di matrimonio e la fedelta’ e la promiscuita’ e liberazione sessuale. Quando Waters propose i demo dei due lavori al gruppo, non ci fu una scelta unanime ma la maggioranza fu schiacciante: la band preferi’ The Wall. Ma dietro il doppio album The Wall, gia’ uscito al cinema con la versione cinematografica del 1982, diretta da Alan Parker e con Bob Geldof protagonista nei panni di Pink, c’e’ anche e soprattutto un episodio ‘forte’ che ha visto protagonista ovviamente Waters.


Era il 6 luglio del 1977, il tour di ‘Animals’ aveva portato i Pink Floyd in Canada, allo stadio Olimpico di Montreal. “Era la fine del tour- il ricordo del bassista- e c’era un fan che voleva fare casino, che spingeva contro le transenne, stava gridando e urlando mentre io volevo solo poter fare uno spettacolo di rock”. Waters lo ha osservato per un po’, fino a quando “appena mi arrivo’ a tiro, gli sputai in faccia. Sono rimasto disgustato da me stesso“. Dopo l’incidente, l’idea del “muro tra noi e il pubblico” ed e’ per questo “che il disco ha preso forma”.

di Adriano Gasperetti – giornalista professionista

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