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Roma, blitz delle attiviste al consultorio di Via Spencer: “Va riaperto, stop ai rinvii”

La riapertura "era prevista per oggi o almeno così ci aveva assicurato la Regione Lazio nei precedenti incontri che abbiamo avuto al tavolo", spiega un'attivista

Pubblicato:30-10-2020 15:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:09

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blitz consultorio via spencer


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ROMA – Blitz di una ventina di attiviste del Coordinamento delle assemblee dei consultori delle donne e delle libere soggettività del Lazio e di Non Una Di Meno al consultorio di via Spencer 282 a Roma, chiuso da circa un anno per lavori idraulici e di ristrutturazione. Le attiviste sono entrate stamattina nei locali del consultorio e hanno incontrato il responsabile dei lavori: “Ci ha fatto sapere che il 9 novembre sono previsti consegna e collaudo, non la riapertura– fa sapere all’Agenzia di Stampa Dire Graziella Bastelli del Coordinamento- L’appuntamento di oggi è stato una provocazione fatta per evidenziare questo continuo rimandare l’apertura di un consultorio che è pronto ormai da diversi mesi. Gli staremo col fiato sul collo“.

La riapertura, infatti, “era prevista per oggi o almeno così ci aveva assicurato la Regione Lazio nei precedenti incontri che abbiamo avuto al tavolo”, spiega l’attivista. Ma oggi, di fatto, “c’erano ancora gli operai e gli spazi erano vuoti, senza attrezzatura, anche se abbiamo potuto constatare che hanno buttato giù dei muri e realizzato delle buone stanze”.

Nessuna data di riapertura all’orizzonte, invece, per il consultorio di via Casilina 711, chiuso da due anni, “e non rimesso in funzione dal V Municipio con la scusa degli occupanti, che però occupano il civico 713 non il 711, distinti da due entrate separate”. I consultori di via Spencer e via Casilina sono tra i “21 della Asl Roma 2, che va dal IV al IX Municipio e serve un milione e 300mila abitanti. Secondo la legge, in base a questo numero, ce ne dovrebbero essere 50 e invece sono solo 21, di cui due ancora chiusi. Inoltre- denuncia Bastelli- non solo le strutture sono numericamente carenti, ma quelle che ci sono funzionano a singhiozzo perché manca il personale. Anche le equipe di via Spencer e via Casilina andranno ricostituite- dice- perché ci sono stati molti pensionamenti tra le ginecologhe e le ostetriche”. Proprio sul nodo del turn-over il Coordinamento si batte da quasi due anni per chiedere nuove assunzioni: “In Regione ci hanno detto che fra ottobre e novembre ci sarebbero stati i concorsi per pediatri, ginecologhe e ostetriche, mentre quello per gli psicologi sarebbe slittato a dicembre”.

Personale indispensabile anche per avviare al più presto la somministrazione della Ru486 anche nei consultori, come previsto dalle nuove disposizioni ministeriali sull’aborto farmacologico: “La somministrazione della Ru486 ancora non è partita in nessun consultorio, cosa che la Regione ci aveva invece garantito, e ancora invece viene data nei reparti di ivg- sottolinea Bastelli- Avevamo chiesto almeno di cominciare a comprare gli ecografi per i consultori”. Rimandi e ritardi che, per le assemblee delle donne, sono indicativi di “precise scelte politiche- ribadisce l’attivista- Il potenziamento della sanità territoriale non interessa e non riesce a stare nell’intelligenza e nella capacità di risposta sanitaria necessarie per garantire una buona prevenzione. Serve potenziarla anche per non intasare gli ospedali rispetto all’emergenza Covid, che era già accompagnata da una carenza cronica e strutturale della sanità pubblica”.

Per il Coordinamento, quindi, occorre riaprire i consultori di via Casilina e via Spencer, assumere personale sanitario per rimpinguare le equipe incomplete, comprare gli ecografi per dare il via alla somministrazione della pillola abortiva nei consultori e “aprire alle libere soggettività e alle donne straniere, ai giovani”, per fare in modo che quello che i consultori tornino a fare il proprio lavoro “a 360 gradi e- conclude Batelli- ridiventino l’obiettivo principale all’interno di strutture territoriali, che siano un riferimento e diano sicurezza alle donne e alle libere soggettività, alle cittadine e ai cittadini”.

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