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Report Grande e Generale del 29 ottobre – pomeriggio

Nella seduta pomeridiana è proseguito il dibattito del comma 5B sulla relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su Banca Cis, a cui sono ci sono 66 iscritti ad intervenire

Pubblicato:30-10-2020 07:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:09

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Nella seduta pomeridiana è proseguito il dibattito del comma 5B sulla relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su Banca Cis, a cui sono ci sono 66 iscritti ad intervenire. Il dibattito, anche con le eventuali repliche, continuerà in seduta notturna.

Di seguito un estratto dei primi interventi vdel pomeriggio

Comma 5b Discussione sulla relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su presunte responsabilità politiche o amministrative che hanno coinvoltola Società Credito Industriale Sammarinese –Banca CIS e sulle crisi bancarie ed eventuali deliberazioni


Alessandro Mancini, Npr
Sono l’unico e forse rimarrò l’unico ad esprimere una non totale soddisfazione in merito ai lavori della Commissione consiliare di inchiesta. Non lo dico per criticare il lavoro dei commissari, però desidero mettere in evidenza che non mi sono piaciute le conclusioni della relazione, dove non ho trovato un’approfondita riflessione. Ma va dato un merito ai colleghi, di aver per una volta definitivamente abbandonato la logica del caso. In tutti questi anni si è andati avanti a casi, era un caso venissero rimossi i vertici della vigilanza di Banca centrale, quando andavano a fare ispezioni scomode, era un caso che saltassero i menbri di consigli direttivi di Bcsm, era un caso che ci si inventassero bandi farlocchi per i dirigenti di Bcsm, è stato un caso chiudere Asset Banca, un caso il Cda di Cassa di risparmio di provenienza di Monte dei Paschi, un caso che si aprivano procedimenti penali archiviati senza attività inquirente, un caso certe frequentazioni, un caso i decreti nelle calde domeniche di luglio 2017, gli appelli dell’allora opposizione, i tentativi di far aprire gli occhi ad opera di ossessionati e millantatori, (…) un caso il violento attacco dell’allora Sds di Stato alle Finanze che in Commissione finanze ha attaccato frontalemnte la nuova Banca centrale che ha avuto merito di aver fatto cambiare la rotta. E quando Celli attaccava il terzo potere dello Stato, era un caso che tutti stessero zitti, inclusi il suo collega alla giustizia. Ed è un caso che i colleghi della commissione d’inchiesta hanno saputo mettere insieme tutti casi in cui si sono trovate le correlazioni.
Perchè non sono contento delle conclusioni: ho letto nella relazione la parte relativa al ruolo dell’ex Sds alle Finanze Simone Celli. Un ruolo attivo. Mi domando: il congresso di Stato e il Ccr sono organi collegiali o no? Allora cari ex segretari di Stato, o avevate dato una delega in bianco a Simone Celli, ‘fai quello che vuoi e vai avanti’, e siete ancora più responsabili perché non avete fatto opera di controllo, oppure le scelte erano condivise negli organi collegiali. E mi aspettavo che la relazione facesse ragionamenti di questo tipo e allora questo dibattito deve dirlo: se responsabilità ci sono, non vanno attribuite a una sola persona. E ancora poco c’è sulla nuova Banca centrale: per voi ha rappresentato un nuovo inizio? Ha ridotto i danni? Certamente sì, e mi aspettavo nella relazione un passaggio di merito, capisco la mediazione, ma non credo fosse questo l’esercizio che si doveva fare. A cosa serve la relazione? A tirare una riga e mi auguro a individuare responsabilità. Quali sono gli anticorpi che mettiamo in circolazione affinché quanto accaduto non succeda più? Il tessuto economico e sociale è ancora più debole di 10 anni fa, il rischio resta. In più c’è una necessità: ai nostri cittadini chi glieli ridà i soldi? Chi rimborsa i fondi pensione? Come recuperiamo centinaia di milioni usciti dai confini per scelte del vostro governo? La chiusura di Asset ha prodotto quegli effetti, come risulta dalla relazione. Caro Zanotti, voi potevate esercitare le azioni di controllo.

Andrea Zafferani, Rf
Quando all’Aula sono presentate relazioni approvate all’unanimità, allora si può pensare che quanto contenuto possa essere uno spaccato vero, per quanto parziale, degli eventi. I suggerimenti che la commissione dà li condivido e mi auguro i consiglieri li sappiano cogliere, senza concentrarsi solo sul rimpallo di responsabilità o sull’analisi di singoli pezzi della relazione. Rispetto all’analisi del passato che la commissione fa, si evidenzia come il sistema bancario sia incrementato a dismisura quando mancava un impianto regolamentare di controllo. Questa è la più grande responsabilità politica: aver creato un sistema prima che ci fossero regole e controlli. Del resto le banche sono state poi date a imprenditori ben collegati alla politica in cambio di benefici, come i finanziamenti senza garanzia, diventati poi allergici alla vigilanza una volta che le regole sono arrivate. Questi poteri hanno portato a bloccare la firma con l’Italia nel ’96, con tutto quello che si è generato negli anni successivi con la ‘quarantena’ imposta: black list, quasi blocco dei pagamenti, arresti dei vertici di Cassa…quelle scelte sono il vulnus iniziale che ci ha portato qua. E non sto a ricordare chi c’era al governo nel ’96. Concordo sull’analisi della commissione su Banca centrale. La riforma dello statuto è essenziale per ragionare su questi argomenti e per dare anticorpi al sistema, per essere più efficaci negli interventi ed evitare problematiche va anche rafforzato l’equilibio tra gli organi interni a Banca centrale. Un’operazione come quella dei titoli Demeter, in violazione di ogni norma interna, senza che nessuno ne avesse consapevolezza fino a dopo le sue effettuazioni, non pùò succedere senza che nessuno possa intervenire per bloccarla e senza che le istituzioni ne abbiano notizia, è evidente che c’è qualcosa da sistemare. Noi abbiamo potuto avere notizie solo a posteriori quella volta. Dopo l’operazione Demeter, Savorelli sparì per due settimane, ma ormai si poteva fare ben poco. Da questa lezione bisogna imparare a fare dei presidi. L’ipotesi di una sala di compensazione con politici e delegati al controllo dello Stato penso sia ragionavole ma il problema penso sia chi decide, permettendo controlli. Il tema giudiziario: comportamenti inopportuni o deviati vanno valutati da organismi competenti per legge, in primis anche dal Consiglio giudiziario ordinario, i giudici stessi possono essere coinvolti a tutela della credibilità dell’organo giurisdizionale. Il tema delle responsabilità individuali non giustifica e non sminuisce il repulisti del tribunale fatto in questi mesi. C’è una bella differenza.
            La relazione ha citato anche un altro elemento, l’importanza dell’incomunicabilità politica per favorire le trame dei poteri esterni, tema altrettanto rilevante. Io sono dispostissimo a fare il ‘mea culpa’ per non aver ascoltato attentamente quello che l’opposizione di allora diceva sulle infliltrazioni di Confuorti e di essere arrivati tardi a bloccare dinamiche che non conoscevamo. Ma vorrei un’altra assunzione di scuse per aver accusato la maggioranza di allora di voler assecondare quelle trame, con le nostre azioni. Questa è stata incomunicabilità politica di allora. Non abbiamo mai visto né incontrato Confuorti. Spero che anche la maggioranza di oggi possa dire lo stesso. Le accuse che l’allora opposizione imputava a maggioranza e governo: ci diceva che volevamo vendere Carisp a Grandoni,che volevamo far scalare il sistema a potentati esterni, svendere gli Npl e fare debito estero per salvare qualche banca privata. Nessuna di queste cose è avvenuta. Il governo non voleva né vendere Carisp a Grandoni, nè svendere gli Npl e non lo ha fatto. Non voleva fare debito estero e non l’ha fatto. Se questa incomunicabilità che si è creata si fosse limitata a dire che c’era qualcuno dall’esterno verso cui dovevamo stare attenti, mi sarei cosparso il capo di cenere se non vi avessi ascoltato. Ma ci accusavate di essere protagonisti di queste degenerazioni e che volevamo assecondarle, allora è chiaro che ci si è chiusi a riccio. Il mea culpa lo faccio, ma vorrei lo si facesse di fronte alle accusa arrivate a persone che non avevano niente a che fare con quelle trame e che le abbiamo ereditate quando ci siamo trovati al governo. A dimostrazione di ciò, queste persone sono state mandate via, se davvero eravamo complici avremmo fatto finire il loro disegno. Se vogliamo tutelare il sistema, credo che dobbiamo smetterla di gettarci accuse reciproche di essere noi politici a voler fare cose che invece subiamo e far sì che queste cose non accadano, altrimenti si creano chiusure a riccio che favoriscono i potentati esterni. Se volessimo continuare a giocare al rimpallo di responsabilità inutile che alcuni consiglieri ancora fanno, il campionario nella relazione sarebbe vario. Ma non credo serva a granchè. Credo dovremo guardare avanti e fare nostre le conclusioni della commissione e cercare di dare anticorpi al sistema.

Roberto Ciavatta, Sds per la Sanità
Io mi aspettavo che dopo questa relazione i membri di Adesso.sm, soprattutto i membri del Ccr, chiedessero scusa, soprattutto Zafferani che quando C10 ha preso le distanze da quello che stava succedendo è uscite ed è tornato in casa Ap. Soprattutto Zafferani responsabile di aver buttato via 12 milioni di euro in qualche giorno e oggi ci dice che non sapeva e che, anche se sapeva, noi eravamo troppo veementi e allora si è chiuso a riccio. I politici dovrebbero essere capaci di dire di aver sbagliato. Io lo dico adesso: ho smesso di incontrare nel suo ufficio a Tavolucci il giudice Alberto Buriani in aprile 2016, quando mi consigliò esplicitamente che come Rete avremmo dovuto entrare nella compagine di governo di Adesso.sm. Mi diceva che su Grandoni non c’erano elementi. Ero allibito. All’epoca moltissimi politici e un giornalista frequentavano l’ufficio di Buriani e riforniva informazioni privilegiate sul Conto Mazzini per esempio, eravamo i Buriani boys. Erano i tempi in cui i Buriani boys chiedevano come poter essere utili per liberarci dalla corruzione politica del conto mazzini. Ma solo la richiesta di sostenere l’impunità di Grandoni mi ha aperto gli occhi su come io fossi usato. Complottismo e populismo le parole d’ordine che tutta la politica da un arco all’altro ha sempre dedicato a chi aveva e ha ancora il dovere di attuare una sua disobbedienza civile per scardinare questo sistema e svegliare dal torpore la gente.
Fincapital parlava di cose di 15-20 anni fa, Cis parla di cose successe fino a oggi. La relazione Cis fa il pari con quella di Fincapital, ci parla della una prassi politica di legarsi a chi promette finanziamenti e voti, pratica più viva che mai.
Qualcuno di voi se la cava dicendo ‘era colpa di quelli prima’, per altri ‘era colpa di questi ultimi tre anni’. Certamente, al netto questi tre anni hanno distrutto un paese, e se non siete dei corrotti siete degli incompetenti perché non vi siete resi conto di quello che stava succedendo. Leggere la relazione dando colpe a quelli prima o dopo significa non vedere la debolezza e inadeguatezza della politica di questo paese, di un paese istituzionale che non funziona più. Debolezza che è trasversale, nessun partito ha mai rinunciato a candidare tra le sue fila gli addentellati di Grandoni, o altri faccendieri. Basta con le ipocrisie, basta con l’azione di questi personaggi che hanno agito cacciando chiunque si opponeva al sistema. Basta ai partiti di mettersi nelle condizioni di farsi potare voti al posto di garantire corsie preferenziali per i prossimi 30 anni. I partiti che si sono prestati hanno distrutto il paese, i politici che ci dicono qua che non sapevano o sono incompetenti o sono corrotti, ma sanno benissimo che hanno anche loro distrutto un paese e mi sarei aspettato oggi che qua in aula veniste a dirci ‘scusateci perchè non abbiamo ascoltato quello che venivate a dirci nelle nostre sedi’. Voi avete messo fine a quella cosa due anni e mezzo dopo. Ma oggi dovete prendere le distanze da chi contina a difendere quella cricca là, questi sono i veri responsabili dei danni al paese.

Carlotta Andruccioli, Domani Motus Liberi
Il lavoro della commissione non è finito, c’è una parte più generale da portare avanti su cui chiediamo all’Aula, a tutti, di aiutarci a partire da questo dibattito. Un ultimo aspetto su cui si siamo concentrati come commissione nella relazione è la vecchia politica: quella vicina alla galassia è intervenuta per avvantaggiarla, chi non aveva contatti diretti invece si è dimostrata debole. Critico fortemente e prendo le distanze da un modo di fare politica non lungimirante e senza coraggio, pensiamo al mancato accordo con l’Italia del ’96, San Marino è stato poi costretto ad allinearsi agli standard internazionali pagando un caro prezzo. A 23 anni sento di essere stata privata di tante possibilità perché quacuno ha agito in malafede per tutelare i propri interessi. Critico la politica di chi dice “in quegli anni era normale”, visionando i documenti abbiamo visto controllori che diventavano controllati, nessuno si è interrogato? Invito tutta la politica a indignarsi non a dire ‘era normale’. Critico una politica debole perché troppo impegnata ad attaccarsi qui dentro e sui giornali. Invito ad un confronto più costruttivo, ognuno riconosca i suoi errori e responsabilità, alla politica serve una riforma importante, la riforma delle persone che fanno politica, deve dare spazio a chi ha voglia di fare ed è pulito, senza interessi di parte. Non lasciamo che tutto questo finisca con il dibattito odierno, indigniamoci tutti per un modo di fare politica sbagliato e restiamo vigili per evitari si ripetano gli errori.

Federico Pedini Amati, Sds per il Turismo
Dal 2006 con la cacciata di Caringi, perché faceva verifica su Banca Cis, da lì partì tutto e il signor Grandoni è sempre rimasto addentelato in politica, anche nei partiti di cui io facevo parte. Sia chi fa parte delle istituzioni sia i cittadini normali, se c’è un’associazione a delinquere, tutti devono rispondere di quello che hanno fatto.
All’indomani della Commissione si venga a dire che si devono chiedere quei soldi a Grandoni sul pegno dei soldi a Cassa del Cis, non possono pagare un’altra volta i cittadini. E’ un motivo di discussione di governo e maggioranza, o chiediamo conto a queste persone di quello che hanno rubato ai cittadini- siamo sui 300/400 milioni di euro- e qui devono pagare tutti. Pongo una questione di giustizia, c’è un tribunale rinnovato, c’è un dirigente autorevole, adesso andiamo a chiedere soldi a chi ce li ha rubati, altrimenti non siamo credibili e io sono pronto a fare un passo indietro piuttosto.

Marco Gatti, Sds per le Finanze
Non siamo fuori dal rischio di essere assogettati a un altro potere che ha cercato, attraverso la politica e le istituzioni, di prendere in mano la Repubblica e ci è andato vicino, se leggiamo la relazione. Forse dovremo pensare a un altro momento di processione, come per gli alberoniani di Serravallie, per chi si era ai nostri giorni innamorato di Grais e lo ha protetto.
            C’è una grave responsabità politica da parte di Adesso.sm, la prima nasce il giorno delle elezioni, facendo una campagna elettorale del 2016 tutta a difesa di Grais e Savorelli. Vome potevano il giorno dopo prendere le distanze? Ormai avevano sposato una linea che legava quel governo a quella dirigenza di Bcsm. Anche io ho votato Grais, ma alla sua richiesta di far dimettere Stefano Bizzocchi mi opposi, non avevo elementi, ma la cosa mi fece iniziare ad alzare le antenne. E infatti la Dc progressivamente si rese conto che gli atteggiamenti di quella dirigenza erano autoreferenziali e legati a un centro economico che aveva interessi di potere. Nell’aprile 2017 la Dc ha presentato un esposto agomentato, nessuno ha fatto approfondimenti. A giugno vi abbiamo portato la prova che la moglie di Siotto era la top manager dell’azienda di Confuorti, ma voi lo avete difeso. Era la prova che governo e maggioranza erano legati a doppio filo.

Matteo Ciacci, Libera
Credo bisogna appurare responsabilità chiare che emergono dalla relazione. Di fondo, un gruppo di potere ha avuto per almeno 15 anni una influenza indebita criminale sul nostro Paese tramite il controllo diretto di politica, Banca centrale e il tribunale. Chiunque metteva mano in quella banca veniva o comprato o cacciato, queste le due strade. In pochissimi riuscivano a tenere la barra dritta per ostacolare quella storia. Non saremmo grati al lavoro della commissione se raccontassimo solo l’ultima parte di quella storia. Già nel 2010 la situazione era deficitaria di banca Partner, i vertici di Banca centrale furono defenestrati attraverso patti parasociali della politica. Nel 2013 viene emesso un decreto per il credito di imposta senza tetto. Nel 2015-2016 la defenestrazione della vigilanza Vivoli da parte di Grais-Savorelli. Nel 2018 succede poi una cosa chiara e semplice, c’è chi ha cercato di lavorare affinché la politica potesse fronteggiare certi poteri che da troppo tempo andavano ad inquinarla e ad inquinare anche Bcsm e il tribunale. Forse ce ne siamo accorti tardi, ma la presa di distanza è arrivata dal mio movimento- e oggi Libera- che ha chiesto le dimissioni per il Sds Celli e di difendere i vertici di Bcsm oggi ancora in azione. Quel percorso, adottato con grande capacità da parte di tutta la politica, fu coordinato dall’allora Sds alle finanze, Eva Guidi. Qualcuno ad un certo punto ha detto stop e ha pagato anche con recriminazioni e accuse. Siamo stati con la barra dritta a limitare i danni, non per merito della Dc. Posso fare il ‘mea culpa’ perché mi spiace davvero che il governo che aveva riempito il cuore di speranza nalla cittadinanza non abbia garantito le aspettative di tutti. Ma abbiamo fatto in modo che le responsabilità emergessero e pagassero soci e amministratori della banche. Abbiamo fermato un percorso e abbiamo pagato, io stesso sono stato chiamato in tribunale per le dichiarazioni sugli ex vertici di Bcsm. Lei segretario Ciavatta ha affermato con forza la necessità di una presa di distanza, io credo debba avvenire anche da parte sua nei confronti di responsabilità politiche emerse anche da parte della Dc oggi al governo con lei, e dell’unico politico attualmente in aula che viene citato nella relazione, Denis Bronzetti, che ha una posizione decisamente delicata. E’ in grado di prendere le distanze?

Repubblica di San Marino, 29 Ottobre 2020

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