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‘Je suis Charlie’. Ma anche no

È un po’ triste che il settimanale francese faccia parlare di sé soprattutto con vignette ‘religiose’ e spesso anche di dubbio gusto. Nuove idee?

Pubblicato:30-10-2020 15:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:09

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ROMA – Il diritto di critica è assolutamente da difendere. E con lui la satira. Ma il diritto di critica può essere esercitato anche nei confronti di Charlie Hebdo. La vicinanza dimostrata loro per il tragico attentato terroristico del 2015 alla sede del settimanale francese, il rispetto delle vittime dell’assurda e atroce scia di sangue lasciata dall’estremismo islamico per le vignette su Maometto, e infine la necessità di tutelare la libertà di espressione, non significa però che tutto quello che fa e pubblica Charlie Hebdo vada bene. È un po’ triste che facciano parlare di loro soprattutto con vignette ‘religiose’ e spesso anche di dubbio gusto. Nuove idee? Altri obiettivi della satira? In Francia non ne mancano. Ci sono politici e fatti su cui fare riflettere, con un sorriso magari amaro. E allora ‘Je suis Charlie’. Ma a volte anche no.

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