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Tav, Mattei (UniTorino): “Con l’arresto di Dana Lauriola la magistratura dà una prova orribile di sé”

Per il presidente del comitato Rodotà "questo è il potere che sbatte i pugni sul tavolo per dimostrare che il diritto sta dalla parte del torto"

Pubblicato:30-10-2020 14:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:09

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Video della campagna social ‘Dana libera tutti’

TORINO – “Quest’episodio di Dana è gravissimo. Sono cose che si sarebbe sperato di non vedere più nell’Italia democratica uscita dalla resistenza e governata dalla Costituzione. Purtroppo, invece, la magistratura torinese sta continuando a dare una prova orribile di sé e sta in qualche modo infamando l’intero ordine giudiziario”. E’ questa la dura presa di posizione sull’arresto dell’attivista No Tav Dana Lauriola di Ugo Mattei, presidente del Comitato Rodotà, professore di diritto civile all’Università di Torino e di diritto internazionale e comparato all’Università della California, che ha aderito alla campagna ‘Dana libera tutti’ lanciata dal movimento No Tav.


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“Questa decisione del giudice di sorveglianza- attacca Mattei- di negare non solo la libertà condizionale ma addirittura la possibilità di scontare fuori dal carcere la pena è davvero un accanimento a mio modo di vedere non soltanto illegale ma anche immorale. Io mi auguro che gli avvocati di Dana reagiscano, è molto importante che le persone si stringano intorno alle vittime di questi abusi giudiziari che sono sempre più frequenti, sempre più cattivi e incattiviti e avvengono proprio oggi che la Corte dei Conti europea ha testimoniato per l’ennesima volta l’inutilità del progetto”.

Questo, conclude il presidente del comitato Rodotà, è “il potere che sbatte i pugni sul tavolo per dimostrare che il diritto sta dalla parte del torto“.

L’ARRESTA DI DANA LAURIOLA E LE PROTESTE NO TAV

Dana Lauriola si trova nel carcere torinese di Le Vallette dallo scorso 17 settembre, dopo essere stata condannata a due anni di reclusione per la manifestazione del 3 marzo 2012. In quell’occasione, i manifestanti avevano bloccato il casello dell’autostrada per Bardonecchia, permettendo agli automobilisti di passare senza pagare il pedaggio.

Nonostante i servizi sociali ne raccomandassero l’affidamento in prova, il giudice cautelare ha rifiutato tutte le misure di custodia alternative, motivando la decisione con il “mancato pentimento” dell’attivista. Giudizio confermato dal Tribunale di sorveglianza di Torino che, il 28 ottobre, ha respinto la richiesta di sospensiva della misura cautelare sottolineando “l’urgenza di un trattamento rieducativo” per la portavoce No Tav.

Oltre al movimento No Tav, la protesta per l’arresto di Dana Lauriola si è allargata anche ad associazioni come Amnesty International e Greenpeace, che hanno definito la decisione dei giudici di Torino un “attacco alla libertà d’espressione e di manifestazione”. Gli stessi giudici sono stati oggetto di minacce da parte di ignoti quando, lo scorso 29 settembre, una busta contenente due proiettili e indirizzata al giudice del tribunale di sorveglianza di Torino Elena Bonu è stata intercettata dalla Procura.

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