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Cisal boccia la manovra: “Poco su evasione e pensioni”

Cavallaro: "Serve un piano straordinario di investimenti"

Pubblicato:30-10-2019 13:50
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:54

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RIMINI – Una finanziaria che “non soddisfa”, dato che da un lato non affronta il tema della riforma pensionistica, dall’altro non mette in campo un vero contrasto all’evasione fiscale. A Rimini per il Consiglio nazionale, il segretario generale di Cisal, la Confederazione italiana dei sindacati autonomi dei lavoratori, Francesco Cavallaro, critica senza troppi giri di parole la manovra su cui lavora l’esecutivo giallorosso. In primo luogo, argomenta il numero uno Cisal, “non ci sono le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego“, senza dimenticare che si parte da un blocco contrattuale di nove anni. Un provvedimento che “influisce non solo sui salari, i lavoratori sono penalizzati anche dal punto di vista pensionistico, dato che non hanno avuto gli aumenti contrattuali”. A non convincere il sindacato c’è anche “il contrasto di interessi che il governo sta mettendo in atto”. La proposta fatta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, era per “un contrasto di interesse puro“: in sostanza il cittadino paga, si fa rilasciare scontrino o fattura, e poi puoi scaricare in toto o in parte. Cavallaro, poi, critica l’esecutivo anche perché “non mette nemmeno mano alla riforma delle pensioni in una maniera seria. I mali dei pensionati- argomenta il sindacalista- vengono dalla riforma Dini e poi dalla Fornero e nessuno ha messo in campo qualcosa di diverso”.

Anche in questo caso Cisal ha fatto le sue proposte al governo, consigliando la “separazione tra assistenza e previdenza per vedere se il sistema pensionistico è sostenibile o meno”. Infine Cavallaro affronta il tema di rappresentanza e rappresentatività: al ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e al presidente dell’Inps Pasquale Tridico, “diciamo che quello che si è fatto in pompa magna era solo una passarella, in quanto era un accordo tra Confindustria, alcuni sindacati e l’Inps, per cui quella operazione non ci riguarda”. Per una legge sulla rappresentanza e sulla rappresentatività “nessuno deve inventarsi niente”, basta applicare gli articoli 39 e 46 della Costituzione, chiosa il segretario generale Cisal.

CISAL: “SU RAPPRESENTANZA BASTA APPLICARE LA COSTITUZIONE”

“Siamo la quarta organizzazione in Italia. Se non si sbloccano le situazioni non abbiamo nessun problema a venire sotto al ministero a rivendicare i nostri diritti”. È il messaggio per il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che lancia da Rimini il segretario generale di Cisal, Francesco Cavallaro. “Noi- aggiunge- pensiamo al bene dei lavoratori, non a farci la tessera di questo o quel partito”. Il tema, spinoso, è quello della rappresentanza e della rappresentatività, su cui “si fa molta confusione e apprendistato”, argomenta questa mattina Cavallaro durante la sua relazione.


“Qualcuno difende gli interessi della triplice e non dei lavoratori”. Così, “in pompa magna”, Inps e ministero del Lavoro “fanno una presentazione della convenzione su rappresentanza e rappresentatività”, ma si tratta di “una carta da ultimo uso, un accordo tra due privati, follia pura”. Così “la triplice sindacale cerca di condizionare la vita degli altri”, per cui, attacca Cavallaro, “quella convenzione può essere pericolosa, noi faremo le nostre battaglie”.

Certo, precisa, “l’operatività quotidiana è costellata da continui incontri a livello dei singoli ministeri nei quali la nostra organizzazione è regolarmente convocata”, ma “il confronto diretto con il governo è in una sorta di stasi” e “sorprende che ancora ci sia chi vada parlando di una legge sulla rappresentanza, che parla di accordi, di conteggi relativi alla rappresentatività e quant’altro”.

Infatti, tira le somme il segretario Cisal, “non serve una legge sulla rappresentanza e rappresentatività. A qualcuno può fare comodo o spera che con tale legge si possa mettere il bavaglio ad altri, ma non serve”. Infatti, conclude, “basta solo e semplicemente applicare la Costituzione, l’articolo 39 e quindi l’articolo 46. Il problema non è che Cisal non vuole una legge sulla rappresentanza e rappresentatività, il problema è che dalla entrata in vigore della Costituzione non sono stati applicati tali articoli, che sono estremamente chiara” tutto il resto è un arzigogolare mirato ad eludere il dettato costituzionale”.

CISAL: “IL GOVERNO SNOBBA IL SUD, L’ALTA VELOCITÀ SI FERMA PRIMA DI EBOLI”

Il Mezzogiorno è abbandonato ancora una volta, nella finanziaria non ci sono risorse“. Non ha dubbi il segretario nazionale di Cisal, Francesco Cavallaro, che vede poca attenzione al Sud nella manovra sulla quale l’esecutivo è al lavoro. Un tema che si collega con quello dell’autonomia richiesta da alcune Regioni. Nella sua relazione, questa mattina a Rimini sottolinea infatti che “siamo per l’autonomia, ma le carte vanno messe in tavola per partire alla pari”, per cui “contiamo i soldi che ci hanno dato e quelli che ci devono dare“.

Cavallaro rimarca che “non si può pensare alla crescita di un Paese se ancora questo fondamentale pezzo, il Mezzogiorno, continua a soffrire e non è oggetto di interventi decisi e urgenti”. La povertà, prosegue, cresce, “restano pochi e timidi i segnali economici confortanti”, quando “servono strade, ferrovia e banda larga”. Invece, ironizza, “se Cristo si è fermato a Eboli, l’Alta velocità un po’ prima”. Cisal caldeggia dunque “un piano di investimenti straordinari”, rivolto in primo luogo alle infrastrutture e l’auspicio è quello di un fondo speciale destinato alle opere pubbliche. Occorre, sintentizza Cavallaro, rimuovere “lungaggini e sprechi al fine di consetire la piena espressione di potenzialità e di risorse di cui il territorio è dotato”.

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