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Agricoltura, Anbi: “Oggi disponibili 450 milioni per opere irrigue”

Necessari per gestione e riserva acqua e contro dissesto idrogeologico

Pubblicato:30-10-2018 15:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:43

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ROMA – Con lo sblocco di ieri sera di fondi dal capitolo Sviluppo e coesione per 177 milioni, che si aggiungono a 283 milioni già disponibili, si arriva a oltre 450 milioni complessivi che andranno a sostenere più di 30 interventi per l’irrigazione nella sua accezione multifunzionale di tutela e sviluppo del territorio. Si tratta di progetti definitivi che dopo le procedure di legge andranno all’appalto con l’obiettivo di avere cantieri aperti per l’estate. Serviranno a realizzare bacini o invasi, necessari per trattenere l’acqua delle piene e serbarla per le estati siccitose, interventi per sanare e migliorare la rete dei canali irrigui e la gestione delle acque necessaria all’agricoltura e alla sicurezza idrogeologica. Lo annuncia Anbi, l’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue in occasione del convegno ‘Beni pubblici globali, salvaguardia del territorio e innovazione’ organizzato oggi a Roma.

“I consorzi di bonifica svolgono un ruolo importante su tutto il territorio nazionale- spiega alla DIRE Francesco Vincenzi, presidente Anbi- oggi celebriamo lo sblocco di oltre 450 milioni di fondi al servizio del Paese per nuovi invasi, anche piccoli, da realizzare su tutto il territorio nazionale per trattenere l’acqua in eccesso, come capita in questi giorni, e distribuirla alle aziende agricole nei periodi estivi di siccità”. Fondi che serviranno “per migliorare la rete dei canali e la sicurezza di un territorio fragile- prosegue Vincenzi- che ne ha bisogno a causa dei cambiamenti climatici ma anche e soprattutto del consumo eccessivo di suolo che si è avuto in questi anni”. “Il 2017 ha dimostrato che tutto il Paese ha bisogno di infrastrutture idriche- prosegue Francesco Vincenzi, presidente Anbi- che sono necessarie perché solo il 10% della risorsa idrica viene trattenuta”. In tutto ciò, “se nel Meridione, negli anni passati con la Cassa del Mezzogiorno, sono state fatti investimenti importanti per trattenere la risorsa idrica, al Nord abbiamo meno invasi e meno disponibilità di acqua- avverte Vincenzi- c’è quindi bisogno di accorciare le distanze fra Nord e Sud e questi investimenti sono necessari per sviluppare in modo unitario un Paese che ha voglia di crescere”.


“L’avere sbloccato 177 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione, dando soddisfazione, scorrendo la lista dei progetti , ad una decina di Consorzi di bonifica, i cui progetti  non si era riusciti a finanziare nell’ambito del Piano Irriguo Nazionale, è un esempio di come mettere a sistema le risorse a servizio della sicurezza del territorio”, sottolinea Alessandra Pesce, Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e del Turismo. “Contro la paura degli eventi naturali, bisogna utilizzare concretezza – prosegue Pesce – La gestione delle acque è una variabile, che incide fortemente su agricoltura e territorio; ottimizzarne l’uso significa agire positivamente sulla redditività agricola, contrastando l’abbandono delle campagne, la cui manutenzione è il primo presidio territoriale”.

“Conto che la Conferenza delle Regioni licenzi, nella riunione di giovedì 8 novembre, il Piano Nazionale degli Invasi, predisposto grazie al buon lavoro svolto con ANBI. Posso confermare che dopo alcune settimane di ritardo nelle quali alcune Regioni chiedevano di capire meglio, domani avremo una conferenza straordinaria delle Regioni che si occupa di sociale, ma alla conferenza ordinaria dell’8 novembre confido che approveremo, prima in Conferenza delle Regioni la mattina e poi nel pomeriggio alla Stato-Regioni, il Piano Nazionale degli invasi per un primo importante intervento che reca tantissime opportunità per vari territori”, dice Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, nel suo intervento video con il convegno Anbi ‘Beni pubblici globali, salvaguardia del territorio e innovazione’ . “E’ chiaro che quel piano ha bisogno di finanziamenti certi che avvengano ogni anno per riuscire a realizzare interventi che ogni Regione ha messo in cantiere dopo il lavoro che si è riusciti a fare con Anbi”, aggiunge Bonaccini. “L’8 di novembre dovremo essere davvero in grado di dare seguito a ciò su cui abbiamo lavorato in questi anni”, conclude.

 

“L’agricoltura senza l’acqua non fa reddito, poi la gestione dell’acqua coinvolge tanti altri aspetti come mla sicurezza del territorio. Con i cambiamenti climatici in atto, quando l’acqua arriva velocemente dobbiamo rispondere avendo strutture efficienti”, aggiunge Filippo Gallinella, presidente della commisisone Agricoltura della Camera, a margine del convegno. “I consorzi di bonifica devono fare la loro parte, come le istituzioni. Canali fossi e fiumi vanno puliti e tenuti in efficienza- prosegue Gallinella- Ci sono tanti progeti in atto, cercheremo di trovare più risorse possibili perché la manutenzione del territorio può dare anche tanti posti di lavoro, e soprattutto se si interviene prima si risparmia anche”. Alla luce di ciò, “come è stato fatto un piano strategico sull’acqua nella passata legislatura, toccherà farne uno molto piu importante per i prossimi sette anni- conclude- La competitività si fa anche con il valore aggiunto e senza acqua ciò non si può ottenere”.

“Il Paese ha registrato la bontà della proposta fatta da Anbi, l’ha scelta e poi saputa e voluta affrontare con ferma determinazione- dice nel suo intervento Francesco Vincenzi, presidente Anbi- Evidenzio che questa sfida non è vinta, anche se certamente ben impostata, e che non bisogna abbassare la guardia, ci sono cantieri da aprire, le risorse per il 2019 da impegnare. I progetti definitivi dei Consorzi sono a disposizione, e soprattutto cittadini, imprese, nuova occupazione che ne traggono grande vantaggio lo chiedono a gran voce come i recenti drammi, calabresi, sardi, siciliani stanno tristemente a testimoniare”. È qui, come per il Piano irriguo, “che figure ben più importanti del sottoscritto hanno lanciato la riflessione sulla manutenzione e salvaguardia del territorio, individuandoli come beni pubblici globali, attività quindi innovative ed in grado di contrastare, non definitivamente ma in maniera sensibile, gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’eccessivo consumo di suolo, garantendo correttamente, eticamente, a tutti gli stakeholders risposte utili, moderne e dinamiche di grande interesse collettivo- conclude Vincenzi- I Consorzi di bonifica continueranno a fare la loro parte, assumendosene la responsabilità”.

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