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Chiusa inchiesta su Stadio Roma: 20 a rischio processo. Anche Parnasi e Lanzalone

I reati ipotizzati nel procedimento, a seconda delle posizioni, vanno associazione per delinquere, alla corruzione, al finanziamento illecito.

Pubblicato:30-10-2018 10:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:43
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ROMA – Venti persone rischiano il processo per la vicenda dello stadio della Roma. La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta e a rischio giudizio ci sono, tra gli altri, l’imprenditore ed ex proprietario di Eurnova Luca Parnasi, cinque suoi stretti collaboratori, l’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio ed esponente di Forza Italia, Adriano Palozzi, il consigliere regionale del Pd e all’epoca assessore regionale all’Urbanistica, Michele Civita, il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti, e il consigliere comunale di Forza Italia, Davide Bordoni.

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Nove persone (tra cui Parnasi e i suoi collaboratori, Lanzalone, Palozzi e Civita) furono arrestate lo scorso 13 giugno, per poi essere in gran parte scarcerate o con le misure cautelari revocate. I reati ipotizzati nel procedimento, a seconda delle posizioni, vanno associazione per delinquere, alla corruzione, al finanziamento illecito. Tra le ipotesi dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin anche una presunta corruzione nell’ambito della variante del progetto per lo stadio, che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, che prevede il taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale.

Rischiano il processo anche Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della società Pixie Social Medie (società di cui Adriano Palozzi era amministratore di fatto), Daniele Leoni, funzionario del dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, assessore allo sport del X Municipio, l’architetto Paolo Desideri, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone, il commissario straordinario dell’Ipa, Fabio Serini, Stefano Sonzogni, Mariangela Masi e Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibac.


La Procura di Roma continua a indagare sui presunti flussi di denaro indirizzati dal costruttore Luca Parnasi alla politica

La Procura di Roma, dopo aver chiuso la parte principale dell’indagine sullo stadio della Roma, continua a indagare sullo stralcio dell’inchiesta legato ai presunti flussi di denaro indirizzati dal costruttore Luca Parnasi alla politica. Si stanno cercando riscontri a quanto detto dallo stesso Parnasi in almeno un interrogatorio nelle scorse settimane e in particolare su 150 mila euro dati dall’imprenditore alla Fondazione Eyu, vicina al Pd, e 250 mila arrivati all’associazione Più Voci, riconducibile alla Lega. Oltre ai soldi, la Procura sta indagando anche su eventuali irregolarità nella gestione dei denari ricevuti da parte dei due partiti di riferimento. Resta ancora iscritto nello stesso fascicolo l’ex capogruppo M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, al quale Parnasi avrebbe fornito un progetto per la riqualificazione del lungomare di Ostia. Invece, per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e gli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva e’ già stata fatta richiesta di archiviazione.

di Marco Tribuzi

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